Una stretta opera di sorveglianza anti-bracconaggio ha dato i suoi frutti: il parco nazionale di Kaziranga ha quasi azzerato le uccisioni di rinoceronti.
Le corna dei rinoceronti si sono accorciate a causa del bracconaggio
Un recente studio ha dimostrato che le corna dei rinoceronti si sono accorciate nel corso dell’ultimo secolo, probabilmente la causa è il bracconaggio
Cosa può provocare la caccia di frodo? Forse è possibile spiegarlo con il risultato di una nuova ricerca: le corna dei rinoceronti si sono accorciate nel corso dell’ultimo secolo. È ben noto che la caccia di frodo, più conosciuta come bracconaggio, ha sterminato intere popolazioni, che siano essi rinoceronti, elefanti o leoni. In questo caso però non ha portato solamente a un drastico calo demografico ma allo sviluppo un processo evolutivo.
La teoria di Darwin
Facciamo prima un passo indietro. Nel suo lungo viaggio sul brigantino Beagle, Charles Darwin sviluppò l’idea della selezione naturale come il meccanismo alla base dell’evoluzione della specie. Chi è più adatto all’ambiente sopravvive, chi non è adatto no. Una semplificazione estrema della sua teoria – non ce ne voglia. Quindi la selezione naturale è il successo degli individui – la capacità di sopravvivenza e di riproduzione – in una popolazione a seconda dalle interazioni con il loro ambiente. La selezione mirata e “innaturale” dei rinoceronti con le corna più grosse, ad opera dei bracconieri, ha permesso ai rinoceronti con le corna più piccole di sopravvivere e riprodursi di più, trasmettendo i loro geni alle generazioni future. Questo ha determinato un cambiamento evolutivo: le corna si sono accorciate.
Le fotografie come prova
Tornando alla ricerca, il gruppo di scienziati dell’università di Cambridge e di Helsinki ha misurato le corna di ottanta rinoceronti, servendosi di fotografie e opere d’arte realizzate tra il 1886 e il 2018. Nell’archivio fotografico utilizzato, del Rhino Resource Centre di Utrecht, sono incluse tutte le cinque specie di rinoceronte (bianco, nero, indiano, Giava e Sumatra). I ricercatori hanno misurato anche altre parti del corpo dei rinoceronti, in modo da avere una misura precisa del corno in proporzione alle dimensioni dell’animale. In base al confronto dei rapporti corpo/corna è stato possibile osservare se le dimensioni delle corna si sono ridotte nel corso del tempo. Studiare e analizzare dal vivo le corna dei rinoceronti è molto complicato a causa dei rigidi protocolli di sicurezza, che ne impediscono l’accesso ai ricercatori. Perciò questa analisi sulla lunghezza delle corna è la prima che viene realizzata dopo un lunghissimo lasso di tempo. La rigità dei protocolli è data dall’altissimo valore economico del corno, basti pensare che sul mercato nero può raggiungere le 55mila euro al chilogrammo. Viene venduto principalmente sui mercati asiatici, in particolare Cina e Vietnam, dove la polvere del corno di rinoceronte si pensa abbia straordinarie proprietà curative. Un rimedio naturale contro ogni tipo di problema, dal semplice mal di testa, all’impotenza fino alla cura del cancro.
Le corna dei rinoceronti si sono accorciate
A seconda della specie il rapporto corpo-corna è risultato differente. Infatti, per i rinoceronti bianchi e neri, le corna sono più lunghe rispetto alla lunghezza del corpo, mentre per i rinoceronti di Sumatra sono più corte. Tuttavia, il dato significativo è che in tutte e cinque le specie è stata registrata una diminuzione della lunghezza del corno nel corso del tempo. “Finalmente abbiamo trovato una prova fotografica che le corna dei rinoceronti si sono accorciate”, sono le parole di Oscar Wilson, primo autore dello studio, che ha aggiunto un particolare molto importante: “i rinoceronti hanno sviluppato le corna per diversi motivi, ad esempio un aiuto per raccogliere il cibo o una difesa contro i predatori; quindi, temiamo che avere corna più piccole potrà essere dannoso per la loro sopravvivenza”.
La rappresentazione del rinoceronte
Un dato secondario della ricerca è la percezione dell’animale da parte dell’uomo. I ricercatori si sono accorti come nel corso del tempo sia cambiato il modo di rappresentare l’animale. Moltissime immagini raffiguravano fieri cacciatori con la loro vittima in primo piano, persino il presidente americano Theodore Roosevelt nel 1911. Le prime immagini non avevano di certo il fine conservazionistico odierno, ma erano più un vanto da mettere in mostra. Altre opere invece dipingevano i rinoceronti come animali enormi, feroci e aggressivi nei confronti dell’uomo, il che potrebbe aiutare a giustificare il perché della caccia di questi animali. Così come è stato per il lupo o per il gipeto, le leggende e le dicerie che li rappresentavano come animali pericolosi hanno spinto la popolazione ad averne paura e di conseguenza alla loro uccisione.
La pressione selettiva della caccia ha portato a questa diminuzione della lunghezza dei corni che, come affermato da Wilson, non sappiamo ancora se sarà dannosa per la sopravvivenza dei rinoceronti. Per fortuna, i continui sforzi per la conservazione e le leggi più rigide contro il bracconaggio e il traffico illegale, stanno dando un – seppur minimo – respiro a questi animali. Ma le loro corna difficilmente torneranno a crescere.
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