
Cresciuto in lunghezza (ma in 2 ci si può anche dormire), semplice, efficiente e leggero. Con Bigster Dacia rilancia l’ibrido accessibile. La nostra prova.
In futuro, le auto sapranno sempre di più su chi le sta utilizzando, per soddisfare ogni possibile esigenza. Quali i vantaggi (e i possibili rischi)?
”Se analizziamo e capiamo i dati possiamo riconoscere i desideri dei clienti in maniera ancora più accurata e creare servizi sulla base di queste informazioni. Così possiamo ottimizzare la nostra gamma di vetture e servizi, per rispondere alle diverse necessità dei clienti e dei singoli mercati”. Letta superficialmente, questa dichiarazione di Felix Schwabe (Responsabile dello sviluppo del business basato sui dati per Audi), potrebbe sembrare la classica uscita a effetto di cui però, spesso, si fatica a comprendere il senso profondo. In realtà, in queste poche righe c’è tutto – o quasi – il futuro dell’automobile, almeno come se lo sono immaginato in Audi, sia per quello che riguarda il modo di fruire dell’auto da parte dei clienti, sia del modello di business per le Case.
Anzi, nelle dichiarazioni di Schwabe c’è anche un po’ del presente, perché già oggi sul display di un modello Audi si possono ottenere informazioni fondamentali come la stazione di ricarica più vicina (e prenotarla), conoscere eventuali pericoli presenti sulla strada (chiazze d’olio o veicoli in panne) e, addirittura, essere informati su quale velocità tenere al fine di trovare il semaforo verde (in questo caso, ovviamente, anche l’infrastruttura deve essere connessa). Funzionalità molto utili oggi, che diventeranno fondamentali in futuro, dal momento che saranno la base per la guida autonoma. A tutto ciò si aggiungono servizi – alcuni dei quali già presenti attualmente, ma che si evolveranno sempre di più – che permettono anche delle partnership commerciali con aziende terze; alcuni esempi sono il meteo, le informazioni sul traffico e l’intrattenimento nel senso più ampio del termine (la musica in streaming, per esempio). A tutti questi aspetti lavora una vera e propria task force all’interno del Gruppo Volkswagen di 5mila esperti digitali.
Voci molto delicate, quando si parla di queste tematiche, sono la privacy e la protezione/gestione dei dati generati. Molte auto, già ora, inviano i dati a un sistema di back-up, gestito dalla Casa stessa, dove vengono automaticamente resi anonimi. Già, ma quale uso viene fatto di questi dati, oltre a quello di personalizzazione dei servizi? Per rimanere in Audi, sull’elettrica e-tron, per esempio, alcuni parametri come la velocità e l’utilizzo dei sistemi di assistenza possono essere estrapolati e analizzati per dare una direzione ben precisa allo sviluppo; della e-tron stessa ma non solo. Quanto alla protezione dei dati e alla loro sicurezza, per Audi sono una priorità: per la Casa tedesca hanno un ruolo fondamentale nell’automotive, in particolare per quanto riguarda la cyber security e gli aggiornamenti software.
L’aspetto della sicurezza dei dati merita di essere approfondito perché è di cruciale importanza, oggi e in futuro, dal momento che la connettività non farà che aumentare, dalle citycar alle ammiraglie. Per questo motivo, in Audi hanno deciso che forniranno ai propri clienti un’app attraverso la quale scegliere autonomamente quali dati possono essere utilizzati e a quale fine.
Specularmente, gli utenti potranno ricevere – sempre se desiderate – offerte personalizzate.
Come già specificato per la tecnologia Car2X, anche i servizi sopra elencati accrescono le proprie potenzialità quando sono attivi su un numero sempre maggiore di veicoli. In questo, le auto del Gruppo Volkswagen hanno il grande vantaggio di far parte di un grande gruppo, appunto.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Cresciuto in lunghezza (ma in 2 ci si può anche dormire), semplice, efficiente e leggero. Con Bigster Dacia rilancia l’ibrido accessibile. La nostra prova.
L’auto connessa (in Italia ne circolano 18 milioni, il 45% del parco circolante) ha molti vantaggi in termini di sicurezza e innovazione. Ma a chi cediamo i dati personali e chi tutela la nostra privacy?
Il piacere di guida di un’auto sportiva non può dimenticare l’efficienza. Bmw con la serie 2 Coupé mild hybrid mostra che una “convivenza” è possibile.
“Il meglio dei due mondi”, ossia i vantaggi dell’ibrido plug-in uniti a quelli dell’elettrico, questo è quanto promette Jaecoo 7 Super Hybrid. Con quali esiti? La risposta nella nostra prova.
Da elettrica minimalista a sportiva audace: Ariya Nismo è la versione più performante della crossover Nissan. Come è cambiata (e come va) nella nostra prova.
Tesla fa i conti con un crollo del 45% delle vendite in Europa, mentre il mercato dell’elettrico sale del 37%. Le possibili responsabilità di Elon Musk.
Hyundai lancia Inster, un’elettrica compatta con 4 posti e un abitacolo fra i più flessibili e geniali del mercato. Cosa offre e come va nella nostra prova.
Viaggio a bordo di BYD Atto 2, suv elettrico, urbano, accessibile. L’autonomia (reale), le caratteristiche e le prestazioni raccontate nella nostra prova.
Volvo, “la EX90 è l’auto più sicura che abbiamo mai costruito”. E il Time inserisce il sistema che riconosce distrazioni e pericoli fra le “Migliori invenzioni del 2024”.