Una fortissima spinta all’elettrificazione di tutti i settori, un raddoppio della produzione elettrica con protagoniste le rinnovabili e l’idrogeno.
Emissioni di CO2 in calo nelle economie sviluppate, merito delle rinnovabili
Uno studio britannico ha evidenziato come l’aumento dell’uso dell’energia rinnovabile stia contribuendo a ridurre le emissioni in 18 nazioni.
L’attuale livello di emissioni di CO2 non avrebbe precedenti nella storia del pianeta. Secondo un recente studio stiamo immettendo anidride carbonica nell’atmosfera ad un tasso da nove a dieci volte più alto dei gas serra emessi durante il Massimo termico del Paleocene-Eocene, che risale a circa 56 milioni di anni fa e che rappresentò uno dei periodi più bui per la vita sulla Terra. Secondo i ricercatori ci troviamo a soli 140 anni di distanza dal momento in cui i livelli di CO2 stabiliranno nuovi record, con conseguenze allarmanti e ancora poco note per la vita sul pianeta. La situazione è dunque terribile, inutile negarlo, però qualche segnale positivo si intravede. Uno studio britannico, ad esempio, ha dimostrato che gli sforzi per ridurre le emissioni e affrontare i cambiamenti climatici nelle economie sviluppate stanno cominciando a dare i frutti sperati.
Meno CO2 negli ultimi 10 anni
I ricercatori del Tyndall centre for Climate change research dell’università britannica di East Anglia (Uea) hanno analizzato il trend delle emissioni prodotte da diciotto economie sviluppate, responsabili del 28 per cento delle emissioni globali. Dallo studio è emerso che in queste nazioni, tra cui ci sono Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Germania, le emissioni sono diminuite significativamente tra il 2005 e il 2015, con una media del 2,2 per cento all’anno.
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Un futuro rinnovabile
I risultati della ricerca, pubblicata su Nature climate change, mostrano che la diminuzione delle emissioni di CO2, è dovuta principalmente al maggior impiego di energie rinnovabili a discapito dei combustibili fossili, ovvero, secondo il Climate Panel dell’Onu, “la causa principale del riscaldamento globale degli ultimi 50 anni”.
Il ruolo della crisi economica
Gli scienziati spiegano che, però, la riduzione delle emissioni inquinanti potrebbe anche essere una conseguenza della crisi economica che ha determinato una minore crescita del prodotto interno lordo.
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Azioni per il clima
È tuttavia significativo notare come le emissioni di CO2 siano calate maggiormente in quei paesi che hanno intrapreso concrete iniziative energetiche e climatiche, volte a contrastare l’incedere dei cambiamenti climatici. Quello che accomuna i diciotto paesi presi in esame è proprio l’adozione di politiche che incoraggiano l’efficienza energetica.
È solo l’inizio
Lo studio evidenzia quindi gli sforzi in atto in numerosi paesi per ridurre il proprio impatto ambientale, è però evidente che tali sforzi debbano essere notevolmente intensificati, se si vuole mantenere l’aumento delle temperature globali al di sotto dei due gradi fissati dall’Accordo di Parigi. “I nostri risultati suggeriscono che le politiche per affrontare i cambiamenti climatici contribuiscono a ridurre le emissioni in molti paesi – ha affermato Corinne Le Quéré, ricercatrice del Tyndall centre for Climate che ha condotto lo studio. – È una buona notizia, ma è solo l’inizio, c’è ancora molta strada da fare per ridurre le emissioni globali fino quasi allo zero, ovvero il livello necessario per fermare i cambiamenti climatici. L’aumento delle energie rinnovabili in tutto il mondo è positivo ma da solo non è sufficiente, i combustibili fossili devono essere abbandonati”.
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