![Dieta mediterranea benefica per la salute del cervello, lo studio](https://cdn.lifegate.it/1yRMlsLjFc99a3rJQVvbO_-gs40=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2025/02/dieta-mediterranea-cervello.jpg, https://cdn.lifegate.it/LrPyo_8PbAXOT1RHiQLJzL5KPV0=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2025/02/dieta-mediterranea-cervello.jpg 2x)
L’aderenza alla dieta mediterranea è stata associata dai ricercatori a una salute cerebrale ottimale, con una migliore integrità della sostanza bianca, riduzione dell’infiammazione e dello stress ossidativo.
Mandarini, mandaranci, clementine. Piccoli agrumi dolci e ricchi di fibre. Concentrato di calma e di profumo. Concentrato d’inverno.
Il più dolce tra tutti è lui, il mandarino, il preferito dai bambini. Che oltre agli zuccheri contiene vitamine A, C e del gruppo B, e più calcio e fosforo dell’arancia. I suoi sali di bromo sono calmanti del sistema nervoso e conciliano il sonno. In Italia, di questo piccolo agrume dal colore brillante, esistono due varietà: l'”Avana” – il cosiddetto mandarino comune – , e la palermitana “Ciaculli”, nata spontaneamente da quella comune, pregiata per la straordinaria dolcezza. Dei mandarini non si mangiano solo gli spicchi: in pasticceria, il succo, dolce e profumato, serve per aromatizzare creme, bavaresi, budini e dessert. La sua scorza, invece, è usata nella preparazione di liquori tradizionali.
È tempo anche di clementine e di mandaranci. Le prime, frutto dell’incrocio fra l’arancio amaro ed il mandarino avana, sono succose, dissetanti, e senza semi. I secondi, nati dall’incrocio fra mandarino e arancio dolce, sono simili ad un’arancia in miniatura e molto apprezzati dai consumatori, basti pensare che in Italia sono il secondo agrume più coltivato, dopo l’arancia. Rara, e pregiata è la varietà di mandaranci a succo rosso, nata dall’incrocio con l’arancio “Tarocco”.
Le scorze degli agrumi sono molto ricche di betacarotene. Contengono essenze aromatiche stimolanti, coinvolte nei processi di neutralizzazione degli agenti cancerogeni da parte dell’organismo. Ricerche scientifiche hanno rilevato che le pectine contenute nella parte bianca sotto la buccia abbassano il tasso di colesterolo. Per utilizzarle sui nostri piatti, possiamo farle seccare e poi tritarle. Indispensabile è però che provengano da frutti biologici, ovvero non trattati chimicamente.
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