L’ultimo bilancio di sostenibilità di Gruppo CAP, Sorgente di connessioni, ricorda l’importanza di fare rete per rendere concreta la transizione ecologica.
Il dissesto idrogeologico in Italia. Definizione, cause e alcune soluzioni
Numeri e soluzioni in Italia di fronte ad una vera e propria emergenza continua. Sono fondamentali investimenti a lungo termine: l’esempio di Milano.
Allagamenti, alluvioni, frane. L’Italia è uno dei Paesi europei maggiormente a rischio per quanto riguarda il dissesto idrogeologico. Secondo l’ultimo rapporto redatto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ogni anno sono oltre un migliaio gli eventi franosi che colpiscono il territorio nazionale. Eventi che causano danni ingenti e vittime.
Dissesto idrogeologico, alcuni numeri
L’Inventario dei fenomeni franosi in Italia (Progetto Iffi), redatto sempre da Ispra in collaborazione con Regione e Province autonome d’Italia, mostra 499.511 frane censite nel nostro Paese, che interessano un’area di 21.182 chilometri quadrati, pari al 7 per cento del territorio nazionale. Mentre sono più di 1 milione gli abitanti esposti a rischi del genere.
Non va meglio per quel che riguarda il territorio a rischio alluvioni: più del 20 per cento della superficie italiana è esposto a pericolosità idraulica (suddivisa in elevata, media e bassa). Scenario che mette a rischio elevato quasi 2 milioni di persone.
Consumo di suolo, cementificazione, disboscamento sono le cause principali. Un dato su tutti: rispetto agli anni ’60, nel 2010 la superficie di suolo consumato era aumentata del 156 per cento (fonte LaStampa/medialab). Consumo di suolo equivale a impermeabilizzazione, con cemento e asfalto: l’acqua non è più assorbita gradualmente dal terreno e tende a canalizzarsi, a concentrarsi e creare problemi sia nelle fognature che nei depuratori. Non solo. Se negli anni ’90 avevamo 4-5 eventi meteorologici estremi all’anno, con danni e vittime, ne abbiamo invece contati 352 nel 2013 e più di 400 nel 2014. Un crescendo che fa sì che gli interventi siano spesso riparatori, piuttosto che preventivi.
Gli investimenti e le opere in campo contro il dissesto idrogeologico
Per questo il Governo con il piano #italiasicura ha varato tutta una serie di interventi supportati da fondi per oltre un miliardo di euro. Sono 69 quelli previsti per il primo periodo 2014-2020, interventi destinati alle maggiori città metropolitane, da Roma a Messina, da Reggio Calabria a Milano.
Proprio nell’area milanese, con il Progetto Seveso si andrà ad intervenire per evitare le sempre più frequenti ondate di piena del fiume, grazie alla realizzazione di vasche di laminazione, ovvero bacini realizzati lungo i corsi d’acqua allo scopo di ridurre e contenere i livelli di piena.
L’esempio della provincia di Milano
Nella provincia di Milano la gestione del servizio idrico è in mano al Gruppo Cap, che gestisce 5.933 chilometri di rete fognaria. Solo nel 2014 gli interventi per la pulizia delle caditoie, ovvero i tombini a griglia indispensabili per garantire il drenaggio urbano, sono stati più di 8 mila. In questo modo si evita l’allagamento delle strade cittadine durante gli eventi meteorologici più estremi. Il Gruppo, per garantire fognature e depuratori a norma, ha investito fino ad oggi 134 milioni di euro, finanziando in questo modo 111 interventi (53 conclusi nel 2014 e 58 nel 2015) in 60 comuni nell’area metropolitana milanese.
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