Tesla fa i conti con un crollo del 45% delle vendite in Europa, mentre il mercato dell’elettrico sale del 37%. Le possibili responsabilità di Elon Musk.
Tesla a gennaio ha venduto il 45 per cento in meno di auto in Europa rispetto al 2024; fra le possibili cause anche il calo di popolarità di Elon Musk.
Le vendite di veicoli elettrici in Europa sono cresciute del 37 per cento raggiungendo una quota di mercato del 16,7.
Le ibride sono la motorizzazione preferita in Europa, calano le vendite di benzina e diesel.
La transizione dell’auto corre veloce in Europa. A sorpresa, però, a guidarla sono i marchi cinesi, in forte ascesa.
L’Europa cambia passo per arrivare pronta al 2035, anno dello stop all’immatricolazione di auto nuove con motore endotermico, uno stop con possibili deroghe visto che Bruxelles starebbe valutando delle deroghe per consentire la commercializzazione delle ibride plug-in. Vedremo. Intanto, però, la good news è che la vendita di auto elettriche vola: a gennaio 2025 si registra un più 37 per cento rispetto allo scorso anno, con oltre 166mila nuove immatricolazioni.
Il segnale è chiaro: la transizione ecologica dell’auto, che se ne dica, prosegue verso quel futuro che abbiamo più volte raccontato, ossia l’auto a guida autonoma, la vera rivoluzione. La vera sorpresa, però, è un’altra. A guidare l’esplosione europea dell’auto elettrica non è Tesla, ma piuttosto marchi cinesi come BYD e Omoda–Jaecoo, che registrano un’impennata del 52 per cento, portando la loro quota di mercato al 3,7. Mentre Trump conferma l’annuncio a breve dei dazi del 25 per cento sull’auto, con il rischio di un’inutile guerra commerciale a danno dei consumatori e della transizione ecologica.
Cosa c’entra il crollo di Tesla con la (im)popolarità di Musk
Tesla a gennaio ha subito un crollo del 45 per cento sull’anno, complici alcune ragioni che vedremo a breve. Sicuramente il calo di popolarità del suo fondatore, Elon Musk è un fattore che sta influenzando le performance del marchio, soprattutto in Europa, insieme all’agguerrita concorrenza cinese, con prodotti accessibili e di qualità. In compenso, secondo il New York Times per il 2025 Tesla potrebbe vedersi affidare una commessa da 400 milioni di dollari dal Dipartimento di Stato americano per l’acquisto di veicoli blindati, presumibilmente il discusso Cybertruck elettrico.
A leggere fra i dati del mercato auto riferiti a gennaio e diramati dall’ACEA, l’Associazione Europea dei Costruttori Auto, si scopre che Tesla in Europa sta affrontando una crisi senza precedenti, con vendite in picchiata del 50,3 per cento nell’Ue e del 45,2 nei mercati Ue-EFTA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) e Regno Unito. Un calo ancor più sorprendentemente appunto perché arriva in un momento in cui le vendite di auto elettriche in Europa sono aumentate del 37 per cento, un dato che da solo mostra che la domanda di veicoli a “zero emissioni” non è il problema e che, anzi, la transizione ecologica dell’auto conquista sempre più consensi.
In Italia a gennaio elettriche e ibride plug-in crescono del 65,6 per cento
E l’Italia? Analizzando nel dettaglio le immatricolazioni per alimentazione si scopre che le autovetture a benzina chiudono gennaio in calo del 17 per cento, in flessione anche le diesel (-41,6 su gennaio 2024). Trend positivo per le “elettrificate” che rappresentano il 53,3 del mercato di gennaio, con volumi in aumento mentre elettriche e ibride plug-in crescono del 65,6 per cento nel mese, con una quota di mercato rispettivamente del 5 e dell’8,7 per cento (fonte Anfia). Ma torniamo ai dati su Tesla.
A spulciare fra le percentuali rese note dall’ACEA si capisce meglio la dimensione del “fenomeno”: l’azienda guidata a Musk ha venduto nell’Unione 9.945 unità a gennaio 2025, in calo rispetto alle 18.161 di gennaio 2024. Il calo è stato particolarmente pesante in Germania, dove le vendite sono diminuite del 59,5 per cento a sole 1.277 unità, e in Francia, con un calo del 63 per cento a 1.143 unità. Performance di molto inferiori ad alcuni costruttori di auto elettriche cinesi come Saic (proprietaria del marchio MG), che per darvi un’idea a gennaio ha fatto 22.994 consegne.
Fra i diversi fattori che potrebbero spiegare le performance negative di Tesla, molti analisti indicano alcuni fatti recenti che hanno visto protagonista il suo fondatore Elon Musk, dal presunto saluto “nazista” alle esplicite opinioni politiche (vedi il sostegno al partito di estrema destra tedesco), fino all’incarico, per volontà di Trump, di intervenire con pesanti tagli su agenzie federali e dipartimenti per rendere più efficiente il governo americano. Insomma, per molti l’immagine pubblica di Elon Musk potrebbe aver influenzato negativamente la percezione del marchio Tesla in Europa.
Poi ci sono ipotesi più legate al prodotto diciamo. Come l’atteso aggiornamento della Tesla Model Y, che a breve sarà interessato da un significativo restyling e che per questo potrebbe indurre molti clienti ad aspettare il modello 2025. Anche le carenze di inventario potrebbero essere da biasimare. Secondo l’analisi di Bloomberg, le ragioni di un crollo delle vendite così rilevante potrebbe avere a che fare anche con la scarsa disponibilità di auto dopo un 2024 che ha visto Tesla dominare le classifiche di vendita, con una proposta commerciale molto aggressiva, in termini di prezzi e di numeri.
Il quadro complessivo racconta comunque di un’Europa in cui le nuove immatricolazioni di auto sono diminuite del 2,6 per cento, un dato che potremmo anche leggere come positivo: diminuiscono le auto vendute, ma cresce la quota di quelle più efficienti. Tesla a parte, infatti, la domanda complessiva di veicoli elettrici in Europa come abbiamo visto è in continua ascesa. Sempre secondo l’ACEA, a gennaio nell’Ue sono state vendute 124mila 341 auto elettriche, 166.065 unità se consideriamo anche i paesi EFTA e il Regno Unito. Il che significa una quota di mercato del 16,7 per cento, in aumento rispetto all’11,9 del gennaio 2024.
Certo, ad un’analisi più profonda si scopre che in realtà gli europei all’elettrico puro preferiscono le ibride con il 34,9 per cento delle preferenze, seguite dai modelli a benzina (29,2). Calano invece le quote di mercato del diesel (8,8 per cento) e delle ibride plug-in (7,6). Ma il dato più rilevante è il forte calo dei modelli a benzina e diesel che insieme, sempre a gennaio, sono scesi al 39,4 (rispetto al 48,7 dell’anno precedente).
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