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Ripercorriamo la storia di David Mc Taggart, uno dei fondatori di Greenpeace e un mito per tutti gli ecologisti del pianeta.
Prima di diventare un militante ecologista David Mc Taggart,
imprenditore canadese emigrato in Nuova Zelanda, è stato un
grande appassionato di vela. Ogni battaglia ecologista intrapresa
dall’abile e geniale ecoguerriero, fondatore di Greenpeace ed ex
presidente di Greenpeace International, si trasformava in un gesto
mediatico anche se il suo carattere timido e schivo era infastidito
ogni volta dal successo guadagnato.
La prima battaglia ambientalista risale al 1972 quando, a bordo del
suo 12 metri “Vega”, blocca i test atomici francesi a Mururoa,
atollo della Polinesia francese. Il programma dei test fu
modificato per via della sua presenza in quell’area e destò
improvvisamente l’interesse dell’opinione pubblica mondiale sul
pericolo e le conseguenze degli esperimenti nucleari francesi nel
Sud Pacifico.
L’anno dopo Mc Taggart torna a Mururoa, ma questa volta porta con
sé un gruppo di militanti ecologisti di Greenpeace e, nel
1980, sempre a bordo del suo “Vega” McTaggart naviga verso Mururoa,
ma una nave della marina militare francese lo intercetta e lo
cattura. Il test nucleare viene effettuato come previsto ma il
canadese porta il caso in tribunale e vince.
Greenpeace diventa il simbolo degli ecologisti di tutto il mondo e,
forte dei successi ottenuti, l’organizzazione verde più
famosa e amata nel mondo moltiplica i suoi uffici per condurre in
modo capillare e su scala internazionale innumerevoli battaglie
ambientaliste in favore delle foreste, contro gli Ogm, lo
sfruttamento dell’Antartide, i massacri di foche e balene e il
traffico delle scorie nucleari.
Nell’81 McTaggart rimane parzialmente cieco da un occhio durante
l’ennesimo blitz di protesta contro i test nucleari a Mururoa dove
tornerà ancora una volta, l’ultima, nel 1995 quando da
Parigi Jacques Chirac decide di riprendere gli esperimenti. Per
oltre due settimane David McTaggart e i suoi ecoguerrieri
giocheranno al gatto col topo con le navi da guerra francesi
tenendo il mondo col fiato sospeso.
Poi le battaglie si diradano fino all’abbandono quasi definitivo
dalla scena ambientalista per dedicarsi alla produzione di olio di
oliva nella silenziosa e tranquilla tenuta umbra di Panciano, sul
lago Trasimeno. Stava pensando ad un archivio di Greenpeace da
costruire tra gli ulivi della dolce campagna umbra, quando il 23
marzo di quest’anno, a 69 anni, muore in un banale incidente sulla
Statale 71 che collega Castiglione del Lago a Chiusi.
Maurizio Torretti
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