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Cubo, la casa modulare in bambù che trasformerà le baraccopoli di Manila (e non solo)
Earl Patrick Forlales, 23enne di Manila, ha vinto la competizione Cities for our future con il progetto Cubo, soluzioni abitative modulari a basso costo ed ecocompatibili per le famiglie meno abbienti della sua città.
Il giovane designer Earl Patrick Forlales ha ottenuto un importante riconoscimento di urbanistica per la sua soluzione abitativa modulare a basso costo che potrebbe portare sollievo alle famiglie più povere del Sudest asiatico, dell’America Latina e dell’Africa, contribuendo ad affrontare la crisi degli alloggi nelle baraccopoli delle Filippine. Il 23enne originario di Manila e laureato in Ingegneria delle scienze dei materiali ha battuto oltre mille concorrenti provenienti da tutto il mondo vincendo il prestigioso premio Cities for our future (città per il nostro futuro) di 50mila sterline, quasi 56mila euro. Il concorso è organizzato dal Royal institute of chartered surveyors (Rics), l’albo a cui sono iscritti i periti edili del Regno Unito, e sostenuto dalla commissione nazionale per l’Unesco e dall’associazione delle università del Commonwealth.
Il progetto Cubo è realizzato principalmente in bambù, i suoi componenti possono essere costruiti fuori sede in una settimana mentre il singolo modulo abitativo necessita di sole quattro ore per essere realizzato, con un costo di circa 55 euro al metro quadro.
Il progetto Cubo di Earl Patrick Forlales
Il progetto, ispirato alla casa in bambù dei nonni di Forlales nella periferia di Manila e pensato nel contesto dell’abbondanza del materiale nella regione, rappresenta una soluzione abitativa modulare veloce e conveniente: grazie al design semplice e ai costi ridotti, le case Cubo possono essere prodotte e costruite rapidamente per essere affittate a 0,22 euro al giorno. Più abitazioni possono essere unite per consentire ai residenti di utilizzare cucine, bagni e uffici in comune e favorire un senso di comunità nelle aree in cui vengono costruite. L’alloggiamento modulare, inoltre, comprende elementi di design intelligente come un tetto inclinato che cattura l’acqua piovana e riduce il calore, e i trampoli sopraelevati che impediscono alla pioggia di penetrare all’interno.
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Bambù per costruire le città sostenibili del futuro
Cubo è stato progettato per essere costruito quasi interamente in bambù, materiale ideale perché rilascia il 35 per cento in più di ossigeno rispetto agli alberi, può essere coltivato su terreni di scarsa qualità e raccolto ogni anno senza causare degrado del suolo. Il bambù cresce in abbondanza nelle parti più povere del mondo, in particolare in Asia e in America Latina, ed è considerato uno dei materiali più sostenibili al mondo grazie alla sua capacità di catturare una quantità di anidride carbonica 40 volte superiore a quella assorbita da una foresta di alberi di dimensioni equivalenti.
Nel progetto di Forlales, il materiale viene trattato e laminato, allunando il suo ciclo di vita di dieci volte. “Il bambù ingegnerizzato è una risorsa del nostro territorio che rimarrà qui ancora per molto tempo – afferma il giovane designer –. Sappiamo come lavorarlo e possiamo costruire le nostre città future attorno ad esso”. Ed è proprio questo approccio innovativo ad avere colpito la giuria del premio. “Una delle ragioni per cui la voce di Earl si è distinta dagli altri finalisti è stata l’utilizzo di tecnologie e materiali tradizionali e sostenibili per risolvere un problema che affligge le città moderne di tutto il mondo,” ha spiegato la dottoressa Beth Taylor, giudice della competizione e presidente della commissione nazionale del Regno Unito per l’Unesco.
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Il problema del sovraffollamento a Manila
Cubo potrà essere facilmente sfruttato in tutte le region in via di sviluppo. “Le città del mondo crescono continuamente e c’è un reale bisogno di assicurarsi che siano luoghi sicuri, puliti e confortevoli per le generazioni future”, ha dichiarato John Hughes, giudice del concorso e presidente del Rics. “Tra le proposte, l’idea di Earl si è distinta per la sua soluzione semplice che può essere applicata a qualsiasi città in cui è possibile coltivare il bambù, compresa la maggior parte del Sudest asiatico e le regioni dell’Africa e dell’America Latina”.
A Manila, ad esempio, il costo dell’affitto molto contenuto consentirebbe un notevole risparmio rispetto alle alternative disponibili e renderebbe il prezzo accessibile anche ai lavoratori meno pagati della città. La capitale delle Filippine ha una popolazione di 12 milioni di persone, quattro milioni delle quali vivono in baraccopoli in condizioni di povertà. Si stima che circa 2,5 milioni di lavoratori dovrebbero arrivare nei prossimi tre anni, mettendo crescente pressione demografica sulla città. “Questo è un enorme passo avanti per aiutare il popolo di Manila”, afferma Forlales. “Lo stato degli alloggi nella città è in crisi e senza dubbio peggiorerà con questo nuovo afflusso. Cubo è nato come nient’altro che un’idea, concepita mentre trascorrevo del tempo a casa dei miei nonni: è incredibile pensare che ora diventerà realtà. Vorrei ringraziare Rics per l’opportunità di svilupparla e non vedo l’ora di lavorare con loro per mettere a frutto questi soldi a Manila e poi, speriamo, in altre parti del mondo”.
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Una soluzione scalabile ai mercati emergenti
“La proposta di Forlales di una soluzione abitativa a basso costo per migliorare la vita dei lavoratori nelle Filippine ha un importante potenziale di applicazione in tutti i mercati emergenti – spiega il mentore di Forlales, Will Kennedy-Cooke, direttore per il Sudest asiatico di Wt partnership, azienda che opera nel settore edilizio –. È un’alternativa ben ponderata e fattibile che incorpora iniziative sostenibili e ambientali a miglioramenti che sono stati sviluppati all’interno di un caso aziendale solido e degno di considerazione. Earl ha articolato una chiara visione sull’investimento dei proventi di questa sfida per realizzare una proposta che aiuti a risolvere un problema molto significativo e comune nelle città in espansione”.
Forlales sarà affiancato da esperti del Rics e professionisti del settore per cominciare a lavorare alla realizzazione del progetto il prossimo anno. Oltre alle soluzioni abitative, ha ideato un piano aziendale che fornirà alle persone locali non solo alloggi ma nuove competenze, posti di lavoro e spazi comunitari. Propone inoltre di raccogliere fondi per l’iniziativa vendendo scarti di plastica alle fabbriche. Per un approccio olistico al problema della sovrappopolazione delle città, con al centro il benessere dei cittadini e dell’ambiente circostante.
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