La Cina ha vissuto qualcosa di mai visto negli ultimi 140 anni. Sulla capitale Pechino si sono abbattute piogge torrenziali, alle quali sono seguite gravi inondazioni che hanno provocato almeno 20 vittime. Da sabato le precipitazioni incessanti hanno fatto scattare un’allerta rossa nella megalopoli asiatica. E in breve è stato necessario far scattare la macchina dei soccorsi.
Caduti 744,8 millimetri di pioggia in sole 40 ore
In sole 40 ore, il centro urbano ha visto scendere l’equivalente della pioggia che normalmente si registra in un mese. Una delle stazioni di rilevamento ha indicato un totale di 744,8 millimetri: quanto basta per sbriciolare il record precedente, che risaliva al 1891, quando furono misurati 609 millimetri, secondo quanto riferito dal servizio meteorologico municipale.
Oltre ai 20 morti, ci sono anche altre 27 persone che al momento risultano disperse. La zona più colpita dalle inondazioni è la provincia di Hebei, situata a nord della capitale. Particolarmente critica la situazione anche a Zhouzhou, dove ampie porzioni della città sono sommerse. In numerose aree sono state inoltre interrotte le erogazioni di energia elettrica e acqua potabile.
Più di 847mila persone evacuate nella provincia dell’Hebei
A provocare tutto ciò è stato il tifone Doksuri, che dopo aver toccato terra in Cina è stato retrocesso al rango di tempesta. La situazione di emergenza era stata prevista dalle autorità, che avevano parlato di un numero potenzialmente altissimo di persone colpite: 130 milioni.
Particolarmente gravi anche i danni materiali: un parco intero risulta sommerso, così come numerose strade e binari ferroviari. La furia dell’acqua ha inoltre abbattuto ponti e isolato aree residenziali, intrappolando parte della popolazione. Sono 127mila le persone finora evacuate dalle autorità cinesi, su un totale di 22milioni di abitanti; il dato cresce a oltre 847mila considerando l’intera provincia dell’Hebei (nella quale vivono 74mila persone).
Poche settimane fa il record di caldo con 52,2 gradi centigradi
Centinaia di addetti alle operazioni di salvataggio della Croce rossa cinese sono state inviate sul posto, e anche alcune organizzazioni non governative si sono attivate per fornire supporto alla popolazione.
La Cina subisce dunque gli ennesimi fenomeni meteorologici estremi, dopo le ondate di caldo estremo che hanno caratterizzato la primavera e poi i mesi estivi, portando a far registrare un record assoluto, con la cifra straordinaria di 52,2 gradi centigradi raggiunti nello Xinjiang, nella porzione occidentale del territorio dell’immensa nazione asiatica.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.