Persone con disabilità, disturbi neurologici, appartenenti alla terza età, detenuti. La danza può diventare per tutti l’arte della condivisione. Un dono di questi tempi.
La danza come arte e mezzo espressivo che unisce in un momento in cui a tutti è chiesto distanziamento. Quanto costa a ognuno di noi essere lontani, distanti, a volte soli? Molto, senza dubbio. Pensate allora a come devono vivere questi mesi le persone che già normalmente sono considerate “socialmente deboli”. Sono diverse tra loro ma condividono uno status di difficoltà che li penalizza nella vita di tutti i giorni: persone con disabilità, persone affette da disturbi neurologici, persone appartenenti alla terza età, detenuti. A loro è rivolto, mai come quest’anno nella sua seconda edizione, Milano dancing city: una serie di appuntamenti il cui obiettivo è far vivere la danza come forma di libertà, espressione, divertimento per ritrovare la bellezza di condividere. Tutto in piena sicurezza.
PortaMI a ballare: la danza proprio per tutti durante Milano dancing city
Inclusione nonostante tutto e per tutti: è questo, nel 2021, lo scopo principale del progetto Milano dancing city. Può sembrare strano pensare a eventi di danza in questi difficili mesi di pandemia, ma si può fare. Creare legami e connessioni là dove invece si richiama solo e unicamente al confinamento. Un’azione quasi rivoluzionaria ma necessaria. Così, in programma da qui a marzo, c’è un cartellone di performance, lezioni e azioni che intendono mettere al centro chi ne ha più bisogno e ora sembra essere dimenticato.
Le persone con disabilità sono tra i destinatari del progetto e grazie alla danceability – una tecnica di movimento che nasce con l’obiettivo di permettere a uomini e donne con abilità differenti di relazionarsi e danzare insieme – potranno partecipare a 8 lezioni gratuite, da gennaio ad aprile 2021 presso la sede di ArteMente a Milano (od online a seconda delle normative vigenti) condotte da Monica Morselli, pedagoga, docente di Danceability® e Contact improvisation con il sostegno della onlus Progetto persona che sul territorio si occupa di persone con disabilità fisiche o psichiche.
❗❗❗ULTIMI POSTI DISPONIBILI ❗❗❗Milano Dancing City propone un percorso di 8 lezioni, interamente gratuite, tenute…
In collaborazione invece con l’Istituto Carlo Besta di Milano, sia adulti affetti da malattie neurologiche, che bambini affetti da autismo: avranno a disposizione due momenti dedicati esclusivamente a loro all’interno della struttura: due performance – il 19 aprile e il 21 aprile – della compagnia Lost movement, sviluppate ad hoc in collaborazione con la dottoressa Veronica Redaelli e il direttore scientifico Fabrizio Tagliavini.
La performance con i bambini si concentrerà sull’espressività del viso, trovando nell’empatia della mimica facciale il canale di comunicazione tra i danzatori e i piccoli spettatori. Con gli adulti si esplorerà invece l’organo della pelle vista come involucro che racchiude la memoria corporea e come membrana con cui entrare in contatto e in relazione con l’altro.
Anche nelle Rsa si muove qualcosa. Su tutte le prime pagine dei quotidiani per gli innumerevoli problemi e i decessi provocati dal coronavirus, finalmente si pensa agli anziani e in particolare a chi risiede nelle “case di riposo” – come si chiamavano una volta – per proporre loro iniezioni di vita e non solo e soltanto gli indispensabili vaccini. Milano dancing city fa entrare la danza all’interno della Rsa Polo geriatrico riabilitativo 1 e 2 di Milano “Anni azzurri”, attraverso lezioni di ballo a cura di Monica Morselli in collaborazione con la dottoressa Alessandra Ciavattini.
Cinque incontri da gennaio a marzo 2021 offriranno un momento di socializzazione e svago a persone che non hanno abitualmente possibilità di uscire e di vedere amici e parenti e i cui bisogni si rifanno in primo luogo alla sfera relazionale ed emotiva. Da segnalare a questo proposito che le lezioni online sono “aperte” anche ai parenti degli anziani degenti che in tal modo potranno assistere e vedere i loro cari. Ossigeno e affetto in forma di movimento.
E ora i cittadini che probabilmente vengono lasciati per ultimi perché colpevoli, i detenuti. È noto come la situazione carceraria italiana sia drammatica, da tempo – qui un recente report del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti e delle punizioni inumane o degradanti – per questo è ancora più urgente dare risposte e alternative a chi, richiuso, ha sofferto più di altri. Milano dancing city ha avviato per questo una collaborazione con Opera liquida, associazione culturale e compagnia teatrale composta da detenuti ed ex detenuti del carcere Milano Opera e con la compagnia Fattoria Vittadini, ideando un laboratorio di movimento ad hoc per i detenuti attori della casa di reclusione: 10 incontri sino a marzo 2021 guidati da Riccardo Olivier, co-fondatore e project manager di Fattoria Vittadini da tempo impegnato in progetti con focus su arte e inclusione.
Obiettivo è quello di creare un momento di confronto tra espressioni culturali differenti, il teatro e la danza, arricchendo gli strumenti di ricerca artistica, riflessione e autoanalisi delle persone recluse. Iniziative come questa questa potrebbero sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sulla necessità di rieducare e attivare queste persone anziché semplicemente rinchiuderle
Tornare a vivere la danza, per le strade: The Nelken-line
Pensando con ottimismo a un futuro, speriamo, molto prossimo, immaginiamo la danza contemporanea fuori dal teatro, per viverla come un momento collettivo di ascolto, divertimento, partecipazione nei luoghi della comunità, cioè nelle strade e nelle piazze che tutti noi quotidianamente attraversiamo. L’evento The Nelken-line nasce proprio con questo obiettivo: domenica 16 maggio 2021 sarà proposto in piazza San Carlo a Milano uno spettacolo gratuito della compagnia Lost Movement e il riallestimento della celebre Nelken-line di Pina Bausch a cura di Aida Vainieri, danzatrice stabile del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch dal 1991.
Ma in cosa consisterà? Si tratta di una “fila danzante” rievocativa delle quattro stagioni, che animerà il cuore di Milano, partendo da piazza San Carlo, e arrivando, attraverso corso Vittorio Emanuele, ad abbracciare piazza Duomo. La partecipazione è aperta a tutti: danzatori, allievi, persone senza alcuna esperienza di danza, di qualsiasi età, nazionalità, istruzione o abilità che potranno apprendere i movimenti durante sei workshop intensivi gratuiti, da gennaio ad aprile 2021 in cui Aida Vainieri proporrà un training specifico sul lavoro di Pina Bausch.
Per rimarcare l’impegno a raggiungere tutte le fasce di popolazione, Milano dancing city ha stretto una collaborazione con il Festival del silenzio, festival internazionale di performing arts con focus sull’inclusione e in sostegno alla Lis – lingua dei segni italiana e alla cultura segnante promosso da Fattoria Vittadini, per coinvolgere la comunità sorda / segnante che prenderà parte alla Nelken-line. Un’occasione originale per allargare la percezione di appartenenza a un’unica collettività. In città, e non solo, succede ancora qualcosa. Proprio per tutti.
Numerose ong hanno sottolineato la situazione drammatica della popolazione palestinese a Gaza, chiedendo a Israele di rispettare il diritto umanitario.
Vida Diba, mente di Radical voice, ci parla della genesi della mostra che, grazie all’arte, racconta cosa significhi davvero la libertà. Ed esserne prive.
L’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva (Unfpa) e il gruppo Prada hanno lanciato un programma di formazione per le donne africane.
Il Comune di Milano lo faceva già ma smise, attendendo una legge nazionale che ancora non c’è. Non si può più rimandare: si riparte per garantire diritti.