Acemoglu, Johnson e Robinson hanno dimostrato che le istituzioni democratiche creano prosperità e sviluppo. E sottolineato il ruolo delle colonizzazioni.
Le società con uno stato di diritto scadente, e istituzioni che sfruttano la popolazione, non generano crescita o cambiamenti in meglio, al contrario di quello democratiche: è la tesi dimostrata da Acemoglu, Johnson e Robinson, insigniti del Premio Nobel per le Scienze economiche 2024.
I tre studiosi, nelle loro pubblicazioni, si sono soffermati anche sul ruolo giocato dei paesi europei colonizzatori nelle economie e nelle società dei paesi colonizzati, alcuni dei quali condannati alla povertà.
Acemoglu oggi si dice preoccupato: “Per la democrazia è un brutto momento, si sta indebolendo anche negli Stati Uniti e in Europa”.
Le società con uno stato di diritto scadente, e istituzioni che sfruttano la popolazione, non generano crescita o cambiamenti in meglio. Quelle più inclusive, al contrario, hanno generato società più prospere, e sviluppate. Un assunto che vale tanto per le economie occidentali, quanto per quelle dei paesi che nei secoli e decenni passati hanno subito il peso e l’influenza delle colonizzazioni europee.
Un assunto, soprattutto, solo in apparenza semplice e intuitivo, ma di cui solamente grazie agli studi di Daron Acemoglu e Simon Johnson, entrambi professori dell’Istituto di tecnologia del Massachusetts, e di James A. Robinson, dell’Università di Chicago abbiamo una base scientifica. Proprio ai tre studiosi la Royal Swedish Academy of Sciences ha assegnato il premio Sveriges Riksbank, il Nobel per le Scienze economiche 2024, “per i loro studi su come le istituzioni si formano e influenzano la prosperità”. Studi e pubblicazioni succedutesi numerose negli anni, redatte a volte insieme a volte singolarmente, che ci hanno aiutato a comprendere le differenze di prosperità tra le nazioni”. Mettendo nero su bianco che istituzioni più eque e democratiche generano società più ricche: una equazione non banale in una fase geopolitica in cui le democrazie, come spiega lo stesse Acemoglu, raggiunto al telefono durante presentazione del premio Nobel per l’Economia, “anche negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei, in molte aree del mondo si stanno indebolendo, e questo è preoccupante. Penso che sia cruciale che le democrazie reclamino la loro migliore governance e che diano risultati per la gente”.
The introduction of more inclusive institutions, less extraction and the rule of law would create long-term benefits. So why don’t the elite simply replace the existing economic system?
The laureates’ model for explaining the circumstances under which political institutions are… pic.twitter.com/oPCbMndkQM
I vincitori del Nobel per l’Economia 2024 hanno dimostrato che una spiegazione delle differenze nella prosperità dei paesi sono proprio le istituzioni sociali introdotte durante la colonizzazione. Le istituzioni inclusive sono state spesso introdotte in paesi che erano poveri quando sono stati colonizzati, con il risultato nel tempo di una popolazione generalmente prospera. Questa è una ragione importante per cui le ex colonie che un tempo erano ricche ora sono povere, e viceversa.
Più in generale, alcuni paesi nel mondo rimangono tutt’oggi intrappolati in una situazione con istituzioni estrattive e bassa crescita economica: l’introduzione di istituzioni inclusive, secondo Acemoglu, Johnson e Robinson, creerebbe benefici a lungo termine per tutti, ma le istituzioni estrattive forniscono guadagni a breve termine per le persone al potere. Finché il sistema politico garantisce che queste istituzioni manterranno il controllo, secondo i tre Nobel per l’Economia e 2024 nessuno si fiderà delle loro promesse di future riforme economiche: questo è il motivo per cui non si verifica alcun miglioramento.
L’unica possibilità di cambiamento e miglioramento di una società è che questa incapacità di fare promesse credibili di cambiamento positivo porta alla lunga a un processo di democratizzazione: quando c’è una minaccia di rivoluzione, le persone al potere si trovano di fronte a un dilemma, rimanere al potere e cercare di placare le masse promettendo riforme economiche, oppure alzare bandiera bianca, trasferire il potere e stabilire la democrazia. “Ridurre le grandi differenze di reddito tra i paesi è una delle sfide più grandi del nostro tempo. I vincitori hanno dimostrato l’importanza delle istituzioni sociali per raggiungere questo obiettivo”, afferma Jakob Svensson, presidente del comitato per il premio in scienze economiche.
“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
Soffia la sua quarta candelina il progetto Valori in campo di Gruppo Cap. Il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, infatti, anche questa volta si schiera per la sostenibilità ambientale e per le pari opportunità. “Ogni due anni”, dice Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo Cap, “facciamo un passo avanti.
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Il livello di inquinamento supera di 60 volte il limite fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il governo ha chiuse le scuole e ha invitato gli anziani a stare a casa.
A Firenze, i possessori di abbonamento al trasporto pubblico locale possono usare il bike sharing gratis. Una soluzione per ridurre le auto private in città.