Le emissioni di gas serra continuano a crescere senza sosta e senza paura. Perché i primi a essere incoscienti e a sfidare il clima siamo noi.
Gli animali del mondo “parlano” ai leader della Cop26
Partito dall’Italia, realizzato da studenti di tutto il mondo e presentato da Brian May, il corto Who wants to live forever debutta alla Cop26 per lanciare un messaggio a tutti i leader della Terra. In sottofondo le inconfondibili note dei Queen.
Delle volpi fuggono tra gli alberi, inseguite dai fucili dei cacciatori. Un’ape soffoca avvelenata dai pesticidi chimici, che la sorprendono mentre lei compie il suo prezioso lavoro di impollinatrice. Un rinoceronte, colpito dal dardo di un bracconiere, cade a terra di fronte al suo cucciolo. Sono queste le strazianti scene iniziali del corto animato Who wants to live forever, presentato i giorni scorsi alla Cop26 di Glasgow, per portare ai leader della Terra un messaggio da parte del mondo animale.
A dare voce alle tante specie della fauna selvatica minacciate dall’azione umana e dalla crisi climatica è un’opera corale commovente e di respiro internazionale. A idearla e dirigerla è stato l’italiano Matteo Valenti (docente Ied Milano) che ha coinvolto nella realizzazione delle animazioni gli studenti di 6 accademie e università da tutto il mondo, per poi donare l’opera all’organizzazione animalista Save Me Trust, fondata nel 2009 dal chitarrista dei Queen e attivista Brian May.
Questo incredibile video creato da studenti di tutti e cinque i continenti mostra la devastazione che il nostro prezioso pianeta deve affrontare.
Who wants to live forever, la canzone dei Queen diventa appello e metafora
Un sodalizio, quello tra il mondo accademico e Brian May nato da una fortunata intuizione del regista che, conoscendo l’impegno della rockstar britannica e la sua passione per l’animazione del nostro Bruno Bozzetto, è riuscito a coinvolgere May nel progetto e dare al film una colonna sonora perfetta. Le immagini, che mostrano le tante minacce che la fauna selvatica si trova a dover affrontare oggi, scorrono infatti sulle note di una canzone immortale ed evocativa come Who wants to live forever, scritta dallo stesso Brian May e inserita nell’album dei Queen del 1986 A kind of magic. Tra i pezzi più amati dei Queen e inclusa anche nella colonna sonora del film Highlander, ora la canzone è diventata anche la perfetta metafora – oltre che il titolo – di questo corto, che assume il valore di un appello accorato, capace di dare voce a chi una voce non ce l’ha.
“Riuscire a lavorare con Brian May è stato un grande onore”, racconta Matteo Valenti. “Penso a quando avevo 15 anni, nel 1986, e fui così colpito dalla musica dei Queen (dopo aver visto il film Highlander in un cinema all’aperto) da comprare in poco tempo tutti i loro dischi”. Mosso da questa passione, il regista e sceneggiatore è così riuscito a contagiare tutti e a portare avanti il progetto. “Per prima cosa io e Brian abbiamo scelto, tra alcuni titoli, il brano da usare, convenendo poi proprio su Who wants to live forever. Avere un loro brano per il video ha significato dare un’impronta internazionale al progetto e da qui l’idea di coinvolgere scuole di animazione da ciascun continente è stata naturale”.
Brian May, “Non ricordatemi come chitarrista, ma per il mio impegno”
Il video si apre con una citazione piuttosto eclatante del chitarrista dei Queen: “Quando me ne sarò andato, la gente senza dubbio mi ricorderà per i Queen, ma io preferirei essere ricordato per aver tentato di cambiare il modo in cui trattiamo i nostri amici animali”. Un pensiero che ben sintetizza il grande impegno e la passione che Brian May mette a sostegno del Pianeta e della fauna, portando avanti campagne e iniziative in prima persona e denunciando le conseguenze devastanti provocate dalle azioni umane. “Questo incredibile video creato da studenti di tutti e cinque i continenti mostra la devastazione che il nostro prezioso Pianeta deve affrontare”, ha commentato May rivolgendosi ai governanti riuniti a Glasgow.
Senza se e senza ma, siamo a un punto di svolta che non possiamo ignorare. Il mondo sta guardando la COP26 e pretende dai governi azioni e soluzioni immediate.
In viaggio tra i cinque continenti
Il corto è diviso in capitoli che ci accompagnano in tutti e cinque i continenti, denunciando crimini e disastri che hanno portato la Terra sull’orlo del baratro: dalla moria di api, al bracconaggio di corno di rinoceronte, dall’inquinamento delle acque, dalla deforestazione, dagli incendi alla caccia alle balene. A firmarla tanti giovani autori provenienti da tutti gli angoli della Terra, inclusi gli studenti dello Ied di Milano cui è stata affidata la parte dedicata all’Europa. A realizzarla gli studenti di Illustrazione e Animazione Lorenzo Barbolini e Kizito Schimera, che hanno lavorato con i tutor Riccardo Galiberti, Patrizia Russo e Rachele Santini facendo del progetto anche la loro tesi finale, discussa nel 2020.
Il racconto del corto si conclude con un epilogo distopico che non fa sconti, mostrando il futuro che ci aspetta – se non cambiamo subito direzione – e lasciandoci con una citazione del Mahatma Gandhi: “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere giudicati dal modo in cui vengono trattati i suoi animali”. Il messaggio inviato ai leader della Terra non poteva essere più chiaro.
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