Assistere una persona cara malata può mettere a dura prova la psiche. Il supporto psicologico fornito da Vidas nasce per superare il burnout.
Death education: il percorso educativo per imparare ad accettare il lutto
Parlare di morte spaventa. La modalità educativa della Death education aiuta l’accettazione dell’evento come naturale conseguenza della vita.
- Quando perdiamo una persona cara, spesso non siamo preparati a elaborare il lutto e ad accettare che anche la morte faccia parte della vita
- Obiettivo della Death education mira a scardinare un tabù e aiutarci a superare il lutto
- Il percorso educativo dovrebbe iniziare fin da bambini, per preparare i più piccoli a questo evento del tutto naturale
- Vidas ha deciso di promuovere una serie di incontri online dedicati alla Death education
Quando perdiamo una persona cara, anche se affetta da una lunga malattia, ci dimostriamo spesso impreparati a questo evento e alle diverse fasi del lutto che affrontiamo per prendere consapevolezza del nostro dolore. Questo perché per molti, il concetto di morte è ancora un tabù. Apparentemente siamo tutti consapevoli che la naturale conseguenza della vita è la morte, ma in molti evitano di parlarne, come se in realtà fosse un evento che non li riguarda. L’educazione alla morte o Death education (DeEd) vuole scardinare questa impostazione, riconoscendo ed educando alla corretta integrazione tra vita e morte.
Cos’è la Death education
“Con il termine Death education intendiamo un approccio educativo che vuole incentivare una riflessione sulla morte, cogliere i diversi processi del morire e parlare dei principali temi e significati associati alla morte,” spiega Anna Spiniella, pedagogista ed educatrice di Vidas. L’obiettivo principale dell’educazione alla morte è quindi quello di aiutare le persone a gestire l’ansia e la paura che sono legate all’idea della morte. “In termini tecnici – aggiunge Anna – si dice che un dono che ci arriva dalla consapevolezza della morte è l’acquisizione di una certa resilienza.” Il percorso dovrebbe cominciare quando la morte non è un evento imminente: “È molto più facile comprendere la morte quando non è strettamente legata alla perdita di una persona cara e può essere affrontata in modo graduale e, se possibile, anticipato rispetto all’evento luttuoso. Questo approccio educativo vale per gli adulti, ma ancor più per i bambini.”
Come parlare di morte a bambini e ragazzi?
È una domanda difficile, che ogni genitore, nonno o insegnante si è posto almeno una volta nella vita. Se noi, adulti, siamo i primi a essere spaventati, che cosa può provare un bambino? Secondo l’educatrice e pedagogista di Vidas, “spesso gli adulti non ritengono i bambini in grado di comprendere una morte e tendono a preservarli dalle notizie di perdita e lutto, evitando di metterli a conoscenza di ciò che sta per succedere, o che è già successo, e non sanno bene come prepararli all’elaborazione di un lutto.
Ma in realtà i bambini sono in possesso di tutti gli strumenti necessari per accettare la morte. Vanno però educati a pensarla come un evento naturale, che fa parte della vita di tutti noi.” Un altro degli approcci possibili all’educazione di un bambino alla morte ruota intorno alla letteratura: esistono infatti numerosi i libri per bambini sulla morte che permettono ai più piccoli di identificare le proprie emozioni con quelle dei personaggi descritti, aiutandoli così a dar voce ed esprimere il proprio dolore.
Vidas e la Death education: al via un ciclo di incontri
Da sempre attentissima ai temi legati al fine vita, Vidas ha deciso di promuovere all’interno dei suoi incontri culturali del lunedì un ciclo di tre appuntamenti online dedicati alla Death education, a partire dal 28 marzo. Grazie al confronto con professoresse ed esperti, in diretta sulla pagina Facebook di VIDAS verranno affrontati diversi temi legati alla morte: le emozioni difficili nella letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, la spiritualità e una riflessione su come portare la DeEd all’interno delle scuole italiane.
Calendario degli incontri:
28 marzo: Ines Testoni, curatrice del testo Non ho più paura. Un percorso di Death education con i bambini. Parlare della morte ai bambini fra emozioni e spiritualità
4 aprile: Silvia Vecchini, autrice de Una frescura al centro del petto”. L’albo illustrato nella crescita e nella vita interiore dei bambini
11 aprile: Katia Scabello Garbin, autore de Oltre il confine invalicabile. Il tema nella letteratura per l’infanzia all’interno della raccolta di saggi Le terre della fantasia (curato da Marnie Campagnaro, Donzelli editore).
Il servizio di supporto al lutto di VIDAS
Vidas offre un servizio di sostegno psicologico al lutto per tutti coloro che sentono l’esigenza di essere accompagnati durante il doloroso percorso di elaborazione di un lutto. Esistono diverse modalità di sostegno, a seconda delle esigenze di chi le richiede. Per maggiori informazioni è possibile scaricare la brochure informativa o contattare il numero 02.3008081.
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