Non meno di 5.600 aziende legate all’industria delle fonti fossili sono riuscite ad ottenere una posizione enorme degli aiuti concessi dal governo americano alle imprese per fronteggiare la crisi del coronavirus. A rivelarlo è un’inchiesta pubblicata dal quotidiano inglese The Guardian, che cita dati della Small Business Administration: quest’ultima ha accettato di rendere note le informazioni dopo le insistenza di numerosi attori che hanno fatto appello agli obblighi di trasparenza in materia.
Over 5,600 fossil fuel companies have taken at least $3bn in US Covid-19 aid https://t.co/JAjkNwEkOV
Soltanto una parte dei dati sui prestiti è stata resa pubblica
Secondo la testata britannica, a ricevere il denaro sono state anche aziende che si occupano di trivellazioni alla ricerca di petrolio o gas, così come soggetti che operano nelle miniere di carbone. E il totale intascato dalle 5.600 compagnie è impressionante: pari a non meno di 3 miliardi di dollari. Ma i dati relativi ai prestiti il cui ammontare non supera i 150mila dollari non sono stati divulgati. Per cui, secondo i calcoli del Guardian, il valore potrebbe in realtà raggiungere i 6 miliardi.
Tutto ciò conferma la volontà dell’amministrazione guidata da Donald Trump di far ripartire la macchina economica americana a qualunque costo. Anche vanificando gli sforzi profusi dalla comunità internazionale nel tentativo di limitare la crescita della temperatura media globale, entro il 2100, ad un massimo di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.
“Le aziende fossili sono in crisi per scelte di business, non per la pandemia”
“L’aiuto concesso dal governo federale – ha commentato al Guardian Melinda Pierce, dirigente dell’organizzazione non governativa Sierra Club – dovrebbe aiutare le piccole imprese e i lavoratori in prima linea di fronte alla pandemia. Non quelle che inquinano. Perché le difficoltà di queste sono il risultato di scelte aziendali sbagliate sul lungo periodo”.
In termini tecnici, tuttavia, le compagnie del settore delle fonti fossili non sono esclude dal sistema di prestiti a sostegno delle imprese, chiamato Paycheck protection program. Non è dunque possibile chiedere all’amministrazione di Washington di non concedere tali somme: occorrerebbe un atto politico che il governo americano, però, non ha intenzione di fare.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.