Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
La Cop 25 si terrà a Santiago del Cile, dopo la rinuncia del Brasile
Dal 2 al 13 dicembre 2019, sarà Santiago del Cile ad ospitare la Cop 25, dopo il ritiro della candidatura da parte del Brasile di Jair Bolsonaro.
La venticinquesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, Cop 25, si terrà a Santiago del Cile. La nazione latinoamericana sostituisce così il Brasile, che dopo l’elezione del nuovo presidente, Jair Bolsonaro – climatoscettico di estrema destra – ha ritirato la propria candidatura. La Costa Rica, invece, si incaricherà di ospitare la cosiddetta “pre-Cop”, ovvero i negoziati preliminari. Il ministro dell’Ambiente cileno, Carolina Schmidt, presente a Katowice, si è detta “felice della decisione”.
La retromarcia del Brasile e i nodi da sciogliere alla Cop 25
L’annuncio da parte del Brasile è arrivato proprio pochi giorni prima dell’avvio della Cop 24 di Katowice. Non a caso, proprio la nazione sudamericana è stata tra i principali responsabili delle difficoltà incontrate nei negoziati. I suoi rappresentanti diplomatici hanno infatti puntato i piedi negli ultimi giorni della conferenza, in particolare sulla questione del mercato mondiale delle emissioni di CO2.
Quest’ultimo è già noto in Europa come sistema Ets (Emission trading system) e dovrebbe rappresentare, teoricamente, un elemento deterrente per le aziende che emettono grandi quantità di gas ad effetto serra. Le industrie, infatti, sono obbligate a pagare in ragione delle tonnellate di CO2 disperse nell’atmosfera. Il problema è che negli anni il prezzo è sceso talmente tanto – e per talmente tanto tempo – da aver reso quasi indolore il conto.
Congratulations to the Republic of Chile that has been designated host of the next COP25!!! ?????? You have our fully support!!! #CambioClimático @AmbienteNacion pic.twitter.com/NDk3pqNTHm
— Carlos Gentile (@Gentilebruno) 14 dicembre 2018
Ciò nonostante, i governi che partecipano alle conferenze sul clima puntano molto sul mercato delle emissioni. E il Brasile si è mostrato inamovibile sulla questione del metodo di contabilizzazione di queste ultime. Una posizione talmente inconciliabile con quelle delle altre diplomazie da aver convinto la presidenza della Cop 24 a stralciare il tema dal testo finale.
“Il Cile si sta impegnando in un processo di decarbonizzazone”
Così, la questione verrà riproposta proprio a Santiago del Cile, dal 2 al 13 dicembre 2019. Assieme al nodo dei 100 miliardi di dollari all’anno di trasferimenti dalle nazioni ricche a quelle povere, promessi da quasi un decennio e mai stanziati per intero. E assieme anche al processo di revisione delle promesse di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra avanzate dai governi di tutto il mondo, che secondo le ong ambientaliste e le stesse Nazioni Unite sono largamente insufficienti per centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
It is official next #COP25 in Chile and pre COP in Costa Rica. Two great countries (and ministers) working together! ?
???? pic.twitter.com/REmu2lVXFW— Monica Araya (@MonicaArayaTica) 14 dicembre 2018
“Il Cile – ha commentato Andrès Pirazzoli, avvocato cileno che ha partecipato ai negoziati della Cop 21 di Parigi – è sempre stato costruttivo nei negoziati sul clima. In particolare cercando di creare dei ponti tra i paesi del Nord e quelli del Sud del mondo”. “L’occasione di presiedere la Cop 25 – ha aggiunto Ricardo Bosshard, direttore del Wwf Cile – arriva in un momento in cui il nostro paese si sta sforzando di decarbonizzare la propria economia. Cominciando con l’abbandono progressivo delle centrali a carbone, incoraggiando lo sviluppo delle energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, la tutela delle foreste e delle aree marine”.
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