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Cosa vedere ad Astana, la città di Expo 2017
Nella capitale del Kazakistan tra giugno e settembre si svolge Expo 2017. Cosa vedere ad Astana, una capitale moderna dal carattere sia orientale sia occidentale.
Dopo Expo Milano 2015, la capitale del Kazakistan sarà la sede di Expo Astana 2017 ma in pochi conoscono la sua storia e le attrattive che offre. Scopriamo cosa vedere ad Astana, una capitale moderna dalla cultura sia orientale sia occidentale e dalle architetture avveniristiche.
Astana, un po’ di storia
Astana è una città giovane creata per il volere del presidente kazako Nursultan Nazarbayev che nel 1997 volle spostare la capitale da Almaty a qui. Questa decisione fu motivata dalla posizione geo-politica della città che si trova nel centro del Kazakistan e del continente eurasiatico, nonché dalla disponibilità di infrastrutture per il trasporto e la comunicazione. La nuova sede della capitale venne scelta anche per l’abbondanza di spazio e di terra che le avrebbe permesso di svilupparsi. Nel 1998 alla nuova capitale venne dato il nome di Astana, “capitale” in kazako.
Architettura nella capitale del Kazakistan
Il concetto architettonico sul quale la città si è sviluppata è una visione eurasiatica, cioè un luogo che unisce Oriente e Occidente per rappresentarli in modo armonico. Un obiettivo ambizioso che si realizza grazie a contributi eccellenti. L’autore del “piano” di Astana infatti è stato il famoso architetto giapponese Kisho Kurokawa che ha progettato anche il museo Van Gogh di Amsterdam, l’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur e il museo etnologico nazionale di Osaka.
Tra gli altri contributi di primo piano quello dell’architetto britannico Norman Foster che ha progettato e costruito il Palace of peace and reconciliation (Palazzo della pace e della riconciliazione) oltre al nuovo centro di intrattenimento Khan Shatyr.
Di fatto Astana è oggi una città in continuo cambiamento che suscita l’interesse e la curiosità di un numero sempre maggiore di turisti.
Cosa vedere ad Astana
Il Bayterek
Il Bayterek, l’albero della vita nel centro dell’Eurasia, è il simbolo e biglietto da visita della capitale e si presenta come una torre al centro della città amministrativa. Tutto in questo monumento è simbolico: il sole d’oro sulla cima dell’albero – a 97 metri d’altezza – e l’architettura interna divisa in tre zone che rappresentano i tre principi universali fondamentali. Bayterek in kazako vuol dire “pioppo” e la struttura in metallo, vetro e cemento è architettonicamente unica e grandiosa: alta 105 metri, pesa mille tonnellate che posano su cinquecento pali. La sfera di vetro in cima è camaleontica, ossia cambia colore con la luce del sole ed è sospesa a un’altezza record.
Il Palace of peace and reconciliation
Il Palace of peace and reconciliation è una piramide costruita da Foster nel 2006. Deve il suo nome al fatto che al suo interno ogni tre anni si riuniscono i leader religiosi di tutto il mondo al Congress of leaders of world and traditional religions. La piramide è alta 62 metri ed è stata costruita su un rialzo di 15 metri per una superficie totale di oltre 25mila metri quadrati. Visitarla è un’esperienza unica: spettacolare la sala per concerti e la cima alla quale si accede con un ascensore che non viaggia in verticale ma in diagonale. C’è anche un giardino d’inverno all’interno che la rende una struttura sorprendente.
Le moschee di Hazret Sultan e Nur-Astana
Da visitare sono anche le due moschee presenti in città: la moschea Hazret Sultan e quella di Nur-Astana: la prima è più imponente e maestosa, in linea con la sensazione che vuole suscitare, l’altra ha dimensioni ridotte ma una cupola d’oro che illuminata dal sole diventa davvero suggestiva. Per accedere le donne devono indossare una vestaglia azzurra con cappuccio e per tutti è d’obbligo togliersi le scarpe.
Ad Astana c’è anche una sinagoga che come tutti i suoi monumenti rispecchia la realtà di un moderno Kazakistan multinazionale e multiconfessionale: qui i rappresentanti di tutte le etnie e le principali religioni vivono e lavorano insieme e la città è diventata sede di una serie di forum pubblici dedicati alla cooperazione interetnica e interreligiosa.
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