Il cane è “programmato” fin da cucciolo per interagire con l’uomo. Lo rivela una recente ricerca dell’Università dell’Arizona.
Come crescere un cucciolo al meglio: i consigli dell’educatore cinofilo
Il cucciolo apprende nei primi mesi di vita le nozioni che ne segneranno l’esistenza futura. Ecco i consigli dell’esperto per stabilire un corretto rapporto con il nostro migliore amico.
Il cucciolo è arrivato. È piccolo, indifeso, ma già riempie la casa e il nostro mondo. L’arrivo di un nuovo amico a quattro zampe in famiglia è sempre un evento importante. Ma è anche il momento in cui si iniziano a porre le basi per il futuro rapporto di amicizia e amore che lega il cane all’uomo. Dopo le necessarie – e importantissime – visite veterinarie per il corretto piano vaccinale e per verificare che tutto vada bene per quel che riguarda la salute e la crescita del nuovo arrivato, un occhio all’aspetto comportamentale diventa basilare. È sempre necessario, in questo senso, far frequentare al cagnolino giornate di socializzazione, corsi per cuccioli o altro: servirà a noi e a lui per stabilire un corretto percorso insieme.
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Per prima cosa, occhio alla razza quando si sceglie l’amico a quattro zampe. E attenzione alla taglia che diventa poi importantissima per stabilire modalità di vita e di cure quotidiane. Se si sceglie di adottare un cagnolino e ci si reca in un canile – o si leggono i vari annunci sui social per cuccioli abbandonati – è sempre bene fare un’attenta riflessione sul tempo che avremo a disposizione per lui, e sullo spazio effettivo che la nostra casa gli potrà riservare. Per intenderci, se viviamo in appartamento e facciamo poca attività fisica, meglio un piccolo cane da compagnia (uno yorkshire terrier per esempio) piuttosto che un pastore maremmano abruzzese che da tenero “batuffolo peloso” si trasformerà in un cane da guardia di circa 50 chilogrammi. “Prima di adottare un cucciolo è bene sapere che deve avere 60 giorni prima di poter essere allontanato dal nucleo familiare”, spiega Bruno Ferrari, educatore cinofilo. La legge prevede sanzioni per cani ceduti prima del compimento dei 2 mesi di vita.
Il metodo dei cinque sensi
“Importantissima per un cucciolo è la socializzazione, che è davvero basilare per cani di qualsiasi razza e taglia. In merito si applica il metodo “dei cinque sensi” regalando al piccolo esperienze che riguardino la vista, l’udito, l’olfatto, il tatto e il gusto”, aggiunge Ferrari. Quindi, per quel che concerne la vista, mostriamo al cane diverse persone in situazioni differenti: uomini coi caschi, magari impegnati a lavorare per strada con strumenti rumorosi; anziani con cappelli e bastoni, persone con ombrelli, bambini di diversa etnia, animali come gatti, uccellini, ecc. È importante, inoltre, far sì che il cucciolo associ rumori che potrebbero spaventarlo – come quello dell’aspirapolvere, di un tubo di scappamento, di una moto di grossa cilindrata, ma anche la tv ad alto volume o la radio che trasmette musica rock – a esperienze positive (tipo un biscottino o il suo giocattolo preferito).
“Per quel che concerne il tatto possiamo proporre al cagnolino percorsi sensoriali che sollecitino la sua sensibilità tattile, magari camminando su superfici morbide o scivolose, o facendogli toccare tappeti o coperte”, continua l’educatore. “Per il senso del gusto facciamo assaggiare al cucciolo diversi sapori, tenendo sempre a mente gli alimenti dannosi per il cane, e magari facendogli sperimentare accostamenti come acqua e zucchero, acqua e limone, acqua e camomilla. In questo modo il piccolo si abituerà anche a gusti diversi e avremo fatto un passo avanti quando si tratterà di somministrargli medicine o integratori particolari”. Infine ecco il senso importantissimo per i cani: l’olfatto. Insegniamo dai primi mesi di vita al nostro cane a riconoscere stimoli olfattivi, a seguire tracce e a percorrere strade e viali nuovi con odori differenti. Non solo aumenteremo il suo grado di socializzazione, ma lo aiuteremo anche a districarsi in ambienti e situazioni inedite, sperimentando giochi e modalità di comportamento.
Le abitudini quotidiane e i consigli utili
Una delle cose più importanti che il nostro amico a quattro zampe dovrà imparare è non sporcare in casa, abituandosi a fare i suoi bisogni in giardino o fuori. “È bene ricordare che i cani a 3 mesi non possono tenere la pipì per più di un’ora e mezza, massimo 2”, delucida Bruno Ferrari. “Quindi è inutile sgridare o punire il cucciolo per averla fatta in casa. Piuttosto portiamolo fuori spesso e premiamolo ogni volta che sporca all’esterno. Spesso per paura, causata proprio dalla mancanza di conoscenza, i cani trattengono la pipì per poi farla tra le mura domestiche sentendosi a loro agio, protetti e tranquilli. Anche per questo è fondamentale far socializzare correttamente il cane fin dalla tenera età”.
Ancora a proposito dei primi giorni, ricordiamo che è importante abituare gradualmente il cucciolo alle nostre assenze per limitare al minimo sia lo stress da “abbandono” sia i danni in casa, e per prevenire l’insorgere di problemi comportamentali da ansia da separazione (come la distruttività e l’autolesionismo: il cane per dare sollievo alla tensione può leccarsi o mordicchiarsi fino a provocarsi lesioni anche gravi). Allora, fin dal primo giorno, programmeremo di lasciare il cucciolo a casa per un po’, avendo cura di eliminare o spostare fuori dalla sua portata oggetti che possano risultare pericolosi, e iniziando con tempi brevissimi (circa cinque o dieci minuti) che allungheremo progressivamente. Gli lasceremo dei giochi e, magari, una vecchia felpa con il nostro odore. La chiave del successo di questa tecnica sta nel restare indifferenti al momento di uscire e nel rientrare (sia che il piccolo sia stato tranquillo, sia che abbia fatto danni!) in modo da non mettere in agitazione il cucciolo. Insomma, i primi mesi di vita sono fondamentali per stabilire un corretto rapporto con il nostro amico a quattro zampe. Non dimentichiamolo mai. Nel bene come nel male, ciò che apprende in tenera età ne segnerà la vita futura.
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