Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Com’è andato il corteo per l’ambiente e contro il G7 di Bologna
La settimana che ha preceduto il G7 Ambiente a Bologna è stata caratterizzata anche da decine di eventi e dibattiti organizzati dal basso e culminati nel corteo di sensibilizzazione dell’11 giugno.
È iniziato ieri a Bologna per concludersi nella giornata di oggi il G7 Ambiente, il vertice dei ministri dell’Ambiente di Italia, Canada, Stati Uniti, Francia, Germania, Giappone e Regno Unito per discutere sulle politiche ambientali internazionali.
Il G7 Ambiente di Bologna è stato accompagnato da una serie di eventi collaterali istituzionali che si sono susseguiti per tutta la settimana antecedente il vertice, organizzati da associazioni civiche, ambientaliste e culturali, università, consorzi e aziende, che hanno fatto parte del grande evento che ha preso il nome di #All4TheGreen.
Ma la settimana che ha preceduto il G7 Ambiente è stata caratterizzata anche da eventi, assemblee, incontri, dibattiti organizzati dal basso, da realtà come Legambiente e Greenpeace insieme ai centri sociali bolognesi come Tpo, Link e Labàs, che sono culminati nella manifestazione di protesta e sensibilizzazione dell’11 giugno per le strade del centro della città.
Per i comitati che hanno organizzato la tre giornate di mobilitazione del movimento che ha preso il nome di G7M – Ambiente alla base, non al vertice, il tema ambientale è quello che più dovrebbe costituire un impegno comune perché alla base della sopravvivenza sulla Terra di tutti gli esseri viventi. Per questo dovrebbe essere inaccettabile che lo stesso debba finire in mano di pochi eletti fra politiche divergenti, ancor più alla luce dell’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi annunciata da Donald Trump.
I collettivi hanno, quindi, lavorato per poter riportare nelle mani della base, della società civile, il dibattito sull’ambiente, organizzando eventi aperti alla cittadinanza “per rappresentare un presente e un futuro di cambiamento diverso da quello del vertice istituzionale” e per chiedere una svolta radicale nelle politiche ambientali e climatiche.
Durante le tre giornate si è discusso di mobilità e inquinamento, del ruolo delle università e delle scuole all’interno della rivoluzione ecologica, del gasdotto Tap che minaccia le terre pugliesi, di agricoltura sostenibile e, insieme al movimento #NoDapl direttamente dal Dakota del Nord e Rafael Gonzales a.k.a. Tufawon, rappresentante del movimento Stand up with Standing rock, dell’oleodotto lungo 1.700 chilometri che va dal nord Dakota all’Illinois, fortemente voluto da Donald Trump e operativo dal primo giugno scorso: il Dakota acces pipeline.
La manifestazione dell’11 giugno ha chiuso, pacificamente, le mobilitazioni. In mattinata i manifestanti hanno cercato di raggiungere il vertice riunito in periferia all’Hotel Savoia Regency con una critical mass, una biciclettata sostenibile. Nel pomeriggio, invece, un corteo di migliaia di persone ha sfilato per il centro di Bologna nella manifestazione per l’ambiente contro il G7, concludendosi in Piazza San Francesco.
Nonostante il forte clima di tensione che lo ha anticipato e la zona del centro della zona T (situata nel cuore del centro storico di Bologna, nella zona di più interesse turistico e monumentale) completamente interdetta ai manifestanti con un forte dispiegamento di forze dell’ordine, il corteo si è svolto senza scontri, in modo gioiosamente pacifico: una “manifestazione festosa e partecipata” a cui hanno preso parte, fra gli altri, Legambiente, Greenpeace, No Tav e No Tap.
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