Il cane è “programmato” fin da cucciolo per interagire con l’uomo. Lo rivela una recente ricerca dell’Università dell’Arizona.
I cuccioli dell’orsa Amarena sono di nuovo insieme e mangiano da soli
Una buona notizia dal parco d’Abruzzo: i cuccioli di Amarena, l’orsa uccisa a fucilate, sono di nuovo insieme e mangiano da soli. Ma i pericoli restano.
- Nuovo avvistamento dei cuccioli dell’orsa Amarena: ora sono di nuovo insieme.
- I due orsacchiotti stanno bene e, a discapito delle preoccupazioni, mangiano da soli.
- Il monitoraggio continua, perché sono ancora troppo e indifesi senza la madre.
I cuccioli di Amarena stanno bene, sono insieme e riescono a nutrirsi da soli. C’è dunque almeno una buona notizia nella vicenda dell’orsa uccisa del Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise a colpi di fucile da un abitante di San Benedetto dei Marsi, in provincia dell’Aquila, appena fuori dai confini del parco. Una vicenda che ha commosso e fatto arrabbiare mezza Italia, sia per la sorte della povera Amarena, un vero e proprio simbolo del parco nazionale, sia per le sorti dei due cuccioli di meno di un anno che non si erano ancora separati da lei.
L’aggiornamento sui cuccioli dell’orsa Amarena
I guardiaparco che, insieme ai Carabinieri, sono alla ricerca dei due cuccioli di Amarena hanno fatto sapere “con grande sollievo” che i due orsacchiotti sono vivi e che, dopo una prima separazione che era segnalata a inizio settimana, si sono ricongiunti. I guardiaparco, grazie all’utilizzo di visori notturni, sono riusciti ad avvistare a distanza i due orsi intenti a mangiare su una pianta di melo. L’avvistamento è avvenuto in un luogo ancor più interno del parco, lontano dai centri abitati.
Per il momento dunque sembra scongiurata l’idea di prelevarli e trasferirli in cattività: si era parlato di questa ipotesi nel caso in cui i figli di Amarena si fossero dimostrati ancora non autosufficienti, cosa che almeno sembrerebbe non essere. Le attività di ricerca e monitoraggio comunque continueranno ancora con l’obiettivo di fornire più elementi possibili per valutare le future decisioni e monitorare gli spostamenti dei due cuccioli.
Il pericolo per i cuccioli non è ancora sventato
L’Ente parco infatti sottolinea che, anche se le modalità dell’avvistamento rappresentano una ottima notizia, i due cuccioli di Amarena non sono ancora del tutto al sicuro, anzi: “È bene ricordare che le possibilità di sopravvivenza, purtroppo, non sono alte e che le insidie, anche naturali (come le interazioni con altre specie), sono molte”. Oltre a questo, qualsiasi disturbo e interferenza di origine antropica, cioè causata dall’uomo, potrebbe causare l’allontanamento dei cucciooli da aree idonee come quella in cui si trovano adesso, e una loro nuova separazione. Tra l’altro si tratta di due esemplari che al momento, con ogni probabilità, si trovano in una condizione di forte stress e paura, a causa della perdita della mamma.
L’appello alla responsabilità dell’Ente parco
Per questo l’Ente parco ha diramato un vero e proprio appello ai cittadini dei paesi del parco e a tutti i turisti:
- “Chiediamo di mettere da parte la curiosità spasmodica, rinunciando a qualunque idea di andare a vedere come e dove stanno e di non intralciare in alcun modo le operazioni di monitoraggio.
- – In caso di avvistamento fortuito, non tentare per alcun motivo di avvicinarsi ai cuccioli di Amarena ma segnalare prontamente il luogo al Servizio di Sorveglianza del Parco (Tel 0863/9113241) o ai Carabinieri (Tel 112).
- – Chiediamo di procedere a basse velocità lungo tutte le strade che collegano l’area meridionale del Fucino con il Parco e ovviamente nelle aree interne al Parco”.
Lo stesso sindaco di San Benedetto dei Marsi, il paese coinvolto nella tragedia di Amarena, il 2 settembre aveva emanato un’ordinanza, dando forza di legge a questi stessi principi e prevedendo il divieto di avvicinarsi a esemplari di orso bruno marsicano a piedi, in auto o con altri mezzi, di far luce con torce e altri fonti luminose agli esemplari di orso, di bloccare la strada per la ricerca degli orsi marsicani, di cibare gli orsi con “fonti trofiche destinate a specie animali domestiche per evitare una eccessiva fidelizzazione (ciò che ha tradito Amarena è stata proprio l’inedita fiducia nell’essere umano), avvicinarsi alle forze dell’ordine incaricate della ricerca dei plantigradi su tutto il territorio, assembrarsi nelle zone in cui potrebbero trovarsi gli esemplari. Domenica, proprio a san Benedetto dei Marsi, è prevista una manifestazione per chiedere “giustizia per Amarena” alla quale potrebbero accorrere centinaia di persone.
Ma è molto importante, soprattutto, la chiosa dell’appello dei guardiaparco, un piccolo trattato di sociologia in due righe: “Comprendiamo pienamente la preoccupazione dei media, come quella dei cittadini e delle cittadine, ma di certo non sarà la curiosità egoriferita a dare un futuro a questi orsi”.
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