L’agenzia ambientale Ibama ha concesso il via libera preliminare al rifacimento di un’autostrada nel cuore della foresta amazzonica brasiliana.
La deforestazione in Brasile ha battuto ogni record
Nei primi sei mesi del 2022, la deforestazione dell’Amazzonia ha interessato un’area grande quattro volte la città di New York.
- Nella prima metà del 2022, la deforestazione in Brasile ha battuto ogni record.
- La deforestazione è cresciuta dell’80 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2018.
- Le politiche devastanti di Bolsonaro devono finire. Per questo si guarda alle prossime elezioni di ottobre.
La deforestazione dell’Amazzonia brasiliana ha battuto tutti i record nella prima metà del 2022. Un nuovo fallimento che dimostra la crescente distruzione nei confronti della foresta pluviale più grande del mondo sotto la presidenza di Jair Bolsonaro. Le immagini satellitari scattate tra gennaio e giugno 2022 mostrano 4mila chilometri quadrati di foresta distrutta, più che in qualsiasi periodo in sette anni di registrazioni compiute con la metodologia attuale. Un’estensione pari a quattro volte la città di New York.
La deforestazione è cresciuta dell’80 per cento
Ciò che rende ancora più funesta la situazione è che il taglio degli alberi è avvenuto durante la stagione delle piogge. La deforestazione è storicamente più alta nella seconda metà dell’anno, nella stagione più secca, quando è più facile accedere ad aree remote sulle strade sterrate della regione.
L’area distrutta nella prima metà del 2022 è stata dell’80 per cento più grande dello stesso periodo del 2018, l’anno prima dell’insediamento di Bolsonaro, secondo un’analisi dell’Amazon environmental research institute (Ipam), un’organizzazione no-profit brasiliana. Circa la metà degli abbattimenti è avvenuta su terreni pubblici, secondo l’Ipam. È una strategia che si ripete: in Brasile, i criminali sequestrano terreni pubblici aspettando che le aree vengano legalizzate per l’agricoltura o per l’allevamento di bestiame.
La speranza è che Bolsonaro non venga rieletto
I disboscamenti illegali si sono concentrati in particolare nello stato di Amazonas, che ha superato sia Pará che Mato Grosso in termini numerici, storicamente le aree in cui si registrano le maggiori perdite. Una tendenza preoccupante, poiché il territorio di Amazonas è immerso nella foresta pluviale ed era rimasto incontaminato rispetto ad altre regioni amazzoniche.
L’unica speranza è che Bolsonaro non sia più al governo. A ottobre ci saranno le elezioni presidenziali e, nei sondaggi, l’attuale presidente di estrema destra è dietro a Ignazio Lula da Silva, del partito dei lavoratori, già presidente dal 2003 al 2011. Nel programma di governo di Lula diffuso lo scorso 21 giugno, la protezione dell’ambiente e dei popoli indigeni assume maggiore importanza che in passato.
A questo proposito, Lula ha inaugurato la piattaforma di partecipazione popolare Juntos pelo Brasil (Insieme per il Brasile): il programma prevede lo smantellamento delle politiche di Bolsonaro e l’introduzione di misure a favore della giustizia sociale e di un maggiore protagonismo dello stato. Il programma ambientale, però, risulta ancora un po’ sottotono rispetto a quanto richiederebbe l’emergenza che sta vivendo l’Amazzonia.
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