Donald Trump è il primo ex presidente degli Stati Uniti a essere incriminato.
Andrà a processo per il pagamento di 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels, nel quale potrebbe essere ravvisata una violazione delle leggi sui finanziamenti elettorali.
Il 4 aprile è stato messo in stato di fermo. Gli sono stati letti i 34 capi d’accusa, per i quali è stato dichiarato non colpevole.
Questo non gli impedisce di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2024.
L’eventualità era nell’aria da tempo, tant’è che lo stesso Donald Trump aveva dichiarato pubblicamente di aspettarsi di essere arrestato lo scorso 21 marzo. Sembrava che la questione dovesse slittare di qualche settimana ma, a sorpresa, il 30 marzo il gran giurì di Manhattan ha deciso: Trump andrà a processo per il pagamento di 130mila euro alla pornostar Stormy Daniels per farla tacere sulla loro relazione. Non era mai successo prima che un ex presidente degli Stati Uniti venisse incriminato. Il 4 aprile l’ex presidente si è presentato presso il tribunale di Manhattan, a New York, per essere messo in stato di fermo. Gli sono stati letti i 34 capi d’accusa, per i quali si è dichiarato non colpevole. Dopodiché, è stato rilasciato.
Quali accuse sono state rivolte a Donald Trump
Su Donald Trump, presidente degli Stati Uniti tra il 2016 e il 2020, sono in corso diverse indagini indipendenti tra loro. Per esempio, la procura di Atlanta sta vagliando le prove dei suoi presunti tentativi di ribaltare l’esito del voto in Georgia da cui è uscito sconfitto nelle elezioni presidenziali del 2020. La questione probabilmente più grave è quella dell’assalto al Congresso americano del 6 gennaio 2021: ad oggi Trump non è stato incriminato, ma una commissione d’inchiesta del Congresso ha messo a punto un lungo e dettagliato report che ipotizza un suo coinvolgimento.
La vicenda per cui andrà a processo risale al 2016, quando Donald Trump avrebbe versato la somma di 130mila dollari all’attrice porno Stephanie Clifford, in arte Stormy Daniels, in cambio del suo silenzio. I due avrebbero infatti avuto una relazione dieci anni prima e la cosa avrebbe potuto mettere in difficoltà Trump con l’opinione pubblica. L’accusa non riguarda l’accordo in sé, bensì il fatto che l’avvocato di Trump, Michael Cohen, avrebbe pagato di tasca propria, per poi essere rimborsato con un compenso per una consulenza legale inesistente. Secondo la procura, per orchestrare questo giro di denaro sarebbero stati falsificati dei documenti, violando le rigide leggi sulle modalità di rendicontazione delle spese elettorali.
Breaking News: A grand jury in New York has voted to indict Donald Trump over his role in a hush money payment to a porn star, according to four people with knowledge of the matter. https://t.co/2p3Rlr0abCpic.twitter.com/JhSJLKoMny
Cosa è successo quando Trump è andato in tribunale
Va chiarito che un’incriminazione non è una condanna. Il gran giurì infatti è quella giuria che valuta le prove raccolte a carico di una persona e decide se siano sufficienti per dare inizio a un processo nei suoi confronti. Il 4 aprile dunque Donald Trump è partito dalla Trump Tower per recarsi presso il tribunale di Manhattan. Lì è stato messo in stato di fermo, una procedura di routine per i reati non violenti. Gli sono stati letti i 34 capi d’accusa, poi raccolti e pubblicati dal New York Times. Per ciascuno di essi si è dichiarato non colpevole. Di norma in questa fase sono previste anche le foto segnaletiche, ma nel caso di Trump non sono state diffuse; non è chiaro se siano state scattate. Dopodiché, è stato rilasciato. Dovrà presentarsi di nuovo in tribunale il 4 dicembre.
“Tutti sono uguali davanti alla legge”, ha dichiarato in conferenza stampa il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin L. Bragg, democratico. Un principio che non può essere scalfito da “nessuna somma di denaro e nessuna quantità di potere”. Il giudice, Juan M. Merchan, si è rivolto con queste parole ai legali di Trump: “Per favore, parlate con il vostro cliente e con chiunque altro sia necessario, e ricordategli di evitare di fare dichiarazioni che potrebbero incitare violenza o disordini civili”. Dopo poche ore, Trump era di nuovo alla sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, dove ha tenuto una sorta di comizio rivolgendo accuse pesanti e personali al procuratore, al giudice e anche alle loro famiglie.
Cosa potrebbe succedere d’ora in poi
Di per sé, specifica la Cnn, questo procedimento giudiziario seguirà l’iter previsto per qualsiasi altro cittadino americano. Richiederà però misure di sicurezza straordinarie, da definire con le forze dell’ordine e i servizi segreti. Questo perché l’imputato è un ex presidente che, peraltro, rimane in corsa per essere il candidato repubblicano alle elezioni presidenziali del 2024. Gli unici requisiti per candidarsi alla Casa Bianca, infatti, sono quelli di essere cittadino statunitense dalla nascita, avere almeno 35 anni di età e avere mantenuto la residenza per almeno 14 anni. Nemmeno un’eventuale condanna, di per sé, rappresenta un impedimento formale.
Ma quante probabilità ci sono che Trump sia condannato o che addirittura finisca in carcere? Secondo il New York Times, è la prima volta in cui i pubblici ministeri newyorkesi combinano le accuse di falsificazione dei documenti aziendali e violazione della legge elettorale, peraltro nel contesto di una campagna elettorale federale. Essendoci poca giurisprudenza, dunque, il caso non è semplice da dimostrare. E c’è la probabilità che i giudici lo declassino a reato minore. Anche qualora Trump venisse dichiarato colpevole, la pena massima sarebbe di quattro anni; trattandosi della prima condanna, è improbabile che finisca davvero in prigione. Ciò non toglie che questa vicenda porti con sé conseguenze politiche molto pesanti, compromettendo ulteriormente la sua credibilità di fronte all’opinione pubblica.
Articolo pubblicato il 31 marzo 2023 e aggiornato il 5 aprile 2023
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