Più di 11mila chilometri quadrarti distrutti in un anno. Le cifre pubblicate dall’Istituto nazionale per le ricerche spaziali del Brasile, riferite alla foresta in Amazzonia, sono agghiaccianti. Mai negli ultimi dodici anni il fenomeno era risultato così grave. Una situazione che ha provocato una nuova ondata di aspre critiche nei confronti delle politiche adottate dal presidente della nazione latino-americana, Jair Bolsonaro, ultra-conservatore e fervente climatoscettico.
🌳🇧🇷 From July 2019 to July 2020, 11,088km2 of the Brazilian #Amazon were destroyed, an area larger than Jamaica.
Deforestazione in aumento del 9,5 per cento rispetto all’anno precedente
Per avere un termine di paragone, l’area disboscata tra l’agosto del 2019 e lo stesso mese del 2020 è pari alla superficie dell’Abruzzo. Il dato, inoltre, risulta in aumento del 9,5 per cento rispetto alla rilevazione dell’anno precedente. E per ottenere un valore peggiore occorre risalire al 2008, quando il totale sfiorò i 13mila chilometri quadrati.
Secondo una rete di organizzazioni non governative brasiliane chiamata Osservatorio sul clima a causa della deforestazione in Amazzonia, nel 2020 “il Brasile risulterà probabilmente il solo tra gli stati che emettono grandi quantità di CO2 ad aver incrementato la dispersione di gas ad effetto serra nell’atmosfera. In un anno nel corso del quale l’economia mondiale è stata a lungo paralizzata”.
Deforestation in Brazil's Amazon rainforest has skyrocketed to a 12-year high in 2020. Government data released showed more than 11,000 square kilometers have been wiped away https://t.co/pWEJvjRCFqpic.twitter.com/Lz8lIT39t0
Greenpeace: ritorna la deforestazione rampante in Amazzonia
Il governo di Bolsonaro, infatti, non soltanto non ha saputo bloccare il disboscamento, ma lo ha perfino incentivato, sostenendo l’agricoltura e le attività minerarie e riducendo i fondi destinati alla protezione dell’ambiente. In un comunicato l’associazione Greenpeace ha spiegato che “le politiche di sfruttamento dell’Amazzonia in Brasile rappresentano un ritorno alla deforestazione rampante. È una visione retrograda, lontanissima dagli sforzi necessari per affrontare la crisi climatica”.
Un’inchiesta giornalistica ha denunciato che il colosso Jbs avrebbe acquistato soia e mais da coltivazioni su terreni deforestati illegalmente per nutrire polli esportati in tutto il mondo.
La moratoria per proteggere la foresta amazzonica dalle coltivazioni di soia è stata ritenuta come una vittoria. Nonostante ciò, ha alcuni punti deboli.
“Questo murale è una protesta, è un grido d’aiuto”. Così lo street artist Mundano descrive la sua ultima opera, realizzata con le ceneri dell’Amazzonia.
Dal 2008 a oggi 31 raid di polizia hanno salvato 333 persone in condizioni di schiavitù nelle miniere brasiliane. Ora le operazioni sono più difficili a causa di Bolsonaro.