Crisi di governo, dopo le consultazioni Mattarella affida l’incarico a Conte
L'arrivo al Quirinale del Prof. Giuseppe Conte,convocato dal Presidente Sergio Mattarella.
(foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concluso il giro finale di consultazioni dopo l’apertura della crisi di governo, affidando a Giuseppe Conte l’incarico di formare un nuovo governo sostenuto da Movimento 5 stelle e Partito democratico.
L'arrivo al Quirinale del Prof. Giuseppe Conte,convocato dal Presidente Sergio Mattarella.
(foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concluso il secondo giro di consultazioni, concesso alle forze politiche al termine dei colloqui avvenuti la scorsa settimana in seguito alle dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il Capo dello Stato aveva dato alcuni giorni di tempo alle forze politiche, in particolare Movimento 5 stelle e Partito democratico, per provare a trovare un terreno comune di intesa per dare vita a una nuova maggioranza parlamentare, e dunque a un nuovo governo, senza dover indire elezioni anticipate. I due partiti in questione hanno comunicato di aver trovato un’intesa sul nome dello stesso Giuseppe Conte, cui Mattarella ha conferito questa mattina l’incarico di formare un nuovo governo.
Conte si mette al lavoro
Il premier incaricato ha spiegato che avvierà le consultazioni con tutti i gruppi “e all’esito di questo confronto mi dedicherò a elaborare un programma con tutte le forze politiche che si sono dichiarate disponibili, che desidero ringraziare fin d’ora. Attraversiamo una fase molto delicata, dobbiamo uscire al più presto dall’incertezza perché stiamo attraversando una congiuntura che presenta alcune criticità”. Conte ha assicurato che “sarà un governo per il bene dei cittadini, per modernizzare il paese, per rendere la nazione ancora più competitiva, più giusta, più solidale e più inclusiva” che offra al paese “lo sviluppo tecnologico, la tutela dell’ambiente, infrastrutture sicure e reti efficienti alimentate da fonti rinnovabili, la cura dei beni comuni, del patrimonio artistico, del benessere equo e sostenibile, la riduzione delle disuguaglianze di ogni tipo”.
In questi giorni, tra alti e bassi, M5s e Pd avevano ragionato su una serie di punti programmatici e sul nome dello stesso Giuseppe Conte, voluto dal Movimento come premier anche del prossimo governo. La direzione del Partito democratico ha infine dato il via libera al segretario Nicola Zingaretti all’accordo.
Liberi e Uguali per un governo che punti sull’ambiente
Martedì Mattarella ha ascoltato come da prassi il presidente del Senato Elisabetta Casellati, il presidente della Camera Roberto Fico, l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e i gruppi della Camera e del Senato. All’interno di questi ultimi, sono emerse posizioni differenti tra loro: una parte, composta dai parlamentari di Liberi e uguali, si è detta favorevole alla nascita di un nuovo governo che sia “di svolta, con una discontinuità su scelte precise su temi come l’ambiente, la riconversione ecologica dell’economia, le politiche migratorie e la riduzione delle disuguaglianze”, come hanno spiegato Loredana De Petris e poi, stamattina, Federico Fornaro; un’altra parte composta da Più Europa e le Autonomie che attende di verificare nomi e programmi dell’eventuale governo; un terzo, composto da Noi con l’Italia di Maurizio Lupi, “contraria alla nascita di un governo di sinistra”.
Fratelli d’Italia, ieri mattina, ha ribadito al Colle la propria posizione: “l’unico sbocco possibile è lo scioglimento immediato delle Camere e il ritorno alle urne” ha spiegato Giorgia Meloni che ha chiesto a Mattarella “di valutare questa opportunità anche in caso di una conferma da parte di Pd e M5S del “patto della poltrona”, perché un governo che nasce per impedire che gli italiani possano andare a votare è contro la democrazia”.
Il Partito democratico dice sì a un “governo di svolta”
Il Partito democratico accetta la sfida, e probabilmente anche il nome di Giuseppe Conte come premier: “Abbiamo riferito al presidente della Repubblica il nostro sostegno al tentativo di dare vita a un nuovo governo – ha detto il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti – e abbiamo accettato la proposta del Movimento 5 Stelle di indicare il nome del presidente del Consiglio dei ministri”. La delegazione del Pd “ha confermato risolutamente a Mattarella l’esigenza di costruire un governo di svolta e discontinuità. A seguito di un confronto con M5s, abbiamo definito un primo comune contributo politico di linee di indirizzo da offrire al premier incaricato: non c’è nessuna staffetta e nessun testimone da raccogliere ma una nuova sfida da cominciare, l’inizio di una nuova stagione civile, politica e sociale, che convinca gli italiani che le difficoltà possono essere superate”. Il nuovo governo dovrà andare incontro “alle ragazze e i ragazzi che sono alla ricerca di un lavoro e che desiderano costruire qui un progetto di vita, un modello di sviluppo verde, di ridistribuzione delle risorse. Amiamo l’Italia e pensiamo valga la pena provare questa esperienza: sottrarsi alla responsabilità del coraggio di tentare è l’unica cosa che non possiamo permetterci intendiamo mettere fine alla stagione dell’odio, del rancore e della paura”.
Berlusconi: ridare la parola al popolo
Forza Italia rimane contraria al proseguimento della legislatura in corso. “Abbiamo manifestato al presidente Mattarella – ha detto Silvio Berlusconi – la necessità di ridare la parola agli italiani, e tutta la nostra preoccupazione per il pericolo scenario che si sta delineando, e che Mattarella ha affrontato con equilibrio e saggezza. Il governo cui Pd e M5S intendono dare vita è una soluzione politicamente sbagliata, inadeguata ad affrontare i grandi problemi lasciati sul tappeto dal governo dimissionario. L’Italia ha bisogno di una svolta liberale e liberista. La nostra opposizione contro un governo che per la seconda nasce contro le volontà del popolo sarà ferma e senza compromessi”.
Salvini durissimo: milioni di italiani sconcertati
Durissimo il leader della Lega Matteo Salvini, che a Mattarella ha espresso “lo sconcerto non della Lega ma di milioni di italiani di fronte all’indecoroso teatrino della guerra delle poltrone che si sta verificando da giorni. Mattarella chiedeva una maggioranza ampia: il candidato presidente l’hanno trovato a Biarritz (dove Conte ha appena partecipato al G7, ndr) su indicazione di Parigi, Berlino e Bruxelles, perché dava fastidio un’Italia che stesse ridando dignità alle famiglie italiane e non ci avrebbero mai permesso una manovra coraggiosa con la flat tax”. Secondo Salvini “E’ il primo governo che ancor prima di nascere ha già iniziato a litigare, l’abbiamo detto a Mattarella: litigano nel Pd, litigano nei cinquestelle che mi sembrano molto dibattuti, litigano tra di loro. Abbiamo la certezza che ci sia un disegno che parte da lontano, un disegno di svendita del Paese. Poi ci si chiede perché gli italiani si stufano di andare a votare”.
Di Maio ufficializza: c’è l’accordo per un Conte-bis
Alla fine è arrivata la dichiarazione più importante, quello con la quale Luigi Di Maio ha annunciato, prima a Mattarella e poi al pubblico che “c’è un accordo politico con il Partito democratico affinché Giuseppe Conte sia di nuovo presidente del Consiglio. Il suo ruolo ci fa sentire garantiti sulle politiche che il Movimento 5 Stelle vuole portare avanti. Vogliamo portare avanti il lavoro iniziato il 4 marzo”. Di Maio ha aggiunto che “il Movimento non si sottrarrà alle proprie responsabilità: abbiamo preso degli impegni, tra cui fermare l’aumento dell’Iva e costi quel che costi vogliamo mantenerlo”. Il passaggio da un esecutivo di centrodestra a uno di centrosinistra non deve spaventare: “Siamo un movimento post-ideologico – ha detto Di Maio – siamo convinti che non esistono soluzioni di destra o di sinistra, ma solamente soluzioni: crediamo che questi schemi siano ampiamente superati. Sono i programmi, i temi e le scelte i veri protagonisti della politica”. Di Maio ha anche rivelato che “la Lega mi ha informato nei giorni scorsi di voler proporre me come presidente del Consiglio per un nuovo governo. Li ringrazio con sincerità ma dico che mi interessa il meglio per il Paese, non il meglio per me stesso”.
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