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Foto vincitrice Wildlife: volpi, cambiamenti climatici e la lotta
In Canada il riscaldamento del clima sta acuendo i conflitti tra le volpi artiche e le volpi rosse i cui areali si stanno sovrapponendo.
Una volpe rossa (Vulpes vulpes) stringe tra i denti la carcassa di una volpe artica (Alopex lagopus). Questo è il soggetto della foto che ha vinto il Wildlife photographer of the year, il più grande premio di fotografia naturalistica, istituito dal Museo di storia naturale di Londra.
La foto, intitolata “A tale of two foxes”, è stata scattata dal chirurgo canadese Don Gutoski nel parco nazionale Wapusk, in Canada. La fotografia di Gutoski ha battuto la concorrenza di 42mila foto, il successo dell’immagine non è stato determinato tanto dalla sua (pur innegabile) bellezza, quanto dal messaggio che cela, conferma infatti che il cambiamento del clima sta avendo impatti notevoli sulla fauna.
La regione artica sta risentendo più di altre aree dei cambiamenti climatici, gli inverni stanno diventando più miti, con conseguenze a catena sulla biodiversità che vi abita. Particolarmente minacciata da questo fenomeno è la volpe artica, uno dei principali predatori terrestri di questo habitat, considerato un buon indicatore dello stato di salute della tundra.
Questa specie, famosa per il bianco manto invernale, è poco più grande di un gatto domestico ed è estremamente specializzata. Secondo uno studio condotto dalla Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura), il riscaldamento globale rappresenta un pericolo per le volpi artiche per almeno tre fattori.
Innanzitutto la perdita di habitat, l’innalzamento delle temperature provocherà una lenta sostituzione della tundra da parte della foresta boreale, ambiente inadatto alle volpi artiche. È stata infatti registrata la “colonizzazione” di questo habitat da specie di piante provenienti dal sud.
Altra grave minaccia, ben sintetizzata dalla foto di Gutoski, è la crescente concorrenza con le volpi rosse. Nel Canada settentrionale le volpi rosse, più grandi, più adattabili e aggressive delle cugine artiche, sono in netto aumento. Le volpi rosse sono cacciatrici più efficaci e sono noti numerosi casi di predazione verso cuccioli o adulti di volpi artiche.
In passato le ripartizioni dei rispettivi areali erano più marcate, le volpi artiche non si spingevano a sud per la presenza delle volpi rosse, mentre queste ultime non si dirigevano a nord a causa della scarsa produttività dell’habitat. Il riscaldamento della tundra ha però iniziato ad alterare questo equilibrio e sembra che l’invasione sia destinata ad aumentare.
Le volpi artiche, infine, si nutrono in prevalenza di lemming e arvicole, secondo la Iucn gli inverni più miti e più brevi stanno causando un declino delle popolazioni di questi roditori, i cui cicli riproduttivi risultano alterati.
Un altro esempio di come lo scioglimento dei ghiacci artici minacci la sopravvivenza di diverse specie è l’ibridazione tra orsi polari e grizzly, iniziata a notare proprio in Canada nel 2006.
Attualmente la volpe artica è inserita dalla Lista Rossa Iucn nella categoria “Minor preoccupazione”, riservata alle specie che non rischiano l’estinzione nel breve o medio termine, anche se le popolazioni di Norvegia, Finlandia e Svezia sono considerate in “Pericolo critico”. Il futuro per questi candidi canidi si prospetta oscuro e la colpa non è certamente delle volpi rosse.
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