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Cos’è la Festa del lavoro e perché si festeggia il primo maggio
Il primo maggio è la Festa del lavoro che ricorda le lotte operaie per i diritti dei lavoratori. Oggi alcune basilari conquiste sociali rischiano di nuovo di essere messe in discussione.
Il 1º maggio è la Festa dei lavoratori. Quali sono le origini della festa
La celebrazione del primo maggio affonda le sue origini alle rivendicazioni per la giornata lavorativa di otto ore a partire da metà Ottocento. Dall’Australia all’America comincia a diffondersi il motto “otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”.
A sviluppare un grande movimento di lotta sulla questione delle otto ore sono state soprattutto le organizzazioni dei lavoratori statunitensi. L’Illinois, nel 1866, approvò una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore, la cui applicazione fu però intralciata e ostacolata. L’entrata in vigore della legge era stata fissata per il 1 maggio 1867. Quel giorno venne organizzata a Chicago una grande manifestazione e diecimila lavoratori diedero vita al più grande corteo mai visto per le strade della città americana.
Nell’ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1 maggio 1886 la data limite a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno. Cadeva di sabato, allora giornata lavorativa, e in dodicimila fabbriche degli Stati Uniti 400mila lavoratori incrociarono le braccia. Seguirono disordini per diversi giorni fino a quella che, il 4 maggio 1886, fu chiamata la strage di Haymarket Square. Lo scoppio di una bomba a Chicago durante una grande manifestazione operaia causò la morte di sette poliziotti e almeno quattro civili. Dell’azione dinamitarda furono incolpati gli anarchici, tre dei quali furono condannati a morte. Edgar Lee Masters ne discute in una poesia di Spoon River, ‘Carl Hamblin’ (poesia che, nella traduzione di Fernanda Pivano, è incisa sulla lapide di Giuseppe Pinelli, anarchico).
Così, la data dell’1 maggio ha cominciato a caricarsi di un forte significato simbolico.
La ricorrenza come la conosciamo noi oggi, nata per ricordare i diritti dei lavoratori di tutto il mondo, venne ideata il 20 luglio 1889 a Parigi. Il congresso costitutivo della Seconda Internazionale decise “una grande manifestazione organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente i tutti i paesi e in tute le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore”. La data proposta fu il 1 maggio, la Festa del lavoro.
Inizia così la tradizione del 1 maggio
A questo appuntamento il movimento dei lavoratori si prepara con sempre minore improvvisazione e maggiore consapevolezza. L’obiettivo originario delle otto ore viene messo da parte e lascia il posto ad altre rivendicazioni politiche e sociali considerate più impellenti. La protesta per le condizioni di miseria delle masse lavoratrici anima le manifestazioni di fine Ottocento.
La riuscita del 1 maggio 1890 anche in Italia costituisce una sorpresa per molti socialisti e un salto di qualità del movimento dei lavoratori, che per la prima volta dà vita ad una mobilitazione su scala nazionale, per di più collegata a un’iniziativa di respiro internazionale. In numerosi comuni, grandi e piccoli, si svolgono manifestazioni che fanno registrare quasi ovunque una buona partecipazione di lavoratori. Un episodio significativo accade a Voghera, dove gli operai, costretti a recarsi al lavoro, ci vanno vestiti a festa.
“La manifestazione del 1 maggio – commenta a caldo Antonio Labriola – ha in ogni caso superato di molto tutte le speranze riposte in essa da socialisti e da operai progrediti. Ancora pochi giorni innanzi, la opinione di molti socialisti, che operano con la parola e con lo scritto, era alquanto pessimista”.
Invece, il 1 maggio 1898 coincide con la fase più acuta dei “moti per il pane“, che investono tutta Italia e hanno un tragico epilogo a Milano. Nei primi anni del Novecento il 1 maggio si caratterizza anche per la rivendicazione del suffragio universale, poi per la protesta contro l’impresa libica e contro la partecipazione dell’Italia alla guerra mondiale.
Il 1º maggio in Italia, il fascismo e l’eccidio di Portella della Ginestra
Nel nostro Paese il fascismo decise la soppressione del 1° maggio, che durante il ventennio fu inglobato alla celebrazione del 21 aprile, il cosiddetto Natale di Roma. Così la festa del lavoro assume una connotazione frondista e diviene occasione per esprimere in forme diverse (dal garofano rosso all’occhiello alle scritte sui muri, dalla diffusione di volantini alle riunioni in osteria) l’avversione al regime.
Il 1° maggio diviene ufficialmente festa nazionale nel 1947, altra data tragica per i lavoratori, legata all’eccidio di Portella della Ginestra in Sicilia. Il primo maggio 1947 nei pressi della Piana degli Albanesi, vicino Palermo, durante la Festa del lavoro, la banda Giuliano sparò sulla folla di contadini che festeggiava la fine della dittatura e il ripristino delle libertà, uccidendo dodici persone e ferendone più di trenta. La matrice politica dell’attentato sembrò evidente, nonostante che l’allora ministro dell’Interno Mario Scelba negasse ovviamente qualunque connessione.
Il riconoscimento delle otto ore lavorative in Italia
Questo diritto, figlio della richiesta nata in Australia nel 1856 di “otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”, fu riconosciuto ai lavoratori italiani il 20 febbraio 1919, data in cui venne siglato l’accordo pilota fra la Federazione degli industriali metallurgici e la Fiom. Il decreto fu poi esteso a tutte le categorie nel 1923.
La Festa del lavoro in Inghilterra
Mentre in Italia e nella maggior parte degli altri paesi la Festa del lavoro si festeggia invariabilmente il primo maggio, in Inghilterra i lavoratori godono di un giorno di riposo variabile che coincide con il primo lunedì del mese, chiamato May day. Nel Regno Unito la celebrazione del May day è molto antica e deriva da tradizioni pagane celtiche e anglo-sassoni. Un tempo si festeggiava l’avvento della primavera e i contadini inglesi erano soliti riunirsi nelle fattorie per celebrare la fertilità della terra con caroselli e girandole di nastri colorati.
L’attualità italiana e la festa del 1° maggio, oggi
In Italia è dal 1990 che si organizza a Roma, in piazza di Porta San Giovanni, un concerto promosso dai tre principali sindacati italiani: Cgil, Cisl e Uil. L’avvenimento, ideato da Maurizio Illuminato, ogni anno richiama un gran numero di spettatori da tutta Italia e non solo, proponendo artisti sia italiani che stranieri. Presentatore del primo evento fu Carlo Massarini, davanti a un pubblico di 190mila persone.
Però i lavoratori, da anni, non hanno molti motivi per cui festeggiare. Il tasso di disoccupazione resta tra i peggiori dell’area Ocse, soprattutto tra i giovani, tra cui è sempre diffuso il lavoro precario. In crescita anche i giovani che non studiano né lavorano. In Italia il tasso di occupazione è fermo al 58,6 per cento, al terzultimo posto tra i paesi avanzati e molto distante dagli altri paesi del G7, che hanno un’occupazione media del 71,6 per cento.
Operai dell’Ilva di Genova protestano per chiedere garanzie sul proprio futuro ANSA/ LUCA ZENNAROL’assenza di lavoro non è però l’unico problema; un notevole abbassamento dei salari si è infatti registrato in tutta l’Ue, i più colpiti sono stati i lavoratori a tempo determinato e le donne, aumentando nettamente il divario tra contratti a tempo e contratti indeterminati e di conseguenza le disparità sociali.
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