Miele, succhi e marmellate: più trasparenza in etichetta con l’ok del Parlamento europeo

Il Parlamento europeo è concorde sulla revisione delle direttive “colazione” per una maggiore trasparenza nell’etichetta di miele, succhi di frutta e marmellate.

  • Gli eurodeputati hanno votato per un’etichetta più chiara sull’origine geografica del miele e della frutta utilizzata per produrre succhi e marmellate.
  • Hanno proposto, inoltre, nuove iniziative per combattere le frodi sul miele.
  • Il Parlamento europeo ha anche elaborato proposte per una maggiore chiarezza sul contenuto di zucchero in succhi e marmellate.

Lo scorso 12 dicembre il Parlamento europeo, in larga maggioranza, ha adottato la sua posizione negoziale sulla revisione delle cosiddette direttive “colazione” che mira a una maggiore trasparenza in etichetta per miele, succhi di frutta, marmellate e confetture per quanto riguarda la provenienza delle materie prime, l’indicazione della presenza di zuccheri e la denominazione dei prodotti.

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Nel caso la frutta di un succo provenga da più Paesi, questi dovranno essere indicati in etichetta in ordine decrescente © iStock

Cosa sono le direttive colazione e la proposta di revisione

Le direttive “colazione” sono un insieme di sette direttive che stabiliscono norme comuni sulla composizione, sulla denominazione di vendita, sull’etichettatura e sulla presentazione di determinati prodotti alimentari generalmente consumati a colazione quali miele, succhi di frutta, marmellate e confetture, prodotti a base di cacao e cioccolato, estratti di caffè e cicoria, latte disidratato, zucchero.

Il 21 aprile scorso, la Commissione europea, nel contesto della strategia Farm to Fork e degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, ha proposto una revisione di alcune di queste norme che riguardano in particolare miele, succhi di frutta, marmellate e confetture per aggiornare le regole attuali che hanno più di vent’anni: l’obiettivo è quello di rispondere all’esigenza espressa da molti consumatori di conoscere l’origine geografica dei prodotti e di promuovere una spesa più consapevole che contribuisca a diete più sane per le persone e sostenibili per il Pianeta.

Origine più trasparente in etichetta per miele, succhi di frutta, marmellate e confetture

Nell’iter legislativo della proposta, il 12 dicembre il Parlamento europeo ha votato dunque a favore di questa revisione concordando sulle seguenti modifiche.

Nel testo adottato, i deputati propongono che il Paese in cui il miele è stato raccolto sia menzionato sull’etichetta del prodotto; anche per i succhi di frutta, le confetture, le gelatine, le marmellate e le puree di castagne zuccherate, il Paese di origine della frutta utilizzata deve essere indicato anche sull’etichetta frontale. Se il miele o la frutta utilizzati provengono da più Paesi, i deputati concordano che tutti i Paesi di origine siano indicati sull’etichetta in ordine decrescente in base alla proporzione che rappresentano nel prodotto finale.

Per limitare le frodi sul miele, i deputati vogliono istituire un sistema di tracciabilità lungo la catena di approvvigionamento del miele che consenta di rintracciare l’origine del prodotto. Chiedono inoltre che l’Ue crei un laboratorio di riferimento per il miele per migliorare i controlli e individuare le adulterazioni attraverso test sistematici.

Maggiore chiarezza sulla questione zuccheri

I deputati europei propongono poi di introdurre l’etichetta “contiene solo zuccheri naturali” per i succhi di frutta, mentre per i prodotti a basso contenuto di zucchero e i succhi di frutta i cui zuccheri naturalmente presenti sono stati eliminati possono essere etichettati come “succo di frutta a tasso ridotto di zuccheri”. Per gli eurodeputati le nuove tecniche che eliminano gli zuccheri presenti in natura nei succhi di frutta, nelle marmellate, nelle gelatine o nel latte non dovrebbero portare all’uso di dolcificanti per compensare l’effetto della riduzione dello zucchero sul gusto, sulla consistenza e sulla qualità del prodotto finale. Inoltre, le etichette dei prodotti alimentari a ridotto contenuto di zucchero non devono contenere indicazioni su proprietà positive, come i benefici per la salute.

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Gli eurodeputati concordano sulla proposta di aumentare il contenuto minimo di frutta per le marmellate © iStock

Per quanto riguarda le marmellate, i deputati sono d’accordo con la proposta di aumentare il contenuto minimo di frutta, riducendo lo zucchero aggiunto richiesto per alcuni prodotti, e di consentire l’uso del termine “marmellata” per tutte le marmellate (attualmente questo termine è consentito solo per le marmellate di agrumi, per le altre si utilizza il termine “confettura”).

Dopo l’adozione del testo, il Parlamento è ora pronto ad avviare i colloqui con i governi degli Stati membri dell’Ue sulla forma definitiva della legge.

In quali prodotti alimentari l’origine è indicata in etichetta

Attualmente i percorsi di trasparenza intrapresi a livello europeo hanno portato all’indicazione del Paese di provenienza per la carne bovina; all’indicazione di varietà, qualità e provenienza dell’ortofrutta fresca; al codice stampato sulle uova che indica il Paese di produzione e il tipo di allevamento delle galline; all’indicazione del Paese di origine di raccolta per il miele; all’indicazione del Paese di origine dell’olio.

Dal 1° gennaio 2025 entrerà in vigore il regolamento che impone l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine per prodotti come frutta e verdura in busta, noci, mandorle, nocciole ed altri frutti sgusciati, agrumi secchi, fichi secchi e uva secca, funghi non coltivati e zafferano.

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Il codice sulle uova consente di conoscere il Paese di produzione e il tipo di allevamento delle galline © iStock

In Italia alcuni decreti ministeriali, che sono appena stati rinnovati dal governo fino al 31 dicembre 2024, estendono l’obbligo di indicare il Paese di origine del latte, del pomodoro nel caso di trasformati come le passate, dei formaggi, dei salumi, del riso e della pasta

 

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