All’Università della California i corsi sul clima diventano obbligatori

Da questo autunno 7.000 nuovi studenti di San Diego sosterranno corsi che includono una quota di tematiche riservate al clima.

Nel documentario “Una scomoda verità” il vicepresidente degli Stati Uniti tra il 1993 e il 2001, Al Gore, sensibilizza gli americani sui rischi legati al riscaldamento climatico.  In quegli anni l’impegno ambientalista riguardava ambiti più ristretti della società americana, ed è per quello che Al Gore aveva deciso di renderlo un obiettivo collettivo durante il suo mandato. Con il passare del tempo, la tutela della ambiente ha raccolto sempre più adesioni all’interno della società. Uno studio di Gallup mostra che nel 1995 solo il 25 per cento degli americani era preoccupato degli effetti del riscaldamento globale mentre nel 2021 la percentuale era salita al 43 per cento.  Oggi quell’interesse è addirittura entrato nel dna dell’università della California di San Diego, che ha deciso di introdurre dei corsi a frequenza obbligatoria sui cambiamenti climatici a partire da questo autunno. Si tratta del primo corso del genere in una università pubblica americana.

La volontà dell’insegnante

Il progetto partirà quest’anno ma è frutto dell’iniziativa di Jane Teranes, defunta professoressa della Scripps Institution of Oceanography, uno dei più grandi centri al mondo per la ricerca scientifica della terra e dell’oceano che ha sostenuto a lungo l’introduzione di un corso sul clima. Nel rispetto della volontà dell’insegnante l’università di San Diego ha creato il Jane Teranes Climate Change Education Requirement che è il requisito per l’istruzione sui cambiamenti climatici. I nuovi 7.000 studenti immatricolati all’università di San Diego a partire da quest’anno dovranno sostenere corsi che soddisfano tale requisito. Si parla di circa quaranta corsi che avranno almeno il trenta per cento dei contenuti dedicati al clima e a due aree a scelta tra: le basi scientifiche del cambiamento climatico, il suo impatto umano, le strategie che possono essere utilizzate per mitigare i cambiamenti e modalità di apprendimento dei cambiamenti basate su progetti, sviluppati per fornire agli studenti alcune basi pratiche negli studi sul clima.

I giovani sono preoccupati per il clima

Un sondaggio recente della rivista medica The Lancet condotto negli Stati Uniti su 16mila ragazzi dai 16 ai 25 anni ha messo in luce un dato allarmante. Circa l’85 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere preoccupato per i cambiamenti climatici e 4 persone su 10 dicevano di avere avuto degli impatti sulla propria salute mentale dovuti all’ansia per il clima. Quello che è emerso è che i risultati dello studio erano indipendenti dall’appartenenza ai partiti politici e riguardavano indiscriminatamente tutti gli americani. “È sorprendente trovare livelli così alti di angoscia, desiderio e piani d’azione, nei giovani di tutto il paese, in ogni stato e di ogni fascia politica”, ha spiegato l’autore principale della ricerca Eric Lewandowski.

Un futuro di speranza?

L’Università della California di San Diego ha dichiarato che nei prossimi anni si prevede che ulteriori corsi sui cambiamenti climatici verranno inseriti nell’offerta didattica. Non si tratta del primo caso al mondo tuttavia. L’Università di Barcellona, su richiesta del movimento studentesco End Fossil, ha organizzato a febbraio di quest’anno un corso di “crisi ecosociale”, obbligatorio per tutti gli studenti e i docenti a cui hanno partecipato migliaia di persone. Il nostro paese ha solo da imparare.

 

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