Le novità introdotte dal governo per contenere la pandemia in Italia, a partire dal green pass rafforzato, o super green pass.
Coronavirus, l’isolamento funziona. Nessun nuovo contagio a Vo Euganeo e in tutta la Cina
Da Vo’ Euganeo alla Cina, l’isolamento dà i suoi frutti: finalmente il numero di nuovi contagi è zero.
Mentre i contagi da coronavirus continuano a salire in tutto il mondo, giungono due notizie che danno speranza sull’andamento della pandemia: è da venerdì 13 marzo che a Vo’ Euganeo, il comune veneto in provincia di Padova dove è stato registrato il primo decesso italiano, non vengono segnalati nuovi contagi. La stessa situazione si registra in Cina, dove per la prima volta dall’inizio dell’epidemia di Sars-Cov-2 non ci sono nuovi contagi domestici.
Leggi anche: La relazione pericolosa tra coronavirus e inquinamento atmosferico
Vo’ Euganeo ha azzerato il numero dei contagi
Il modello di Vo’ ha funzionato: all’inizio dell’epidemia sono stati testati tutti i 3.300 abitanti. Una volta isolati i casi positivi, l’intero comune è stato messo in quarantena e dopo tre settimane finalmente si vedono i risultati. Il governatore del Veneto Luca Zaia ringrazia “l’atteggiamento che i cittadini hanno saputo tenere in relazioni alle restrizioni”.
La decisione di testare anche gli asintomatici è stata di vitale importanza. Infatti tra il 50 e il 75 per cento delle persone infette era completamente asintomatica e avrebbe potuto aumentare il numero dei contagi. Sono i dati che emergono da uno studio effettuato sulla popolazione del comune. “La percentuale delle persone infette, anche se asintomatiche, nella popolazione è altissima e rappresenta la maggioranza dei casi soprattutto, ma non solo, tra i giovani; e l’isolamento degli asintomatici è essenziale per riuscire a controllare la diffusione del virus e la gravità della malattia”, ha spiegato Sergio Romagnani, professore ordinario di Immunologia clinica dell’Università di Firenze.
Leggi anche: Bergamo, viaggio con la Croce Rossa nell’epicentro dell’emergenza da coronavirus
Zero casi interni di coronavirus anche in Cina
La situazione incomincia a migliorare anche in Cina. A rendere nota la notizia è stata la Commissione nazionale della salute, segnalando zero casi interni dopo tre mesi di epidemia, cominciata a Wuhan, nella provincia di Hubei, proprio nel cuore del paese. “Oggi abbiamo visto uno spiraglio di luce dopo tutti questi giorni di sforzi”, ha commentato Jiao Yahui, ispettore della Commissione.
Nelle ultime ventiquattr’ore sono stati segnalati otto decessi, tutti nello Hubei, che fanno salire a 3.245 il bilancio delle vittime. In Cina sono più di 81mila i contagi, ma ad oggi sono 7.263 le persone ancora ammalate di Covid-19.
Leggi anche: Coronavirus. Non dobbiamo aver paura degli animali, ma di ciò che stiamo facendo ai loro habitat
Ora bisogna evitare una seconda ondata di contagi
La situazione in Cina sembrerebbe finalmente sotto controllo, ma il paese non può ancora abbassare la guardia. La preoccupazione ora è quella di una seconda ondata di contagi causati da chi torna dall’estero. “Se non imponiamo misure più severe in questa fase, i nostri sforzi di questi due mesi potrebbero essere vani”, ha affermato Carrie Lam, capo esecutivo di Hong Kong. La Cina ha infatti registrato 34 nuovi casi di coronavirus in persone arrivate dall’estero – per un totale di 139 –, segnando l’incremento giornaliero più elevato delle ultime due settimane.
E lo stesso vale per Vo’. Un solo caso potrebbe far precipitare la situazione riportando il comune indietro di settimane e vanificando gli sforzi fatti fino adesso. Per questo bisogna essere prudenti, restare in casa, lavarsi le mani e portare pazienza. Le misure funzionano, ma ci vuole tempo.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In Africa solo 15 stati hanno vaccinato il 10 per cento della popolazione entro settembre, centrando l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Geograficamente isolati e assenti dalle statistiche, i popoli indigeni pagano a caro prezzo la pandemia. Accade nell’Himalaya come in Brasile.
Due le ipotesi al vaglio: il passaggio da animale a uomo, o l’incidente nel laboratorio di Wuhan. I primi aggiornamenti sono attesi tra 90 giorni.
Continua a peggiorare la situazione in India: sono 300mila le persone uccise dalla Covid-19. Ad aggravare il quadro l’arrivo del ciclone Yaas.
I cani sarebbero più affidabili e veloci dei test rapidi per individuare la Covid-19 nel nostro organismo. E il loro aiuto è decisamente più economico.
L’accesso ai vaccini in Africa resta difficile così come la distribuzione. Il continente rappresenta solo l’1 per cento delle dosi somministrate nel mondo.
In India è stato registrato il numero più alto di decessi per Covid-19 in un singolo giorno. Intanto il virus si sposta dalle città alle zone rurali.
La sospensione dei brevetti permetterebbe a tutte le industrie di produrre i vaccini, ma serve l’approvazione dell’Organizzazione mondiale del commercio.