Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
La popolazione di giaguari è in crescita nel parco nazionale dell’Iguazú
Nell’area protetta tra Brasile e Argentina il numero di giaguari, dopo aver toccato il suo minimo storico nel 2008, è finalmente in aumento.
Un tempo i giaguari (Panthera onca) popolavano gran parte del continente americano, dagli Stati Uniti a Sudamerica. Negli ultimi 150 anni, però, le popolazioni di questi grandi ed elusivi felini hanno subito un tragico declino a causa della distruzione delle foreste che fornivano loro riparo, del declino delle prede e del bracconaggio. I giaguari sono classificati come quasi minacciati dalla Lista rossa della Iucn e attualmente ne sopravvivono in natura circa 60mila esemplari. Recentemente la specie ha ricevuto ulteriore protezione dalla tredicesima conferenza delle parti della convenzione sulla Conservazione delle specie migratorie (Cms Cop 13) dell’Unep, svoltasi lo scorso febbraio in India, è stata infatti inserita nell’appendice I, in cui sono elencate le specie a rischio estinzione.
Leggi anche: Buone notizie per i giaguari, la popolazione è in aumento
Nel 2018 la Wildlife Conservation Society (Wcs) aveva riferito che il numero di questi grandi felini, grazie agli sforzi di conservazione, aveva iniziato una lieve ripresa. Una conferma di questa incoraggiante tendenza arriva dal parco nazionale dell’Iguazú, grande area protetta al confine fra Argentina e Brasile.
Il ritorno dei giaguari
All’inizio degli anni Novanta nel parco vivevano circa 400 giaguari ma nel 2008, nella parte brasiliana della riserva, si contavano appena otto individui. Nel 2010, grazie agli forzi congiunti tra i due paesi per fermare il bracconaggio e la deforestazione, i numeri hanno iniziato lentamente a crescere, fino ad arrivare ai 105 esemplari censiti nel 2018.
Leggi anche: Ripreso per la prima volta El Jefe, l’ultimo giaguaro selvaggio degli Stati Uniti
Oggi la popolazione di giaguari del parco continua ad aumentare, come testimoniano le riprese risalenti allo scorso dicembre ottenute con trappole fotografiche dai guardaparco brasiliani. Le immagini mostrano infatti la presenza di una femmina, battezzata Cacira, che non risultava dal precedente censimento e che verrà conteggiata nel prossimo censimento della specie, che sarà effettuato nella prima metà del 2020 e che coprirà entrambi i lati del fiume Iguazù.
Le ragioni della crescita
L’aumento dei giaguari nel parco dell’Iguazú può essere attribuito a una serie di fattori. Innanzitutto i governi di Brasile e Argentina, lavorando insieme, hanno intensificato la lotta a bracconaggio e deforestazione illegale. Anche il cambio dell’uso del suolo avrebbe giocato un ruolo decisivo, fino al 2007 l’attività predominante era l’allevamento di bovini e ovini, animali che i giaguari, a causa del declino delle loro prede abituali, avevano iniziato a cacciare, scatenando le ritorsioni degli allevatori. Dal 2007 però l’allevamento ha lasciato il posto all’agricoltura, in particolare alla coltivazione di soia e mais, contribuendo così a ridurre il conflitto tra allevatori e giaguari. Paradossalmente ad aiutare questi predatori è stata l’introduzione di due colture che in molte aree del Sudamerica sono legate alla deforestazione e alla perdita di biodiversità.
Leggi anche: Hanno ucciso Yo’oko, il penultimo giaguaro selvaggio degli Stati Uniti
Accettare i giaguari
Per permettere l’espansione dei giaguari e frenare il bracconaggio è stato però anche necessario lavorare sulle persone e modificare la loro percezione di questi animali. “La sopravvivenza del giaguaro dipende in larga misura dalla tolleranza umana verso l’animale. Il nostro lavoro cerca la coesistenza tra i due gruppi attraverso un cambiamento nella percezione verso i felidi”, ha affermato Yara Barros, coordinatrice del progetto Onças do Iguaçu, che monitora la popolazione di giaguari e svolge attività di conservazione nella regione.
Tra le iniziative intraprese i ricercatori forniscono alla gente del posto le informazioni necessarie per gestire correttamente il bestiame e gli animali domestici e su come comportarsi nell’improbabile caso di incontro con un giaguaro. “Stiamo anche valutando come incoraggiare fonti di reddito alternative per i produttori che hanno perso il bestiame a causa dei giaguari per dissuaderli dall’uccidere i predatori”, ha spiegato Barros.
L’importanza della sensibilizzazione
Un’altra importante iniziativa per far conoscere i giaguari e il prezioso ruolo ecosistemico di questi predatori apicali si chiama Giaguari a scuola e consiste in lezioni e spettacoli teatrali per bambini nelle scuole pubbliche. L’anno scorso sono stati realizzati venti eventi che hanno raggiunto oltre 1.500 bambini in dodici comuni.
I frutti di queste iniziative e della crescente sensibilità ambientale cominciano a vedersi. “C’è una maggiore accettazione del giaguaro tra il pubblico, non solo nel parco nazionale dell’Iguazú – ha affermato Ronaldo Morato, coordinatore del Centro nazionale brasiliano per la ricerca e la conservazione dei mammiferi carnivori (Cenap) -. Ci sono agricoltori che ancora non accettano iniziative di conservazione, ma le persone in generale sono più amichevoli nei confronti della natura, è un cambiamento che ha avuto luogo negli ultimi anni”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Il 21 ottobre è iniziata in Colombia la Cop16, la conferenza delle Nazioni Unite per tutelare la biodiversità del nostro Pianeta.
L’Australia amplia la riserva marina delle isole Heard e McDonald, superando i suoi stessi obiettivi di tutela degli oceani.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.