Il 20 giugno è la Giornata mondiale del rifugiato. Quest’anno forse la vivremo diversamente: l’editoriale della direttrice della comunicazione Avsi.
Trump torna sui suoi passi e mette fine al divieto di ingresso negli Stati Uniti ai rifugiati di 11 nazioni
Il bando era in vigore da ottobre e riguardava 11 nazioni tra cui la Corea del Nord. Donald Trump lo ha sospeso, ma non sarà comunque facile entrare nel suo paese.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sospeso il bando che da ottobre aveva temporaneamente bloccato l’ammissione dei rifugiati provenienti da 11 nazioni: si tratterebbe di Egitto, Iran, Iraq, Libia, Mali, Corea del Nord, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Siria e Yemen, ma la Casa Bianca non ha fornito conferme al riguardo. Ha però specificato che chiunque voglia entrare negli Stati Uniti sarà sottoposto a controlli di sicurezza più severi.
“Le misure di sicurezza aggiuntive renderanno più difficile per i malintenzionati sfruttare il nostro programma di ammissione dei rifugiati, e assicureranno un approccio che tenga maggiormente in considerazione i rischi nella protezione del nostro paese”, ha dichiarato la segretaria del dipartimento della Sicurezza interna Kirstjen Nielsen. Un ufficiale amministrativo ha aggiunto in forma anonima che il provvedimento non ha nulla a che vedere con la religione.
Quando Trump è diventato presidente ha ridotto il numero massimo di rifugiati ammessi nel paese a 53mila, valore che è stato ulteriormente ridimensionato a 45mila per l’anno fiscale del 2018. Il suo predecessore Barack Obama, invece, aveva stabilito una soglia di 110mila ammissioni.
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