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Perché scegliere cosmetici senza microplastiche e come riconoscerli, l’esempio di Cosnova
Le microplastiche presenti nei cosmetici finiscono nei mari contribuendo all’inquinamento, ma esistono prodotti formulati senza polimeri.
- Le microplastiche sono usate nei cosmetici con varie finalità, dall’effetto opacizzante a quello a lunga durata.
- Ma quando ci si strucca, questi polimeri sintetici finiscono nello scarico del lavandino e da qui nei mari, contribuendo all’inquinamento.
- Una restrizione europea punta a eliminare le microplastiche dai cosmetici, ma aziende come Cosnova li hanno già sostituiti con sostanze naturali.
Nel glossario dell’inquinamento, alla voce microplastiche sono descritte minuscole particelle solide di plastica, di grandezza inferiore ai 5 mm, insolubili e resistenti alla degradazione, che contaminano l’aria, il suolo e l’acqua con gravi conseguenze sugli ecosistemi e sulla nostra salute.
Nel solo Mar Mediterraneo finiscono ogni anno circa 570mila tonnellate di plastiche, il 94 per cento delle quali è composto da microplastiche. Scambiando queste per cibo, i pesci se ne nutrono e di conseguenza anche noi. Uno studio australiano ha stimato che in media mangiamo ogni settimana l’equivalente di una carta di credito di plastica (5 grammi).
Come le microplastiche finiscono nei mari e le restrizioni europee per limitare l’inquinamento
Circa il 50 per cento delle microplastiche che ci sono in mare viene rilasciato nell’ambiente attraverso le acque reflue, in modi che spesso non ci immaginiamo, dal lavaggio di vestiti sintetici in lavatrice all’utilizzo di detergenti e cosmetici che contengono questi polimeri.
Il 15 ottobre scorso è entrata in vigore una restrizione della Commissione europea che limita l’aggiunta intenzionale di microplastiche ai prodotti che rilasciano questi frammenti durante il loro impiego: l’obiettivo è quello di ridurre del 30 per cento l’inquinamento da microplastiche entro il 2030 e di impedire il rilascio nell’ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di particelle.
Tra i numerosi prodotti interessati dalla restrizione figurano anche i cosmetici da cui proviene tra lo 0,1 e il 4 per cento del totale delle microplastiche che finiscono in mare. Il regolamento ha vietato immediatamente la produzione di prodotti con microsfere esfolianti e detergenti, mentre per tutti gli altri cosmetici è previsto un periodo di transizione dai 4 ai 12 anni, a seconda della tipologia di prodotto, per adeguarsi alle nuove regole: ottobre 2027 per i cosmetici a risciacquo; ottobre 2029 per i prodotti non a risciacquo come creme e deodoranti; 2035 per smalti e make-up.
Cosmetici senza microplastiche: il traguardo di sostenibilità raggiunto da Cosnova
Ci sono però aziende che già da tempo hanno intrapreso un percorso virtuoso di eliminazione delle microplastiche dai propri prodotti. Tra queste la tedesca Cosnova, con sede principale a Sulzbach, vicino a Francoforte, che distribuisce in 80 paesi del mondo tra cui l’Italia e che da marzo 2023 può vantare l’assenza totale di microplastiche nei prodotti dei brand essence e Catrice.
“Quando uno studio ha rivelato che il 50 per cento dei nostri consumatori utilizza l’acqua per struccarsi – ha dichiarato Katrin Steinbach, Technical unit expert corporate responsibility di Cosnova – abbiamo capito che dovevamo garantire che i nostri prodotti non rilasciassero microplastiche nell’ambiente, perché anche il make-up contribuisce all’inquinamento dell’acqua”. Un traguardo raggiunto dopo tre anni di ricerca per individuare dei sostituti efficaci.
Microplastiche in etichetta e le possibilità per sostituirle
Le microplastiche nei cosmetici corrispondono a ingredienti come Polyethylene (PE), Polymethyl methacrylate (PMMA), Nylon, Polyethylene terephthalate (PET), Polypropylene (PP). Hanno diverse funzioni: forniscono un effetto opacizzante, fanno durare più a lungo il prodotto sulla pelle, rendono le texture cremose e più soffici.
“Le microplastiche non possono essere sostituite singolarmente, né possono essere rimosse a fine processo. Abbiamo dovuto rinnovare completamente le nostre formule per farle funzionare senza particelle di plastica, esaminando ogni singolo prodotto e testando ingredienti alternativi, in particolare sostanze naturali come l’amido di mais o di riso”, ha spiegato Nadine Langen, chief executive officer di Cosnova Italia, filiale di Cosnova che ha rafforzato l’impegno contro l’inquinamento dell’azienda aderendo alla Water Defenders Alliance di LifeGate con l’adozione di un Seabin, un cestino di raccolta dei rifiuti galleggianti posizionato nel Porto Antico di Genova.
Cosnova, il prossimo obiettivo è l’addio ai siliconi volatili
Per sviluppare prodotti ancora più sostenibili, Cosnova punta a realizzare formule prive di siliconi volatili. La gamma dei siliconi e delle loro applicazioni è molto ampia, ma anche queste sostanze hanno effetti negativi per la salute e l’ambiente. Come le microplastiche, i siliconi sintetici finiscono nell’ambiente attraverso le acque reflue, dove fanno fatica a biodegradarsi. Il raggiungimento dell’obiettivo è fissato al 2025.
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