Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Ieri il New York Times ha pubblicato un lungo servizio sul Quorn. Un prodotto sconosciuto a noi italiani, ma assai noto e diffuso in Europa, dall’Inghilterra (ove viene prodotto) alla Svizzera (dove si vende nei supermarket). Almeno venti milioni di europei usano le polpette di quorn, le scaloppine di quorn, il paté di quorn al
Ieri il New York Times ha pubblicato un lungo servizio sul Quorn.
Un prodotto sconosciuto a noi italiani, ma assai noto e diffuso in
Europa, dall’Inghilterra (ove viene prodotto) alla Svizzera (dove
si vende nei supermarket).
Almeno venti milioni di europei usano le polpette di quorn, le
scaloppine di quorn, il paté di quorn al posto della carne,
poiché il sapore, la testura e la consistenza sono molto
simili alla carne. Però ha un contenuto bassissimo di
grassi, è ricco di proteine ed è 100% vegetale,
adattissimo perciò alla dieta vegetariana. Ed è a
quanto pare delizioso.
Ma proprio l’ingrediente base del quorn ora suscita qualche
perplessità. L’azienda produttrice è appena sbarcata
in USA, è lì il prodotto e la sua etichettatura hanno
sollevato polemiche tra gli altri produttori di hamburger
vegetariani, i biologi e gli esperti di funghi.
Esperti di funghi, proprio così. Perché – si legge
sulla confezione – il quorn è fatto con un ingrediente “che
proviene da un piccolo, modesto membro della famiglia dei
funghi”.
Precisamente si tratta del Fusarium venenatum. Alcuni ricercatori
lo identificarono in un campo del Buckinghamshire, England, nel
1967. Cresce in terra e sui cereali, formando sottili filamenti a
volte di sfumatura rosata. Sono proprio quei filamenti, simili alle
fibre muscolari, a dare al quorn la consistenza della carne.
Insomma, ha poco a che fare con i porcini e tutti i funghi carnosi,
rotondi e marroni che conosciamo. E, soprattutto, appartiene
biologicamente a un gruppo di funghi molto distante da quelli di
bosco.
Alcuni scienziati che studiano i funghi (micologi) della Penn State
University hanno dichiarato che affermare che il quorn è un
fungo “è come dire che un topo è un pollo solo
perché entrambi sono animali”. In effetti la famiglia dei
funghi è assai ampia e, dicono questi scienziati, “il quorn
è fatto con un ‘fungo’ più accuratamente descrivibile
come ‘muffa'”. In effetti in biologia i “funghi” hanno il loro
regno, accanto a quello vegetale e animale, che comprende migliaia
di membri, quelli commestibili (dai porcini ai tartufi fino alle
muffe dei formaggi erborinati) ma anche tipi meno raccomandabili
(che si trovano in ambienti poco igienici).
Infine, c’è da dire che la casa produttrice del quorn, la
Watson Foods, è di proprietà della farmaceutica
AstraZeneca, nota per il suo impegno nelle biotecnologie.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Come emerge dalla fotografia di ActionAid, la povertà alimentare tra gli adolescenti non è solo questione di disponibilità di cibo, ma di relazioni, identità e possibilità di scegliere.
Consiglio e Parlamento europei si sono accordati sulla proposta della Commissione Ue per la deregolamentazione dei nuovi ogm, ma le organizzazioni contadine, dell’agricoltura bio e ambientaliste chiedono di fermarla.
In Australia alcuni ricercatori stanno indagando come i microbi, compresi quelli del suolo, influenzano gli stati emotivi e le relazioni sociali attraverso l’asse intestino-cervello.
La proposta di togliere la scadenza all’autorizzazione delle sostanze attive dei pesticidi è contenuta in un pacchetto semplificazione della Commissione. Per gli ambientalisti in questo modo il profitto dell’industria prevale sulla salute.
L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Un documento dell’associazione Ciwf fa i conti di quanto costerebbe in termini ambientali, economici ed etici il primo allevamento di polpi e, in generale, l’acquacoltura carnivora.
Sei anni dopo il precedente dossier, Eat-Lancet estende il concetto di dieta per la salute planetaria anche ai temi di giustizia sociale e accessibilità del cibo.
Con l’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva suolo, gli Stati membri hanno tre anni di tempo per istituire sistemi di monitoraggio e promuovere soluzioni per una gestione sostenibile.