
Il parlamento dell’Ungheria ha approvato una nuova stretta repressiva che inserisce in Costituzione il divieto a manifestazioni come il Pride.
Se la desertificazione aumenta, la CO2 no. O meglio, una parte della CO2. La strana rivelazione arriva da uno studio di un gruppo di scienziati dell‘Università di Washington capeggiati dal biologo R. Dave Evans, secondo cui le zone aride, al pari delle foreste, sono in grado di “catturare” anidride carbonica, anche se in quantità nettamente
Se la desertificazione aumenta, la CO2 no. O meglio, una parte della CO2. La strana rivelazione arriva da uno studio di un gruppo di scienziati dell‘Università di Washington capeggiati dal biologo R. Dave Evans, secondo cui le zone aride, al pari delle foreste, sono in grado di “catturare” anidride carbonica, anche se in quantità nettamente minore.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Climate Change e ha reso noti dati raccolti nell’arco di un decennio. Sono state prese in esame nove aree ottagonali nel deserto del Mojave, negli Stati Uniti: tre sono state esposte ad una concentrazione di anidride carbonica pari a 550 parti per milione (ppm), ossia il livello che probabilmente si raggiungerà nel 2050, altre tre aree sono state esposte ad una concentrazione di 380 ppm (il livello attuale) e le ultime tre sono state usate come controllo.
Dalle analisi riguardanti la biomassa e il terreno fino a un metro di profondità, è stato possibile verificare che gli ecosistemi aridi possono assorbire una piccola percentuale del carbonio atmosferico. Questo avviene soprattutto nella rizosfera, ossia la zona vicino alle radici delle piante, popolata da microrganismi.
In base allo studio del team di Evans, si calcola che i deserti potranno assorbire dal 4 all’8 per cento della CO2 emessa globalmente. Una magra consolazione, visto che si stima che nel 2050 saranno 200 milioni i profughi nel mondo per cause ambientali, tra cui anche la desertificazione.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il parlamento dell’Ungheria ha approvato una nuova stretta repressiva che inserisce in Costituzione il divieto a manifestazioni come il Pride.
Per anni Chevron ha inquinato e alterato la costa vicino a New Orleans, negli Stati Uniti, andandosene senza bonificare
Donald Trump ritiene che abbattendo le foreste si possano limitare gli incendi e produrre più legname. Gli esperti gli danno torto.
In un nuovo decreto previsti limiti più stringenti per queste molecole chimiche eterne, ma ancora superiori a quelle indicate dalle agenzie ambientali.
Trovato un accordo sul testo del trattato di pace con Baku, che non è ancora stato firmato e presuppone grosse concessioni da parte di Erevan. Intanto il parlamento approva un disegno di legge per la richiesta di adesione all’Ue.
Siamo stati a Montespluga per lo Skialp Fest di Homeland per capire perché lo scialpinismo sia un modo bellissimo e meno impattante di vivere la montagna.
Il premio Wood Architecture Prize by Klimahouse ha rappresentato anche un modo per celebrare la Giornata internazionale delle foreste.
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.
Un tribunale condanna Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari. L’accusa? Aver difeso ambiente e diritti dei popoli nativi dal mega-oleodotto Dakota Access Pipeline.