Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
Alla Cop26 c’è anche Barack Obama
Lunedì 8 novembre è il giorno di Barack Obama alla Cop26. Una presenza “estremamente inusuale” che sarebbe stata decisa dopo un confronto con John Kerry.
Lunedì 8 novembre, si apre la seconda settimana della Cop26, la Conferenza delle parti sul clima di Glasgow, ed è il giorno di Barack Obama. L’ex-presidente degli Stati Uniti “illustrerà gli importanti progressi compiuti nei cinque anni trascorsi dall’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, evidenzierà la leadership dei giovani in tutto il mondo e solleciterà un’azione più forte da parte di tutti noi: i governi, il settore privato, la filantropia e la società civile”, ha fatto sapere nei giorni precedenti la sua portavoce Hannah Hankins. Dovrebbe prendere parte a una tavola rotonda con alcuni attivisti da tutto il mondo.
L’eredità ambientale di Obama
Era proprio Barack Obama a rappresentare gli Stati Uniti alla Cop21 di Parigi, conclusa con la firma del trattato che impegna la comunità internazionale a mantenere l’aumento delle temperature globali “ben al di sotto dei 2 gradi centigradi” rispetto ai livelli preindustriali, facendo tutto il possibile per restare entro gli 1,5 gradi. Durante i suoi due mandati Obama aveva adottato svariate misure per tutelare l’ambiente, come il tetto alle emissioni di autoveicoli e centrali elettriche e i limiti alle esplorazioni petrolifere offshore. Norme che sono state poi smantellate poi una per una dal suo successore Donald Trump.
Perché Barack Obama partecipa alla Cop26
Come sottolinea la Cnn, è “estremamente inusuale” che un ex-presidente prenda parte a un summit internazionale di questo tipo. Secondo alcune fonti, l’idea sarebbe stata ispirata dagli attivisti e si sarebbe poi concretizzata dopo un confronto con John Kerry, ex-segretario di Stato e ora inviato speciale per il clima per l’amministrazione guidata da Joe Biden.
Il carisma di Obama servirebbe proprio per riconquistare la fiducia internazionale nei confronti degli Stati Uniti, una fiducia profondamente indebolita dopo i clamorosi passi indietro segnati dall’amministrazione Trump in materia di ambiente e clima. Alla Cop26, il presidente in carica Biden ha chiesto pubblicamente scusa per l’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi. Una mossa contestatissima che lui stesso ha annullato durante il suo primo giorno alla Casa Bianca.
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