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Cosa si sa della crisi totale in Venezuela, tra violenze e repressioni
Le tensioni in Venezuela si continuano a intensificare dopo il licenziamento della procuratrice generale Luisa Ortega e l’attacco dei ribelli a una base militare. Gli eventi principali della crisi che Maduro non riesce a gestire.
Il governo del Venezuela guidato dal presidente socialista Nicolás Maduro ha festeggiato i risultati delle elezioni controverse indette lo scorso 30 luglio per formare un nuovo organo esecutivo, l’Assemblea costituente, con l’obiettivo di riscrivere la costituzione del 1999. Il 5 agosto, nel suo primo giorno di attività, l’Assemblea ha licenziato la procuratrice generale Luisa Ortega, un personaggio scomodo per il regime di Maduro. La situazione politica sempre più tesa è anche sfociata nella formazione di un gruppo di ribelli armati che si è proclamato Brigata 41 di Valencia, la capitale dello stato Carabobo, attaccando una base militare il giorno successivo.
Com’è iniziata la crisi costituzionale in Venezuela
Le misure drastiche per creare l’Assemblea costituente sono, all’interno di una crisi costituzionale, l’ennesima mossa finalizzata a consolidare il potere di Maduro e a minare l’opposizione. Il conflitto è iniziato a dicembre 2015 quando il partito in carica, il Partito socialista unito di Venezuela (Psuv), ha perso la maggioranza parlamentare alle elezioni. A marzo 2017 il Tribunale supremo di giustizia, formato principalmente da sostenitori del presidente, ha acquisito il controllo sciogliendo il parlamento (Assemblea nazionale) del Venezuela. Da aprile almeno 157 persone sono state uccise nelle 6.729 proteste organizzate in tutto il paese, secondo quanto denunciato da alcuni osservatori esterni. Inoltre, la popolarità del presidente oscilla intorno al 20 per cento.
L’isolamento di Maduro
Le elezioni che hanno portato alla creazione dell’Assemblea costituente sono state condannate da diverse istituzioni internazionali, dai governi stranieri e dalla società civile venezuelana. L’opposizione afferma che la votazione includeva solo i candidati del partito di Maduro e che ai votanti non è stata data possibilità di rifiutare la creazione dell’Assemblea.
Il 5 agosto Mercosur, l’istituzione regionale per l’integrazione economica, ha deciso di sospendere l’adesione del Venezuela per intensificare l’isolamento politico del regime di Maduro. La dichiarazione è stata accolta positivamente dall’Organizzazione degli stati americani (Oas), un altro organo regionale per l’integrazione, che l’ha definita “una decisione esemplare in difesa dei principi che uniscono i nostri paesi e trasmettono un messaggio di speranza e supporto al popolo del Venezuela, che sta lottando per i suoi diritti e per la sua libertà”.
Licenziata la procuratrice generale Luisa Ortega
La nuova Assemblea ha già sollevato dall’incarico la procuratrice generale Luisa Ortega, che si è sempre espressa esplicitamente su temi quali la violazione dei diritti umani e sull’incostituzionalità delle azioni intraprese dal governo. “Siamo solo un piccolo esempio di ciò che accade a chi si oppone a una forma di governo totalitario”, ha scritto Ortega in un comunicato per il popolo venezuelano. Ufficialmente, il suo allontanamento dalla carica è avvenuto a causa di “gravi offese”, per le quali risponderà davanti a una commissione disciplinare. Nel frattempo, i suoi beni sono stati congelati, le è stato proibito di lasciare il paese e le è stata negata la possibilità di ricoprire qualsiasi carica pubblica.
#OAS General Secretariat supports the decision by MERCOSUR on #Venezuelahttps://t.co/rRliGgM1G1 pic.twitter.com/nfKNId0ZEy
— OAS (@OAS_official) 6 agosto 2017
Un attacco ribelle
Il 6 agosto un gruppo di ribelli armati provenienti da Carabobo, uno stato vicino a Caracas, ha diffuso un video dichiarando il bisogno di “ristabilire l’ordine costituzionale e salvare il paese dalla distruzione totale”, chiedendo all’assemblea legislativa di “riconoscere e rispettare il volere del popolo di essere liberato dalla tirannia”. Almeno una persona è morta, una è stata ferita e altre sette sono state arrestate a seguito degli scontri a Valencia tra i soldati ribelli e le forze armate. “Siamo stati colpiti da un attacco terroristico”, ha commentato Jesús Suárez, comandante generale dell’esercito. Maduro ha infatti promesso che i ribelli armati coinvolti saranno presi.
Cosa dice la costituzione del Venezuela
La costituzione venezuelana introdotta nel 1999 dal deceduto leader socialista Hugo Chávez stabilisce che non può essere revocata con la forza ma, al contrario, solo attraverso una procedura prevista dal documento. Se le misure intraprese non si attengono a questa, la costituzione invita “ogni cittadino (…) ad aiutare a ristabilirla”. Nel suo ultimo provvedimento si afferma che “il popolo del Venezuela (…) deve ripudiare qualsiasi regime, legislazione o autorità che violi i valori e i princìpi democratici e i diritti umani”. A fronte della situazione, il governo venezuelano ha intrapreso misure estreme per consolidare il potere di Maduro che si sono tradotte nell’erosione delle libertà politiche e dello stato di diritto nel paese.
Devastato da disordini politici, economici e ideologici, il Venezuela è sospeso tra due scenari fatalistici. Da un lato, un colpo di stato e una guerra civile non sembrano così improbabili, dall’altro la paura di una repressione potrebbe portare la nazione ad arrendersi. Solo il tempo rivelerà se esiste ancora una soluzione intermedia oltre a queste tendenze politiche inquietanti. Le recenti elezioni e il licenziamento della procuratrice generale suggeriscono che il popolo venezuelano deve prendere la decisione ora, perché presto ci sarà sempre meno da poter salvare.
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