Un’insegnante è stata licenziata per aver fatto leggere in classe la versione illustrata del diario di Anna Frank, l’adolescente ebrea perseguitata dai nazisti che è uno dei simboli dell’Olocausto.
È successo in Texas, più precisamente nel distretto scolastico di Hamshire-Fannett a Beaumont, vicino a Houston. La notizia è stata riportata dai mezzi d’informazione statunitensi il 20 settembre del 2023, citando una lettera inviata ai genitori in cui si sollevavano “preoccupazioni sul materiale di lettura selezionato per gli studenti”. Secondo la televisione locale Kfdm, agli studenti dell’ottavo grado, l’equivalente della nostra terza media, sarebbe stata mostrata una parte del fumetto in cui Anna Frank descrive in modo dettagliato le sue parti intime.
Le riflessioni sulla sessualità dell’adolescente erano incluse nella versione originale del diario in olandese, ma in seguito sono state tolte – e poi rimesse nel 1980 – nelle versioni inglesi. Il fumetto, uscito nel 2018, adattato dal regista Ari Folman e disegnato dall’illustratore David Polonsky, si basa proprio sulla versione originale, ed è pienamente approvato dalla Anne Frank Fonds, la fondazione svizzera che detiene i diritti del diario. La stessa fondazione ha fatto sapere con un comunicato che quella lettura è “del tutto appropriata per degli adolescenti”.
La censura del diario di Anna Frank negli Stati Uniti
Non è la prima volta che l’adattamento di Folman e Polonsky finisce al centro di controversie politiche negli Stati Uniti. Nel 2022, ad esempio, un altro distretto scolastico in Texas – il Keller a Forth Worth – l’aveva rimosso dalla propria biblioteca a seguito delle pressanti richieste di alcuni genitori conservatori, che consideravano addirittura “pornografici” quei passaggi. Dopo le polemiche e le proteste della Anti-defamation league, l’ong fondata nel 1913 che ha l’obiettivo di combattere l’antisemitismo e tutte le forme di pregiudizio, la dirigenza aveva reintegrato il libro in fretta e furia.
Nell’aprile del 2023, il liceo di Vero Beach in Florida aveva deciso di togliere il fumetto dopo una richiesta avanzata da una donna affiliata alle Moms for Liberty (“Mamme per la libertà”), che è considerato un gruppo estremista e omolesbobistranfobico dall’ong Southern poverty law center.
Oltre a citare i soliti passaggi incriminati, la donna in questione aveva scritto che il fumetto “non è una vera rappresentazione dell’Olocausto”. La dirigenza scolastica si era detta d’accordo, precisando alla Jewish telegraphic agency (Jta) che “quello non è il vero diario di Anna Frank, ma un romanzo che ha contenuti non appropriati […] e che minimizza l’Olocausto” – una circostanza assolutamente non vera.
Significativamente, queste argomentazioni sono le stesse usate da Gail Horalek – un’altra donna conservatrice che aveva chiesto di rimuovere il diario di Anna Frank (non il fumetto, che ancora non esisteva) da una scuola nel Michigan nel 2013. All’epoca, la richiesta era stata respinta con forza; e diverse associazioni avevano criticato la petizione, dicendo che avrebbe “violato i diritto costituzionali degli studenti e dei loro genitori”. Ma ora, per l’appunto, il diario di Anna Frank è diventato censurabile. E questo perché il contesto politico statunitense è nettamente più radicale ed esasperato di dieci anni fa.
Il nuovo maccartismo contro i libri “woke”
Da qualche tempo a questa parte i legislatori repubblicani, i movimenti conservatori e i gruppi cattolici hanno lanciato una vera e propria crociata contro i libri considerati “woke” – quelli cioè che parlano di razzismo, orientamento sessuale e identità di genere, o comunque di argomenti invisi alla destra americana. Le trincee di questa guerra culturale, per l’appunto, sono le scuole. Secondo un rapporto del Pen America, l’anno scolastico 2022-2023 è stato segnato da “un’escalation di libri censurati negli istituti scolastici americani”.
Le richieste di censura sono state più di 1477 – un record assoluto – e hanno riguardato 874 libri. La maggior parte è avvenuta in soli cinque stati, tutti governati dai repubblicani: Texas, Florida, Missouri, Utah e South Carolina. I titoli più censurati in assoluto sono quelli che affrontano tematiche Lbgtqia+ come gender queer: A memoir, Flamer, Tricks e The bluest eye; ma non manca nemmeno il fumetto de Il racconto dell’ancella.
Di fronte a questa offensiva alcuni osservatori hanno evocato il concetto di “nuovo maccartismo”: una versione riveduta e corretta della paranoia anticomunista degli anni Cinquanta, che si accompagna a misure normative che restringono la libertà d’insegnamento e d’istruzione.
Certo: non si è ancora arrivati al rogo sistematico di libri, anche se almeno un episodio in Tennessee c’è stato. Ma dopotutto, nel 2023 non servono i lanciafiamme: bastano la burocrazia scolastica e i commi di una legge.
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