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La diga di Kariba che si trova sul fiume Zambesi, al confine tra Zambia e Zimbabwe, è il bacino idrico artificiale più grande al mondo per capacità. La diga, però, inizia a mostrare i segni del tempo sollevando serie preoccupazioni sull’eventualità che si verifichi una reazione chimica sulle pareti e a una conseguente formazione di crepe e a probabili fuoriuscite
La diga di Kariba che si trova sul fiume Zambesi, al confine tra Zambia e Zimbabwe, è il bacino idrico artificiale più grande al mondo per capacità. La diga, però, inizia a mostrare i segni del tempo sollevando serie preoccupazioni sull’eventualità che si verifichi una reazione chimica sulle pareti e a una conseguente formazione di crepe e a probabili fuoriuscite di acqua. La diga, inoltre, è a rischio terremoti e vulnerabili alle esondazioni provocate dalle acque dello Zambesi.
La diga è stata costruita nel 1955 dall’italiana Impresit, azienda più tardi acquisita dalla Salini Impregilo, la stessa responsabile della costruzione della diga Gibe III che sta minacciando migliaia di indigeni etiopi e kenioti. La diga di Kariba, aperta nel 1959, si trova a 1.300 chilometri dall’oceano Indiano, è larga 579 metri e alta 128 e può contenere più di 189 miliardi di tonnellate d’acqua.
“L’acqua in eccesso che viene liberata dal bacino artificiale crea un vortice che, nel corso del tempo, ha ‘scavato’ un avvallamento esterno. L’erosione continua dell’acqua sta aprendo un varco sotto la diga, che sta iniziando a essere erosa a sua volta”, ha affermato Munyaradzi Munodawafa, portavoce della Zambesi river authority (Zra). “La popolazione non deve preoccuparsi perché le autorità stanno facendo il possibile per tenere sotto controllo la situazione”.
Inoltre, secondo un rapporto della World commission on dams, la diga di Kariba si trova in un’area sismicamente attiva, all’estremità meridionale della Rift Valley africana.
Le autorità hanno avvertito che se non verranno eseguite riparazioni entro tre anni, la diga di Kariba potrebbe collassare. Se ciò dovesse accadere, lo Zambia si ritroverebbe con metà della sua elettricità, causando un vero disastro in un paese già soggetto a scarsità di elettricità. Il collasso potrebbe anche influire negativamente sul settore del turismo collegato al fiume e al parco Lower Zambezi situato a valle.
Il governo dello Zimbabwe e dello Zambia hanno raccolto finora circa 295 milioni di dollari grazie a investitori internazionali, sul totale di 300 milioni che era stato fissato come obiettivo per riparare le diverse crepe pervenute durante le analisi della diga. I lavori di riparazione dovrebbero iniziare a breve.
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