Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
Dark act sugli ogm, perché gli americani possono tirare un sospiro di sollievo
Il senato statunitense ha respinto il Dark Act, il progetto di legge che avrebbe negato agli americani il diritto di sapere se il cibo che mangiano contiene ogm o meno.
Grazie all’instancabile impegno dei gruppi di pressione e di migliaia di cittadini, il senato degli Stati Uniti ha votato contro il progetto di legge che non prevedeva l’inserimento degli ogm (organismi geneticamente modificati) nelle etichette, soprannominato Dark Act, dall’inglese denying Americans the right to know act, atto che nega agli americani il diritto di sapere. Questo disegno di legge controverso, stilato dall’Associazione dei produttori di generi alimentari e ideato dal senatore repubblicano Pat Roberts, avrebbe reso non obbligatorio dichiarare in etichetta la presenza di ingredienti ogm nei cibi. Un recente sondaggio mostra che quasi il 90 per cento dei consumatori statunitensi è a favore dell’etichettatura obbligatoria di questi prodotti e che negli ultimi tre anni più di 30 stati hanno introdotto normative al riguardo.
Cosa vogliono i cittadini
La maggior parte degli americani vorrebbe un’etichetta che indichi quali cibi contengono ingredienti geneticamente modificati, un diritto già garantito agli abitanti di 64 paesi in tutto il mondo. Questa pratica è stata introdotta per la prima volta nel 1997 dall’Unione europea poco dopo che questi prodotti sono entrati nel mercato. Sorprendentemente, all’epoca, la multinazionale di biotecnologie agrarie Monsanto aveva intrapreso una campagna pubblicitaria nel Regno Unito a favore dell’etichettatura degli ogm.
Anche se la storia degli ogm è relativamente breve, è piena di controversie. Una dichiarazione che è stata firmata di recente da più di 300 scienziati dice che questi prodotti non sono considerati sicuri all’unanimità, eppure l’industria biotecnologica cerca in tutti i modi di dimostrare il contrario grazie a studi pro ogm spesso autofinanziati.
La breve storia del Dark act
Nel 2014 il Vermont è stato il primo stato ad aver approvato una legge che obbliga a etichettare gli ogm e che entrerà in vigore il primo luglio di quest’anno. Anche il Connecticut e il Maine hanno deciso di dotarsi di normative simili, ma a patto che gli stati confinanti seguano il loro esempio.
I sostenitori delle etichettatura degli ogm sostengono che l’industria biotech e quella alimentare abbiano creato dei falsi miti per far credere ai consumatori che gli ogm siano sicuri e quindi le etichette inutili. Per esempio, non ci sono prove che l’aumento dei prezzi dei prodotti sia dovuto a cambiamenti nell’etichetta, e l’etichettatura facoltativa, ammessa dal 2001, non ha mai funzionato davvero.
Il rifiuto degli ogm
Alcuni membri del congresso avevano anche suggerito di adottare come compromesso dei codici QR che rivelano la presenza o meno di ogm nei prodotti, ma l’idea è stata subito osteggiata per mancanza di trasparenza, visto che presupporrebbe che tutti i consumatori abbiano uno smartphone e compiano alcuni passi successivi per trovare le informazioni di cui hanno bisogno. Inoltre a volte è difficile riuscire a leggere i codici QR.
Nell’attesa che le etichette alimentari diventino più trasparenti, l’unico modo per evitare gli ogm è comprare prodotti con certificazione biologica. Dare il proprio sostegno ad aziende come Chipotle, che ha eliminato i cibi geneticamente modificati dal proprio menù, può dare il buon esempio ad altre aziende alimentari.
Senate Rejects the #DARKAct! A bill that would outlaw the labeling of #GMO foods>>https://t.co/fdiIT4AGfm pic.twitter.com/3spf8epyam
— Earthjustice (@Earthjustice) March 16, 2016
Una vittoria nei confronti degli interessi delle multinazionali
Il giorno in cui il Dark act è stato respinto dal senato, il candidato alle presidenziali americane Bernie Sanders si è detto “soddisfatto che il congresso si sia opposto alle richieste di Monsanto e di altre multinazionali del settore alimentare e abbia rifiutato quella proposta di legge scandalosa. La decisione presa oggi è una vittoria dei cittadini americani nei confronti degli interessi delle multinazionali”.
Il rifiuto della legge è fonte di speranza. Il nuovo disegno di legge introdotto di recente dal senatore democratico Jeff Merkley e attualmente in attesa di delibera sembrerebbe avere più possibilità di essere accettato. Si chiama Biotechnology Food Labeling Uniformity Act e ha lo scopo di introdurre norme federali obbligatorie di etichettatura per dare la possibilità ai consumatori di vedere se un prodotto contiene o meno ogm, in tutti gli Stati Uniti.
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