La Corte internazionale di giustizia dell’Aja ordina a Israele lo stop all’offensiva a Rafah

La Corte accoglie la richiesta del Sudafrica, che voleva un cessate il fuoco immediato: giudici non convinti dalle rassicurazioni di Tel Aviv.

La Corte internazionale di Giustizia dell’Aja ha ordinato a Israele di fermare l’offensiva a Rafah. Lo afferma la sentenza letta da Nawaf Salam, giudice capo della Corte internazionale di giustizia.

La Corte si è riunita oggi per pronunciarsi sulla richiesta d’urgenza del Sudafrica affinché Israele ponga fine alla sua offensiva su Rafah: il Sudafrica chiedeva uno stop immediato alla recente operazione israeliana a Rafah, avviata nonostante la precedente ordinanza della Corte che esortava Israele a fare tutto ciò che era in suo potere per prevenire atti di genocidio a Gaza. Quella ordinanza però non prevedeva il cessate il fuoco.  Secondo Nawaf Salam, capo della Corte internazionale di giustizia, la situazione umanitaria a Rafah nel frattempo è “ulteriormente peggiorata” ed è attualmente “disastrosa”.

 

La Corte internazionale di Giustizia è il principale organo giudiziario delle Nazioni unite. All’inizio della settimana, su quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza, si era espressa anche la procura della Corte penale internazionale, che pure ha sede all’Aja ma che è invece un tribunale indipendente, non legato all’Onu, sebbene ad esempio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni abbia comunque il potere di deferire alla Corte situazioni non inerenti alla giurisdizione della Cig: la procura aveva chiesto alla Corte penale di spiccare mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difeda Yves Gallant.

La forte preoccupazione della Corte internazionale 

La Corte non è convinta che gli sforzi di evacuazione e le relative misure che Israele afferma di aver intrapreso per rafforzare la sicurezza dei civili nella Striscia di Gaza e in particolare di quelli recentemente sfollati dal governatorato di Rafah siano sufficienti ad alleviare l’immenso rischio che la popolazione palestinese è esposta a seguito dell’offensiva militare a Rafah” ha detto il giudice Nawaf Salam.

Rispetto alla precedente sentenza di marzo, secondo l’Icj la situazione attuale comporta ulteriori rischi di danni irreparabili ai diritti della popolazione di Gaza e pertanto “Israele deve fermare immediatamente la sua offensiva militare o qualsiasi altra azione nel governatorato di Rafah che possa infliggere al gruppo palestinese di Gaza condizioni di vita che potrebbero portare alla sua distruzione fisica totale o parziale” ha scandito il giudice Salam, che ha dettato nuove misure precauzionali di applicare, nel mentre che la Corte indaga sulle accuse di genocidio mosse a Israele dal Sudafrica. Tra queste “Israele deve adottare misure efficaci per garantire il libero accesso alla Striscia di Gaza a qualsiasi commissione d’inchiesta, missione d’inchiesta o organo investigativo incaricato dagli organi competenti delle Nazioni Unite di indagare sulle accuse di genocidio”. Entro un mese, Israele – che non riconosce la giurisdizione della Corte – sarà chiamata a riferire sull’attuazione delle misure, che prevedono anche l’apertura del valico di frontiera di Rafah per l’assistenza umanitaria.

 

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