Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Costa d’Avorio, uccisi 15 civili e 3 soldati in un attacco terroristico
Le spiagge soleggiate e affollate della Costa d’Avorio meridionale si sono trasformate in un teatro di guerra nella giornata del 13 marzo. Alcuni militanti vestiti di nero e con il volto coperto da passamontagna hanno aperto il fuoco sui bagnanti uccidendo 18 persone prima di essere fermati e abbattuti dalle forze di sicurezza. Le vittime, tre soldati
Le spiagge soleggiate e affollate della Costa d’Avorio meridionale si sono trasformate in un teatro di guerra nella giornata del 13 marzo. Alcuni militanti vestiti di nero e con il volto coperto da passamontagna hanno aperto il fuoco sui bagnanti uccidendo 18 persone prima di essere fermati e abbattuti dalle forze di sicurezza. Le vittime, tre soldati e 15 civili, erano uomini, donne e bambini presenti in spiaggia. Secondo quanto riportato dalla Bbc, quattro delle vittime erano occidentali, tra cui un francese e un tedesco.
L’attentato è stato rivendicato da Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) ed è avvenuto presso la località turistica di Grand-Bassam, a circa 40 chilometri da Abidjan, la capitale commerciale del paese. Il massacro fa seguito a due attacchi dello stesso gruppo che hanno di recente colpito altri luoghi turistici della regione: uno in Mali a novembre 2015 e l’altro in Burkina Faso a gennaio 2016 in cui sono morte 49 persone.
La Costa d’Avorio, prima esclusa dal mirino dei gruppi terroristici islamici, è sempre più considerata a rischio a causa degli attacchi perpetrati nei paesi vicini. Questo attacco, avvenuto vicino all’hotel l’Etoile du Sud, è una conferma di fino a dove può arrivare l’Aqmi: dall’Algeria, dove è nata, l’organizzazione si è diffusa nell’area del Sahel e del Sahara meridionale.
Al Qaeda gunmen kill 16 in #IvoryCoast beach attack https://t.co/qr7EdO89Uh Reuters/@joepenney pic.twitter.com/J3akt6hD6Q
— Reuters Paris Pix (@ReutersParisPix) 13 marzo 2016
Il bisogno di porre fine a questa minaccia è sempre più urgente e i governi regionali dovrebbero “incrementare le azioni di controllo, raccogliere informazioni e agire individualmente o congiuntamente”, ha commentato Tomi Oladipo, corrispondente Bbc dall’Africa. Tuttavia, si riscontra ancora una mancanza generale di strategie a lungo termine e di ampia portata che abbiano l’obiettivo di eliminare la minaccia rappresentata dal terrorismo islamico e di evitare ulteriori perdite umane in tutto il mondo.
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