Cop29

Cop27, c’è l’accordo storico per l’adozione di un fondo sulle perdite e i danni dei paesi più vulnerabili

La Cop27 raggiunge l’accordo sul fondo loss and damage, ma non fa passi avanti sul taglio delle emissioni. Una conferenza storica che risponde al bisogno di giustizia climatica, ma non basta.

La Cop27 di Sharm el-Sheik alla fine ha adottato nella notte tra sabato 19 e domenica 20 novembre il documento per l’istituzione di un fondo per le perdite e i danni subiti dai paesi più colpiti dalla crisi climatica: è il fondo “loss and damage”. È un risultato storico perché dà finalmente una risposta alle richieste di giustizia climatica dei paesi meno responsabili delle emissioni di gas serra – e quindi del riscaldamento globale, ma più vulnerabili alle sue conseguenze.

Non c’è piena giustizia climatica senza mitigazione

Un successo parziale perché la presidenza egiziana non avrebbe fatto abbastanza per portare avanti anche il tema della mitigazione, cioè del taglio delle emissioni di CO2. Un punto cruciale questo, su cui l’Unione europea ha alzato la voce nelle ore precedenti al raggiungimento dell’accordo. Fondamentale perché se non si tagliano le emissioni, le strategie di adattamento e di compensazione dei danni diventano impossibili da gestire perché diventerebbero sempre più gravi.

Per evitare costi ingenti per adattamento e riparazione dei danni bisogna, in primis, tagliare le emissioni. Una posizione portata avanti non solo dall’Europa, ma anche ribadita dal segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres al termine dei lavori della Cop27. Guterres ha apprezzato l’istituzione del fondo perché fondamentale per ricostruire la fiducia tra sud e nord del mondo, “ma non è abbastanza” perché è necessaria una riduzione drastica delle emissioni perché siamo ancora “in emergenza” climatica.

Nelle prossime ore verrà pubblicata un’analisi più approfondita e la puntata di Copcast dedicata all’accordo di questa notte.

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