I nostri consigli per le prossime vacanze raccolti alla Fiera del cicloturismo di Bologna. Dal Piemonte alla Sicilia ecco l’Italia da scoprire in bicicletta.
Cresce il cicloturismo in Italia: Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana le mete preferite
Numeri in crescita nel rapporto di Isnart e Legambiente sul cicloturismo in Italia, con un impatto sull’economia del settore di 4 miliardi di euro.
Il cicloturismo in Italia ha diverse interpretazioni e sfaccettature ma una cosa è certa: si tratta di un settore in forte crescita. C’è chi pedala per un’avventura con tenda al seguito senza sapere esattamente dove andrà e quando farà ritorno, chi viaggia leggero nel fine settimana per macinare più chilometri possibile. Chi, ancora, sceglie escursioni brevi di alcune ore o esperienze di gruppo comode e in e-bike, soggiornando in strutture di alta gamma. Il risultato è un guadagno per l’economia di circa 4 miliardi di euro. È quanto emerge dal rapporto‘Viaggiare con la bici 2023’, realizzato da Isnart, Istituto nazionale ricerche turistiche, per l’Osservatorio sull’economia del turismo delle Camere di commercio promosso con Legambiente e presentato a Bologna durante la seconda edizione della Fiera del Cicloturismo. Un evento che visti i numeri registrati (circa 19mila visitatori in due giorni) conferma il crescente interesse per i viaggi in bicicletta e il turismo attivo.
Cosa è emerso dal rapporto “Viaggiare con la bici 2023”
Nel rapporto si stima che nel 2022 siano state oltre 33 milioni le presenze in Italia, considerando i cicloturisti “puri” e turisti in bicicletta, con un impatto economico superiore ai 4 miliardi di euro. Per capirci, sono considerati “cicloturisti puri” i viaggiatori italiani e stranieri che scelgono l’Italia appositamente per una vacanza in bicicletta e che raggiungono un numero pari a 9 milioni di presenze, più del doppio del 2019 (4,4 milioni di presenze). Un numero capace di generare un impatto economico stimato in oltre 1 miliardo di euro. Accanto a questi viaggiatori c’è poi la categoria dei turisti mossi da altre motivazioni, che trascorrono parte della vacanza utilizzando la bicicletta: quasi 24 milioni di presenze, con una spesa sul territorio pari a quasi 3 miliardi di euro.
“Il cicloturismo è una leva sempre più importante della valorizzazione in chiave turistica del nostro territorio – sottolinea il Presidente di Isnart, Roberto Di Vincenzo – e perfettamente in linea con le scelte in termini di sostenibilità ambientale che caratterizzano il Pnrr. Attraverso il rapporto, Isnart monitora già da alcuni anni il fenomeno, consapevole del grande potenziale in termini di indotto economico, allungamento della stagionalità e riorientamento dei flussi turistici verso borghi e aree interne del Paese che il bike tourism esprime, da Nord a Sud”.
L’economia del cicloturismo, la rivoluzione a pedali
I dati fotografano quella che viene definita “la rivoluzione a pedali” in atto in Italia. Come spiega Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Legambiente turismo, “in molte aree del Paese il cicloturismo è già un’eccellenza dell’offerta turistica, anche se bisogna lavorare meglio sulla crescita culturale, sul consolidamento dell’offerta di servizi specifici e l’integrazione di nuove ciclovie nei sistemi di offerta locali del turismo. Da sottolineare come la redistribuzione dei flussi cicloturistici verso il centro sud del Paese e il lavoro che tanti territori stanno facendo per utilizzare le infrastrutture esistenti a fini cicloturistici stiano disegnando quella ‘via italiana’ al cicloturismo che può rappresentare la risposta originale del nostro Paese alla domanda mondiale di vacanze a pedali”.
Il consolidarsi della domanda sta premiando gli operatori specializzati che hanno saputo fiutare la tendenza offrendo prima di altri proposte e servizi di qualità: il 38 per cento delle imprese che operano esclusivamente nel segmento d’offerta legata al cicloturismo ha registrato nell’ultimo anno ricavi in crescita. Anche i tour operator italiani specializzati sono molto positivi sulle prospettive di ulteriore crescita del mercato per il 2023: ben il 90 per cento prevede un incremento del proprio giro di affari.
Tra le mete del cicloturismo cresce il Sud Italia
Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana da sole attraggono il 47 per cento dei flussi cicloturistici del 2022, ma il cicloturismo progressivamente si va diffondendo in tutto il Paese. Tra il 2019 e il 2022, infatti, i cicloturisti che scelgono le regioni del Sud sono passati dal 7 al 17,4 per cento del totale. In crescita anche il Centro Italia che sale dal 10,9 per cento al 15,8 per cento.
Per le regioni del sud Italia, il cicloturismo rappresenta un’importante occasione per l’allungamento della stagionalità, per contrastare il fenomeno dell’overtourism e un importante volano di potenziale sviluppo in chiave turistica delle aree interne.
Un esempio è rappresentato dalla Basilicata dove L’Agenzia di promozione territoriale da tempo ha avviato iniziative come il “Basilicata free to move”, l’applicazione interattiva per smartphone e tablet che geolocalizza e permette di conoscere 21 itinerari cicloturistici per 1.729 km complessivi. In Abruzzo spicca invece l’esperienza del Gal “Costa dei Trabocchi” che promuove l’omonima ciclovia e una moltitudine di percorsi “a pettine” tra mare ed entroterra, caratterizzati da diversi gradi di difficoltà. Tutto grazie a sinergie e concertazione tra istituzioni, mercato e comunità locali.
La Calabria ha fortemente puntato sulla Ciclovia dei parchi, costituita da 545 chilometri prevalentemente su provinciali e arterie a bassa intensità di traffico che attraversano la dorsale appenninica della regione, toccando i parchi nazionali del Pollino, della Sila dell’Aspromonte e quello regionale delle Serre. In Puglia, la Regione sta riservando molta attenzione al cicloturismo, con uno sforzo di progettazione che mira a costruire un nuovo posizionamento “bike” in collaborazione con i comuni, le associazioni e gli operatori, anche attraverso l’organizzazione di tante iniziative legate allo sport.
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