Quale futuro per dad, la didattica a distanza, dopo oltre un anno di pandemia? Con Marco Vassallo, psicologo scolastico e relazionale, capiamo l’impatto su studenti e genitori.
Scuole di frontiera, tra solitudini e speranze – il podcast
Scuole di frontiera, tra solitudini e speranze è il podcast che racconta le sfide della didattica a distanza con le testimonianze di tre insegnanti italiane.
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Il coronavirus non sembra averci reso tutti uguali, anche se ci piacerebbe pensarlo. Per quanto riguarda le scuole, la Covid-19, la malattia provocata dal virus Sars-Cov-2, ha evidenziato con forza tutto il divario digitale, che ancora esiste tra aree diverse del Paese e la differenza tra i fondi di ciascuna scuola, non solo tra nord e sud ma anche tra centri e periferie. Ascoltare le voci di chi la scuola la vive da dentro, ha chiarito ancora una volta che la scuola non è solo didattica, ma relazione e costruzione di sé attraverso quella relazione.
Un podcast sulle storie dietro gli schermi della didattica a distanza
Senza presenza la relazione si crepa, non riesce a reggere a lungo, raccontano gli insegnanti. Al di là dei decreti, delle polemiche sull’esame di maturità, del dibattito sulla mancata riapertura delle scuole nella fase due e delle incognite sul ritorno a settembre, la Covid-19 ha trasformato ogni scuola in una scuola di frontiera, con una sua sfida da affrontare.
Attraverso la voce di tre donne insegnanti, molto diverse per età, vissuto e provenienza, il podcast Scuole di frontiera prova a raccontare un pezzo di quello che si è nascosto dietro agli schermi, ai monitor.
Tre insegnanti, tre scuole, tre storie
Da quando il governo ha chiuso tutte le scuole di ogni grado per l’emergenza Covid-19 fino all’ultimo giorno di scuola, Daniela Politi, con l’aiuto del marito ingegnere, ogni mattina ha registrato dal suo appartamento a Napoli un piccolo video da mandare ai suoi alunni. Per dargli il buongiorno a distanza. “Questi ragazzi hanno un enorme bisogno di normalità – racconta –. Il nostro dovere, specialmente nel quartiere dove insegno, è quello di costruire per i nostri studenti nuovi spazi di normalità, di condividere con loro piccoli riti quotidiani, di rafforzare le relazioni”.
Nello stesso periodo, ma circa 900 chilometri più a nord, una maestra elementare, Elisa Rao, ha dovuto trasformare la scuola vissuta nei boschi da una classe di bambini di 6 anni in una scuola chiusa nelle pareti di casa. “Fare scuola e andare a scuola significa incontrarsi con il corpo e con gli sguardi – racconta –. Per colpa del virus, tutto quello che è comunicazione non verbale, o che accompagna in questa età in modo molto potente la comunicazione verbale, è ridotto ai minimi termini”.
Chiara Mottolese, invece, insegna italiano e storia nelle scuole secondarie di secondo grado a Roma, con una classe di un istituto tecnico commerciale di Roma da portare alla maturità. In questi mesi ha visto i suoi ragazzi disorientati e confusi, ma anche più sensibili e consapevoli.
La Covid-19 ha cambiato il volto delle scuole
La Covid-19 ha cambiato volto alla scuola per come la conoscevamo, ma come lo abbia fatto, al di là del ruolo del digitale, è tutto ancora da capire. Il virus ha trascinato fuori dai radar della vita pubblica la scuola e lì son venute fuori crepe inaspettate, possibilità, soluzioni, speranze ma anche solitudini e paure.
Questo podcast racconta storie al femminile, come al femminile è la scuola italiana di oggi, composta per l’83 per cento del corpo docente da donne. Sono loro le protagoniste di questa stagione di sfida ancora tutta da costruire, perché nessuno sa davvero come sarà la scuola di settembre.
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