Le novità introdotte dal governo per contenere la pandemia in Italia, a partire dal green pass rafforzato, o super green pass.
Coronavirus, l’industria dell’auto pronta a produrre ventilatori polmonari per gli ospedali
Stati Uniti, Gm e Ford sarebbero in trattativa con la Casa Bianca per la fornitura di ventilatori. In Italia si mobilita Ferrari. Anche il primo ministro inglese Boris Johnson chiede aiuto alle case auto per l’emergenza coronavirus.
Mentre la produzione di auto sta lentamente riprendendo in Cina, dove Byd, settimo costruttore automobilistico del Paese, in soli tre mesi è diventato il più grande produttore al mondo di mascherine protettive contro il coronavirus, dopo l’Europa, anche negli Stati Uniti si moltiplicano in queste ore gli stop alla produzione. Al posto delle automobili, le cui vendite si sono quasi completamente azzerate, alcuni costruttori stanno verificando la possibilità di realizzare nelle loro fabbriche ventilatori polmonari e apparecchiature mediche per aiutare gli ospedali americani ad affrontare il crescente numero di casi di coronavirus. In prima linea General Motors e Ford. A renderlo noto il Financial Times che ha confermato la disponibilità dei due marchi a sostenere gli Stati Uniti con la produzione di ventilatori destinati agli ospedali; mercoledì scorso, in una conferenza stampa, il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo ha dichiarato che al ritmo attuale dell’infezione potrebbero essere necessari 37 mila ventilatori a New York nei prossimi 45 giorni (contro una disponibilità di 3 mila). Ovviamente non mancano gli interrogativi. In che modo (e in che tempi soprattutto) le case automobilistiche potranno modificare i loro impianti per renderli adatti alla produzione di apparecchiature mediche non è noto. Oltre al fatto che, come fa notare lo stesso Financial Times, l’eventuale produzione richiede requisiti di precisione e sistemi di certificazione complessi.
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Ford, sosterremo l’emergenza coronavirus
Con l’aggravarsi dell’emergenza coronavirus negli Stati Uniti Ford ha fatto sapere di “voler aiutare l’amministrazione americana in ogni modo possibile” e che sta esaminando la fattibilità. Anche General Motors ha preso sul serio la richiesta di aiuto del governo americano e un portavoce dell’amministratore delegato di Gm, Mary Barra, ha fatto sapere che l’azienda è in stretto contatto con la Casa Bianca e che “sta lavorando per identificare tutte le possibili soluzioni di riconversione degli spazi per produrre apparecchiature mediche e sostenere così la nazione in questo momento difficile”.
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Ferrari, allo studio il sostegno alla produzione di ventilatori
Collaborazioni simili si stanno delineando anche in Italia. Con la chiusura delle linee di produzione annunciata qualche giorno fa, Ferrari e il gruppo Fca starebbero verificando la possibilità di produrre a Maranello componenti per ventilatori. Allo studio, secondo quanto riportato dalla Reuters, ci sarebbe la possibile collaborazione con Magneti Marelli e la Siare Engineering, azienda specializzata in apparecchiature mediche a cui il governo italiano avrebbe chiesto un consistente aumento della produzione di ventilatori polmonari e respiratori per far fronte all’emergenza coronavirus. Il possibile scenario è ancora da definire, ma l’ipotesi più accreditata è che Ferrari potrebbe fornire tecnici e competenze per aumentare la produzione di parti di ventilatori. Una decisione sarebbe attesa nelle prossime ore
Boris Johnson convoca le case auto: servono 30 mila ventilatori entro due settimane
Il tema della riconversione parziale della produzione da auto ad apparecchi medici arriva anche nel Regno Unito dove nei giorni scorsi il governo ha convocato alcuni produttori di auto, invitati a sondare la possibilità di produrre kit medici per far fronte alle richieste del servizio sanitario nazionale. Ford, Honda, Jaguar Land Rover e Toyota tra i marchi contattati. L’Nhs, il servizio sanitario del Regno Unito, ha reso noto di poter contare su 5 mila ventilatori per l’emergenza coronavirus, ma ne serviranno altri 30 mila “entro due settimane”, ha spiegato il primo ministro Boris Johnson alle aziende (non solo automobilistiche) sentite lunedì, alle quali sarebbero stati mostrati anche i requisiti di progettazione di base di un ventilatore polmonare. Per ora a rispondere alla richiesta di Johnson è stata Honda che, sempre secondo quanto riportato dal Financial Times avrebbe “identificato alcune aree produttive in grado di fornire un supporto”.
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