La commissione Giustizia del Senato ha finalmente calendarizzato il ddl Zan contro l’omotransfobia: la prossima settimana la discussione sulla relazione.
Si è sbloccato il cammino al Senato del disegno di legge contro l’omotransfobia, meglio noto come ddl Zan dal nome del suo ideatore, il deputato Alessandro Zan. Il testo, già approvato dalla Camera ormai lo scorso novembre, dopo settimane di stallo è stato finalmente incardinato dalla commissione Giustizia di Palazzo Madama nel programma dei lavori di maggio.
Questo vuol dire che già dalla prossima settimana la commissione inizierà a discutere la relazione introduttiva. Un problema però rimane, come spiega lo stesso Alessandro Zan, perché il relatore del testo sarà lo stesso presidente della commissione Andrea Ostellari, della Lega, “che si è autonominato relatore per continuare con il suo ostruzionismo”.
Una bella e una brutta notizia.La legge contro l’#omotransfobia, la misoginia e l’abilismo è stata calendarizzata in commissione giustizia al #Senato. Ma il Senatore Ostellari si è autonominato relatore per continuare con il suo ostruzionismo.
Il senatore Ostellari, dichiaratamente contrario alla legge, ha assunto l’incarico di relatore perché in commissione l’ok alla calendarizzazione del ddl Zan è arrivato con un margine minimo (13 sì contro 11 no) e dunque, spiega Zan a caldo “ha detto che siccome la commissione è divisa spetterà a lui tutelare sia gli interessi dei favorevoli che quelli dei contrari”. Insomma, “una bella e una brutta notizia”.
I dubbi della Chiesa cattolica
Sul ddl Zan si è espressa oggi anche la Chiesa, tramite la Conferenza episcopale italiana, la quale “ribadisce il sostegno a ogni sforzo teso al riconoscimento dell’originalità di ogni essere umano e del primato della sua coscienza” ma spiega che tuttavia “una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna”.
"Auspichiamo che si possa sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale". La Presidenza della #CEI sul ddl Zan https://t.co/JD3unbJaY1
Secondo la Cei, in questi mesi sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative”.
Cosa prevede in realtà la legge
In realtà il disegno di legge contro omotransfobia, la misoginia e l’abilismo parla abbastanza chiaro: la parte fondamentale del disegno di legge è quella che modifica l’articolo 604 bis del codice penale, che ad oggi punisce con la reclusione fino a sei anni anni i reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, aggiungendo anche gli atti discriminatori fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. Questo perché, come spiegato dallo stesso Zan a LifeGate, “se oggi aggredisci qualcuno per ragioni di razza, etnia e religione vieni punito con un’aggravante secondo la legge Mancino. Se aggredisci una persona o una coppia in quanto gay, invece, non è così”.
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