In Piemonte, a pochi chilometri dal confine francese, la Valle Maira offre tutto ciò che chi ama l’autenticità dei territori montani cerca.
Palermo, 5 cose da vedere nella città dalla bellezza caotica ma meravigliosa
Si prepara per il ruolo di capitale italiana della cultura 2018 ma Palermo è da vedere e scoprire ogni giorno. Tra bellezza e degrado, 5 luoghi da non perdere nel capoluogo siciliano, mete da visitare anche in un weekend.
Palermo è stata capitale italiana della cultura nel 2018 ed è sempre, ogni giorno, un insieme confuso e meraviglioso di aspetti contrastanti che la rendono una città unica, da visitare e conoscere assolutamente. Vi proponiamo un minitour da fare ad esempio in un weekend invernale tra posti bellissimi e luoghi d’interesse nei suoi quartieri, un itinerario tra gli aspetti meno noti del capoluogo siciliano. Per scoprire la sua bellezza e (anche) la sua inconsapevolezza delle proprie potenzialità.
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Cosa visitare a Palermo, 5 mete e attività da non perdere
Arenella
Arenella è un quartiere marinaro di Palermo situato sulla costa nord, l’unica parte della città che ha un rapporto diretto con il mare. Nato come borgo di pescatori e sviluppatosi intorno alla tonnara Florio durante l’Ottocento, è qui che si trovano due porti attualmente turistici, un tempo importanti porti di pescatori, quelli dell’Arenella e dell’Acquasanta. Nel Dopoguerra la distanza tra il centro e la borgata si è velocemente ridotta fino a che quest’ultima non è stata inglobata all’interno della città, divenendo un quartiere moderno dell’espansione in zona nord. Ad Arenella non è raro che le costruzioni siano quasi tutte abusive e per certi versi si sente anche la presenza di traffici illegali, ma se si riesce a guardare questo quartiere con gli occhi di Pier Paolo Pasolini, si scorge un’umanità in parte corrotta, in parte innocente.
Passeggiando nei vicoli dell’Arenella salterà all’occhio il complesso della tonnara: fu acquistato nel 1830 da Vincenzo Florio che commissionò all’architetto Carlo Giachery la trasformazione dell’antica struttura in residenza. Nacquero così i Quattro pizzi, una palazzina quadrangolare neogotica caratterizzata dalle quattro guglie che la sovrastano. L’impianto ripropone gli stilemi delle architetture gotiche inglesi. Molto suggestivi gli interni con una fastosa decorazione cromatica e con uno straordinario mobilio fatto di particolari ricami in legno. Lo zar di Russia Nicola I insieme alla zarina Alessandra e alla figlia in visita a Casa Florio nel 1845 rimasero talmente affascinati da tanto splendore da volere riprodurre una sala identica a quella della torre nella loro residenza imperiale di San Pietroburgo che chiamarono “Rinella”. La struttura palermitana ora è in parte occupata da un ristorante e una discoteca ma è aperta e visitabile di solito durante la manifestazione Le vie dei tesori tra settembre e ottobre. Anche solo dall’esterno però è davvero suggestiva. Un mondo altro a Palermo.
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Palazzo Abatellis e Palazzo Steri
Non sono luoghi insoliti questi palazzi ma vi invitiamo a visitarli con un occhio diverso, ponendo attenzione soprattutto all’aspetto architettonico perché opera del grande Carlo Scarpa che li ha ristrutturati negli anni Settanta con risultati magnifici, riportando ai vecchi fasti entrambi.
Palazzo Abatellis è una grandiosa dimora tardo-quattrocentesca in stile gotico-catalano. Dal 1953 è sede della Galleria regionale della Sicilia, dove sono esposte opere di artisti siciliani medievali, croci tardo-medievali, vasi e manufatti di epoca araba, pitture del Sei e Settecento. Sicuramente le opere d’arte di maggior rilievo sono lo splendido affresco del “Trionfo della Morte”, di cui non si conosce l’autore, realizzato nel Quindicesimo secolo e ritenuto un capolavoro dell’arte pittorica di quel periodo; il delicato busto di Eleonora d’Aragona eseguito da Francesco Laurana; l’intensa “Annunziata” di Antonello da Messina dipinta nel 1473, considerata un’autentica icona del Rinascimento italiano.
Palazzo Chiaramonte, noto come lo “Steri”, è uno dei luoghi simbolo della città. Racchiude sette secoli di arte e di storia della Sicilia ed è il primo esempio del nuovo stile architettonico che si affacciava sull’isola all’inizio del Trecento, detto appunto chiaramontano. Elegante e solenne, il palazzo è arricchito da splendidi colonnati e bellissime bifore e trifore. Restaurato da Scarpa e l’architetto Roberto Calandra, è oggi sede del Rettorato degli Università degli studi di Palermo. Qui inoltre è conservato il celebre dipinto di Renato Guttuso, “La Vucciria“.
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Street art e realtà aumentata
Molto diversa dalla segnalazione precedente è questo moderno progetto di cui vi invitiamo a fruire, gratuitamente: si tratta di scoprire la street art di Palermo, numerosa in tutti i quartieri della città, attraverso il semplice utilizzo del proprio smartphone. Palermo città aumentata è la prima esperienza sperimentale in seno al progetto Maua, il Museo di arte urbana aumentata. 30 giovani creativi palermitani tra artisti, designer, architetti e grafici, in occasione del Workshop di immaginazione pubblica chiamato “Call for (AR)tist” ospitato dalla Galleria d’arte moderna di Palermo, hanno adottato 20 opere di street art sparse per tutto il centro storico di Palermo e a partire da esse hanno realizzato delle animazioni digitali inedite fruibili in realtà aumentata.
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Salita al santuario di Santa Rosalia
Il Santuario di Santa Rosalia, dedicato alla santa patrona della città, si trova all’interno di un anfratto di roccia, quasi sulla cima del Monte Pellegrino, caratteristica che lo rende molto suggestivo. Custodisce la memoria del prodigioso ritrovamento delle ossa di Santa Rosalia che furono scoperte il 15 luglio 1624 grazie all’indicazione di una donna, Girolama La Gattuta, che salita sul monte per sciogliere un voto il 26 maggio dello stesso anno, si racconta ebbe la duplice visione della Madonna e di Santa Rosalia durante la quale le fu indicato dove trovarle. Il 13 febbraio 1625, mentre la peste flagellava la città, il giovane Vincenzo Bonelli, disperato per la morte della moglie, salì sul monte per suicidarsi. Fermato nell’intento dall’apparizione della santa, ricevette indicazioni per fare una processione. Fu così che il 9 giugno 1625, durante il corteo religioso con le reliquie della santa, al canto del Te Deum Laudamus, la peste cessò e Palermo fu salva. Il senato palermitano, come segno di ringraziamento per la peste sconfitta, le dedicò il santuario.
I palermitani lo chiamano il santuario della “santuzza” dalla scala vecchia, in riferimento a una scalinata in ciottoli del Settecento che inizia in via Bonanno, dove parte la strada carrozzabile che sale al Monte Pellegrino. La scalinata non è ripida e chiunque può percorrerla: si tratta di un percorso lungo 4 chilometri scarsi. Qui per la verità si vedono pochi devoti e molti sportivi che la salgono correndo per tenersi in forma. Entrati nella grotta si respira un’aria mistica che ripaga della scalinata. La nota dolente è che la salita non è segnalata alla partenza e non ci sono cartelli che indicano l’itinerario, inoltre l’acciottolato “dell’acchianata“, come dicono i palermitani, è pieno d’immondizia.
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Cosa mangiare a Palermo: aperitivi e spuntini speciali
La cucina siciliana è uno spettacolo per varietà e sapori e a Palermo sono tanti i piatti tipici da assaggiare. Se però durante un tour della città non si vuole perdere troppo tempo una tappa da fare è sicuramente quella a I cuochini. Siamo nel centro di Palermo, in via Ruggero Settimo tra il Teatro Massimo e il Teatro Politeama, ed è qui che all’interno di un piccolo portone si trova uno dei più antichi laboratori gastronomici della città, dove è possibile assaggiare il migliore cibo di strada palermitano. Uno storico punto di riferimento per gli estimatori di una cucina veloce ed economica ma sempre attenta alla qualità e legata alla tradizione culinaria.
Il bancone de I cuochini è sempre ricco di delizie appena preparate e le cucine a vista consentono agli avventori di verificare la passione e la cura riposte nella realizzazione della rosticceria. C’è solo l’imbarazzo della scelta: arancinette, panzerotti, focaccine con le panelle, timballetti, crocchettine.
All’ora dell’aperitivo invece il posto dove andare, sembrerà strano, è la Rinascente: non è che vi servano cose speciali ma è qui che si gode un panorama stupendo dalla sua terrazza. Si trova in via Roma 289 e si vede perfettamente piazza San Domenico e la sua splendida chiesa dall’alto, uno spettacolo specie al tramonto, per questo il momento giusto per andarci è l’aperitivo serale.
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