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Non possiamo fare a meno dei detersivi, ma possiamo imparare a usarli in modo più responsabile verso l’ambiente. Abbiamo chiesto qualche consiglio a Henkel.
La vita di chi ha a cuore l’ambiente è fatta di domande, riflessioni e compromessi. Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio sullo stile di vita sostenibile condotto da LifeGate in collaborazione con Eumetra MR, sono 34 milioni gli italiani che si dichiarano interessati o appassionati al tema della sostenibilità. Quattro nostri connazionali su dieci evitano il più possibile di usare bottiglie in plastica, nove su dieci fanno la raccolta differenziata, cinque su dieci acquistano alimenti bio anche a costo di sborsare qualche euro in più.
Se ormai appare assodato che tutte queste scelte riducono in modo considerevole l’impatto ambientale della propria vita quotidiana, in altri momenti capita di farsi prendere dai dubbi. Pensiamo, per esempio, al mondo dell’igiene della casa. Fermo restando che non possiamo certo rinunciare alla lavatrice, nella scelta di un detergente come facciamo a confrontare le lunghe liste di ingredienti incomprensibili ai più? Abbassare la temperatura di lavaggio sì, ma di quanto? E se in casa vivono anche dei bambini? Per chiarirci un po’ le idee abbiamo chiesto lumi a chi è “del mestiere” da oltre un secolo: Henkel, la celebre multinazionale presente in 75 paesi del mondo. Ci ha risposto Mara Panajia, general manager della divisione Detergenza, regalandoci alcuni consigli che sono davvero efficaci nella loro semplicità.
“I nostri detersivi liquidi per bucato di ultima generazione garantiscono fino al 40 per cento di potere smacchiante in più per unità di volume. Questo è l’esito di un percorso di ricerca e sviluppo durato diversi anni, che ci ha richiesto di fare grossi investimenti per rinnovare le formulazioni, i processi produttivi e le confezioni”, spiega.
Le formulazioni concentrate e super concentrate, tanto comode per noi consumatori perché alleggeriscono le buste della spesa e occupano meno spazio nei mobili, sono soprattutto in grado di abbassare l’impatto ambientale lungo tutta la catena del valore, come spiega il Rapporto sullo sviluppo sostenibile 2018. A partire dalla produzione, dove Henkel è riuscita a ridurre il consumo idrico di 120 milioni di litri ogni anno, risparmiando anche 3,5 milioni di chili di plastica per il packaging. Se le bottiglie sono più piccole, va da sé che servono meno pallet per trasportarle: da quando ha introdotto queste nuove formulazioni, infatti, Henkel ha messo sulla strada 7mila camion in meno ogni anno, risparmiando 4,2 milioni di chili di CO2 nella fase di trasporto. Infine, dopo l’uso, vengono buttati nella spazzatura 50 milioni di chili di plastica in meno.
Questo circolo virtuoso, però, arriva a compimento soltanto se ciascuno fa la sua parte. Compresi noi consumatori. “Oggi mettiamo in commercio detersivi tradizionali, concentrati, super concentrati e monodosi. Se il consumatore finale tratta il super concentrato come se fosse un prodotto normale, significa che ne consuma di più, smaltisce più confezioni e così via, incrementando il suo impatto ambientale. Tanti sono convinti del fatto che versare più detersivo del dovuto aiuti a pulire meglio, ma non è assolutamente vero! Tutto il detersivo in eccesso viene letteralmente sprecato”.
Dopotutto, basterebbe leggere con attenzione l’etichetta. Un semplice gesto che spesso tralasciamo, perché abbiamo l’impressione che non ci sia nient’altro da scoprire sui prodotti che ci accompagnano ogni giorno. Così facendo, però, ci lasciamo sfuggire tanti consigli utili.
“Le nuove formulazioni consentono di abbassare la temperatura di lavaggio, il che ha conseguenze importanti in termini di sostenibilità. Fino a qualche anno fa per esempio le pastiglie in polvere della lavastoviglie imponevano una temperatura di circa 55 gradi, mentre oggi ne bastano 40; lo stesso discorso vale per i detersivi per il bucato, sempre più efficaci anche a basse temperature. Su alcuni marchi abbiamo introdotto un apposito logo che invita l’utente a lavare a freddo: secondo le nostre stime, su larga scala si possono evitare le emissioni di 724 milioni di chili di CO2”, afferma Mara Panajia.
Quando abbiamo finito il flacone, è il momento di gettarlo nel bidone della raccolta differenziata. Ma siamo sicuri di farlo nel modo giusto? “Entro il 2025 il 100 per cento del packaging che usiamo in Europa sarà riutilizzabile, riciclabile o compostabile. Già oggi, in Italia abbiamo superato l’80 per cento di confezioni riciclabili. Ma non possiamo fare tutto da soli: il gioco di squadra con i consumatori è fondamentale”, ci ricorda Mara Panajia.
Gli impianti di riciclo infatti suddividono i vari tipi di plastica mediante appositi sensori a infrarossi, che però vengono “ingannati” dalle decorazioni che coprono tutto il flacone. Henkel ha aggirato questo problema applicando un’apertura facilitata sulle sleeve in modo da staccarle dalla confezione con un rapido gesto. Un’innovazione che è stata premiata anche da Conai, il Consorzio nazionale imballaggi.
A noi consumatori spetta il compito più semplice, ma al tempo stesso cruciale: dare uno sguardo un po’ più attento alle istruzioni, per assicurarci che il meccanismo del riciclo si inneschi senza intoppi.
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