Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
La Cop 21 si avvicina: i governi si incontrano (con pochi risultati)
Si sono tenuti a Bonn e a Parigi due incontri preparatori in vista della Cop 21: si parla di “convergenze”, ma i problemi sono ancora tutti sul tavolo.
“Abbiamo identificato alcune zone di convergenza sulle grandi questioni politiche relative al futuro accordo”. Per quanto vaga, è all’insegna dell’ottimismo la dichiarazione rilasciata del ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, all’indomani di una riunione ministeriale informale organizzata a Parigi tra domenica e lunedì. A partecipare al summit sono stati 57 Paesi, che hanno tentato di gettare le basi della possibile intesa che la Francia spera di riuscire ad ottenere alla Conferenza mondiale sul clima (Cop 21), in programma a dicembre nella capitale transalpina.
Fabius, futuro presidente della stessa Cop 21, ha specificato che i governi hanno affrontato uno dei nodi di maggiore importanza, ovvero l’impegno ad investire 100 miliardi di dollari, entro il 2020, per fronteggiare i cambiamenti climatici. Tale promessa, ha spiegato, “dovrà essere rispettata da tutti”. La questione è infatti capitale: lo stesso presidente francese Hollande ha di recente ricordato che lo stanziamento è essenziale per riuscire a limitare la crescita della temperatura media globale a 2 gradi centigradi entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali.
Il ministro degli Esteri transalpino ha annunciato anche la pubblicazione di un rapporto dell’Ocse sul tema del finanziamento delle politiche per il clima. Il documento verrà presentato il 9 ottobre, in occasione di una riunione del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale: si tratta, ha specificato Fabius, di un lavoro richiesto esplicitamente dalla Francia e dal Perù (Paese che ha ospitato la precedente Conferenza sul clima, a Lima, nel 2014). Esso dovrebbe permettere “di chiarire cifre e metodologie, dando credibilità agli impegni finanziari dei governi. Poiché sui numeri ci sono continue contestazioni, e questo rende la discussione molto difficile”.
Non a caso, l’ultimo summit tenuto a Bonn si è risolto sostanzialmente in un nulla di fatto. Come osservato da Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, “le criticità sono ancora tutte sul tavolo e il rischio è che si arrivi alla Cop 21 impreparati, o meglio con tutte le carte nascoste”. Il cammino, insomma, appare ancora in salita.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Approvato il testo sulla finanza climatica. Al sud del mondo la promessa di 300 miliardi di dollari all’anno: molto meno del necessario.
Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative.
Pubblicati i nuovi testi alla Cop29 di Baku. C’è la cifra di 1.300 miliardi di dollari, ma con un linguaggio molto vago e quindi debole.
Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
La digitalizzazione è il tema del 16 novembre alla Cop29 di Baku. Perché non possiamo farne a meno, anche nelle strategie climatiche.