Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Dal Tokyo Motor Show a Bebe Vio, la mobilità sarà sempre più per tutti
Viaggio in Giappone alla scoperta della mobilità secondo Toyota, dalle novità al Tokyo Motor Show ai robot per le Olimpiadi, dalla nuova Mirai a idrogeno fino all’incontro con Bebe Vio (che a proposito di auto…).
Tokyo, 46esimo Salone dell’auto, stand Toyota: “Quando diciamo ‘connected’, intendiamo soprattutto ‘people connected’, una società in cui le persone sono connesse fra loro, una società in cui si può sentire il calore e la gentilezza”. Akio Toyoda, attuale presidente di Toyota Motor Corporation, nipote del fondatore di Toyota Motors, durante il suo intervento al Tokyo Motor Show ha ribadito così la visione di mobilità evoluta della casa giapponese. Un modo di sottolineare che la trasformazione da “car company” a “mobility company” in Toyota è iniziata da tempo. E se qualcuno si aspettava di vedere alla rassegna di Tokyo auto “normali”, concept e prototipi (come negli stand degli altri costruttori presenti…), è rimasto deluso.
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Toyota e la progressiva elettrificazione
Sullo stand, a rappresentare quella Mobility for all che per Toyota è ormai un manifesto, non c’erano auto, ma “strumenti” per muoversi. Come gli Ultra-compact BEV Concept Model, veicoli elettrici compatti, progettati per spostamenti di lavoro a breve distanza. O come e-Palette, e-Chargeair, e-Racer, con quella “e” davanti a indicare un altro passaggio epocale, quello dell’elettrico puro che, accanto all’ibrido e all’idrogeno, diventa un altro tassello importante nel modello di mobilità proposto da Toyota: saranno dieci i nuovi modelli completamente elettrici lanciati a livello globale a partire dalla Cina nella prima metà dell’anno prossimo (la prima sarà il suv C-HR).
L’incontro a Tokyo con Bebe Vio: ecco la mia mobilità
Nel nostro viaggio a Tokyo si è parlato soprattutto della mobilità che Toyota porterà a Tokyo 2020. Ma anche della prossima generazione di Mirai, l’auto a idrogeno che in Giappone abbiamo avuto modo di guidare brevemente. Di robot semi-autonomi e di un’idea di intelligenza artificiale evoluta, capace secondo Toyota non di sostituire le persone, ma di amplificarne le potenzialità. Siamo stati al Commemorative Museum di Nagoya, dove la famiglia Toyoda, fondatrice del marchio, cominciò la sua storia con un’attività legata alla tessitura e abbiamo visitato il Toyota Kaikan Museum e il vicino stabilimento di Motomachi, dove vengono prodotte Prius e Mirai. Di tutto questo e di molto altro vi raccontiamo nel nostro viaggio a Tokyo. Iniziando dall’incontro con la schermitrice e campionessa paralimpica Bebe Vio, che abbiamo intervistato proprio allo stand Toyota e che ci ha raccontato la sua idea di mobilità.
e-Palette, così Toyota si propone come mobility company
Come vi avevamo anticipato da Losanna, il viaggio condiviso con Toyota verso una mobilità più sostenibile riprende da Tokyo, con LifeGate nei panni di unico testimone italiano di un progetto che punta ai Giochi olimpici in Giappone. E saranno proprio i Giochi olimpici e paralimpici di Tokyo 2020 la prossima tappa scelta da Toyota per mostrare al mondo la sua idea di mobilità. Fra i mezzi a disposizione di pubblico, staff e atleti ci sarà infatti l’ultima evoluzione di e-Palette, il cui debutto ufficiale è previsto proprio in occasione dei prossimi Giochi olimpici.
e-Palette, un mezzo elettrico e a guida autonoma che in futuro sarà in grado di trasformarsi in ufficio mobile, negozio o persino in un hotel mobile, alle Olimpiadi di Tokyo 2020 prenderà servizio come shuttle ufficiale. Saranno fino a una ventina i mezzi come questi che, dotati già di batterie “solid state” (il futuro prossimo per le auto elettriche), di un sistema di guida autonoma di Livello 4 capace di operare fino a 20 km/h (ma sempre supportato a bordo da un operatore per ragioni di sicurezza), di pannelli solari sul tetto e di sistemi visivi capaci di comunicare con i pedoni, grazie alle porte larghe e alle rampe elettriche permetteranno anche agli atleti paralimpici di muoversi più facilmente all’interno del villaggio olimpico.
Leggi anche: Tokyo 2020, una flotta di veicoli per ridurre le emissioni come non mai
A Tokyo niente auto, ma un parco tematico della mobilità
Ma torniamo allo stand Toyota al Tokyo Motor Show, di fatto concepito come un parco tematico della mobilità, dove abbiamo visto altri tasselli della mobilità secondo Toyota. Da e-Chargeair, un veicolo ride-share capace di ricaricare wireless le batterie di un’auto elettrica in movimento, a e-Care l’ambulanza del futuro, ovviamente a guida autonoma, capace di dialogare con un medico, di fare gli esami richiesti o diagnosi in remoto durante il tragitto verso l’ospedale. Fino a un esempio di personal mobility con la monoposto e-4me e di auto sportiva del futuro con e-Racer, espressione di quell’idea di “Fun to drive” più volte ribadita da Toyota. Per finire con la sorprendente e-broom, rivisitazione del concetto di scopa volante, esempio di piattaforma di mobilità che integra persone e macchine.
Robot e intelligenza artificiale al servizio dei Giochi Olimpici
Automazione, intelligenza artificiale e robotica sono stati altri temi caldi toccati da Toyota nel nostro viaggio a Tokyo. Al Toyota research institute di Tokyo abbiamo toccato con mano gli studi che Toyota sta facendo nell’ambito della robotica e dell’intelligenza artificiale, aspetti che nelle auto a guida autonoma avranno una grande rilevanza. E che Toyota intende mostrare già in occasione dei prossimi giochi olimpici. Tokyo 2020, grazie a Toyota vedrà infatti per la prima volta la partecipazione di speciali robot utilizzati per supportare pubblico, staff e atleti nelle loro attività.
Toyota Mirai, nel 2020 il nuovo modello a idrogeno
Nel nostro viaggio in Giappone abbiamo visto in anteprima anche la prossima generazione di Mirai, l’auto a idrogeno nata nel 2014 e pronta a tornare sul mercato nel l’anno prossimo. Costruita sulla nuova piattaforma modulare Tnga, la Mirai Concept rappresenta un’ulteriore sviluppo della tecnologia Fuel cell system. Molto diversa esternamente dal modello attuale che – ricordiamo – ha un’autonomia di circa 500 chilometri e del quale sono state costruite ad oggi 10mila unità, la nuova Mirai debutterà sul mercato l’anno prossimo, inizialmente solo in Giappone, America Settentrionale e in alcuni paesi d’Europa, scelte dettate anche dalla disponibilità dell’infrastruttura di rifornimento dell’idrogeno; in Italia ad oggi esiste l’impianto di Bolzano, a Venezia una nuova stazione dovrebbe essere individuata entro la fine del 2019, (Toyota metterà a disposizione una flotta di dieci Mirai), sempre entro l’anno dovrebbe aprire anche l’impianto Eni a San Donato Milanese. Fra le novità annunciate sulla nuova Mirai, l’aumento del 30 per cento dell’autonomia grazie al perfezionamento del sistema di celle a combustibile e all’utilizzo di serbatoi per l’idrogeno più grandi.
Leggi anche: Perché il futuro della società passa (anche) dall’idrogeno
La mobilità come superamento delle sfide
E mentre sul sito dedicato MobilityForAll gli atleti del Toyota Team continuano a raccontare storie di superamento dei propri limiti, l’obiettivo di Toyota, anche alla luce delle ultime dichiarazioni che abbiamo raccolto proprio a Tokyo, continua a testimoniare la volontà di trasformarsi da costruttore d’auto a sostenitore di una società più inclusiva e sostenibile attraverso una mobilità più accessibile e sempre più per tutti. Per ora, il nostro viaggio verso l’estate olimpica si ferma qui. Ma rimanete in ascolto, il progetto Start your impossible si arricchirà presto di nuove storie.
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