La Corte internazionale di giustizia ha ordinato a Israele l’adozione di misure per impedire il genocidio palestinese

La Corte internazionale di giustizia ha ordinato misure cautelari a Israele per impedire il genocidio a Gaza. Inoltre ha rigettato la richiesta di archiviazione sull’accusa del Sudafrica.

  • A fine dicembre il Sudafrica ha denunciato Israele alla Corte internazionale di giustizia per le sue operazioni a Gaza
  • Per arrivare a una sentenza sull’accusa di genocidio potrebbero volerci anni. Ora è arrivata quella sulle misure cautelari.
  • Israele deve adottare misure per impedire il genocidio e verrà processato per quest’accusa.

La Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato a Israele di adottare tutte le misure in suo possesso per impedire il genocidio palestinese. A fine dicembre il Sudafrica aveva accusato Israele di genocidio del popolo palestinese davanti alla Corte internazionale di giustizia. Per la sentenza sull’accusa di genocidio ci potrebbero volere anni, ma ora è arrivata quella sulle misure cautelari da intraprendere nella Striscia di Gaza. Dopo aver riconosciuto il disastro umanitario in corso a Gaza, la Corte ha ordinato a Israele di prendere tutte le misure in suo possesso per prevenire il genocidio del popolo palestinese, tra cui prevenire e punire l’incitamento al genocidio, consentire l’ingresso degli aiuti umanitari e adottare maggiori misure per proteggere i palestinesi

La Corte internazionale di giustizia ha anche accettato la denuncia per genocidio presentata dal Sudafrica contro Israele, dichiarando di aver giurisdizione su di essa. “Alcuni atti di Israele sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio”.

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Il ministro della Giustizia sudafricano Ronald Lamola e l’ambasciatore sudafricano nei Paesi Bassi Vusimuzi Madonsela alla Corte internazionale di giustizia © di Remko de Waal /ANP/AFP via Getty Images

La denuncia del Sudafrica

Dall’inizio dell’offensiva gli attacchi israeliani hanno causato circa 26mila morti, di cui il 40 per cento bambini. Circa la metà degli edifici sono andati distrutti e tra le vittime ci sono centinaia tra giornalisti, medici e membri dello staff delle Nazioni Unite.

Il 90 per cento della popolazione di Gaza vive in condizione di insicurezza alimentare e l’85 per cento è sfollata dalle proprie case, spesso distrutte. A novembre esperti dell’Onu hanno parlato di un “rischio genocidio” in corso, mentre qualche settimane più tardi dalle Nazioni Unite si è parlato espressamente di “atti di genocidio”. Proprio a inizio 2024 l’organizzazione per i diritti umani Law for Palestine ha pubblicato un dossier con oltre 500 dichiarazioni di rappresentanti politici e militari di Israele che hanno una retorica genocida.

A fine dicembre il Sudafrica ha presentato alla Corte internazionale di giustizia dell’Onu un dossier di denuncia di 84 pagine nei confronti di Israele. L’accusa è di atti di genocidio nei confronti del popolo palestinese, nell’ambito dell’offensiva via aerea, terra e mare avviata da Tel Aviv sulla Striscia di Gaza il 7 ottobre 2023, a seguito dell’attacco di Hamas. Giovedì 11 ottobre sono iniziati i lavori della Corte nella causa sudafricana. Per arrivare a una sentenza sull’accusa di genocidio ci potrebbero volere anni, ma in primo luogo è stata esaminata la richiesta da parte del Sudafrica di arrivare a una sentenza che ordini misure cautelari contro Israele per le sue operazioni nella Striscia. Sentenza che è arrivata oggi 26 gennaio.

La sentenza della Corte

La pronuncia dei giudici della Corte internazionale di giustizia è arrivata alle 13 del 26 gennaio. La Corte ha affermato di essere perfettamente consapevole della portata della tragedia umana che si sta verificando nella Striscia di Gaza e di essere profondamente preoccupata per la continua perdita di vite umane e la sofferenza. Inoltre ha ritenuto di non poter accogliere la richiesta di Israele di archiviare il caso, perché alcuni atti denunciati nel dossier del Sudafrica contro Israele sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio.

La Corte ha ordinato a Israele di prendere tutte le misure in suo possesso per prevenire il genocidio del popolo palestinese, tra cui prevenire e punire l’incitamento al genocidio, consentire l’ingresso degli aiuti umanitari e adottare maggiori misure per proteggere i palestinesi. Entro un mese, Israele dovrà riferire alla Corte su cosa sta facendo per rispettare gli ordini di misure cautelari impartiti. I giudici dell’Aja hanno anche chiesto il rilascio immediato degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. I giudici non hanno però chiesto il cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza, come si aspettava il Sudafrica.

Per il premier israeliano Benjamin Netanyahu la pronuncia della Corte è “oltraggiosa nei confronti di Israele”. Il ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir ha parlato di “Corte antisemita”. Per il Sudafrica invece la pronuncia “segna una vittoria decisiva per lo Stato di diritto internazionale e una pietra miliare significativa nella ricerca di giustizia per il popolo palestinese”.

La Corte internazionale di giustizia è il massimo organismo giuridico in sede alle Nazioni Unite per quanto riguarda le dispute tra stati. Le sue pronunce sono vincolanti ma in passato sono state spesso ignorate dai paesi. Un caso recente è quello della Russia, a cui la Corte nel marzo 2022 aveva imposto il cessate il fuoco in Ucraina senza che la misura sia mai stata realmente adottata. L’attuale pronuncia contro Israele ha una forte valenza simbolica, in un momento in cui il paese sta perdendo gran parte del suo consenso internazionale. Secondo un sondaggio Economist/YouGov, perfino l’opinione pubblica dell’alleato di sempre statunitense sta prendendo le distanze dalle azioni israeliane nella Striscia di Gaza. Di fronte alla domanda se sia in corso un genocidio, solo il 36 per cento ha risposto no. Il 35 per cento ha risposto sì e il 29 per cento si è detto indeciso.

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